Gori: «La città dei 15 minuti nei quartieri è già realtà. La sfida è la demografia» - Il video

L’intervista Per il sindaco di Bergamo nei rioni si ritrova la Bergamo policentrica. «Dopo il Covid, la popolazione è tornata a crescere, questa la vera prova».

C’è un sostantivo che da qualche tempo ha scalfito il tavolo del dibattito politico, a ogni livello: sostenibilità. Quella ambientale, quella economica. Solo una declinazione, forse, ancora rimane all’ombra: la sostenibilità demografica. «Questo è il problema», ribatte Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, provando a rilanciare il dibattito. «Ancor più del cambiamento climatico, ancor più del cambiamento dei modi di vivere. Anche la sostenibilità demografica ha ricadute certe», specifica da Palazzo Frizzoni. Si leggono attraverso i dati, queste ricadute. Per esempio, se nel 2021 la città di Bergamo è tornata a crescere dopo la frenata dell’«annozero» pandemico (nel 2021 i residenti sono aumentati dello 0,3%), la distribuzione anagrafica immortala le diverse velocità: sono calati ancora gli under 18 (-1,1%), sono invece cresciuti i 60-79enni (+1,7%) e gli ultraottantenni (+1,8%).

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Lo sguardo generale a Bergamo, secondo la lente più minuta dei quartieri, restituisce però altri temi. Quello della «città dei 15 minuti», che secondo Gori «esiste già» e contribuisce a disegnare la «Bergamo policentrica». O la riflessione sulla partecipazione: il sindaco difende la scelta delle reti sociali, «un modello più valido» rispetto alle circoscrizioni (del cui ritorno si dibatte a livello nazionale).

Sindaco, partiamo dalla demografia. Bergamo, come altre città d’Italia, continua a invecchiare.

«È un tema universale, almeno nel nostro Paese e in generale in Europa. Ma la maggior parte delle città vede una riduzione di under 18 ben più significativa rispetto a Bergamo: il problema comunque è chiaro, non c’è un adeguato ricambio alla base della piramide demografica. Ma Bergamo, se allarghiamo lo sguardo agli ultimi anni, è una delle città che più cresce. Mi sembra un segnale della ritrovata attività e vitalità della città, che è il prodotto di un’ampia serie di fattori».

La sostenibilità demografica, di cui poco si parla, si può costruire a un livello più ampio e a uno più locale: quali sono le «leve» di cui dispone un Comune? E voi cosa avete fatto e volete fare?

«Si può cercare di azzerare le liste d’attese degli asili nido. Possiamo dare un supporto economico alle famiglie meno abbienti per le mense. Lavoriamo per implementare le esperienze degli asili di famiglia. Si cerca di mettere in piede servizi di baby-sitter a chiamata in sharing. Quello che fa la differenza, in generale per la natalità, è però il clima di fiducia e di positività che si respira in questa città: anche per questo nel 2021 la natalità qui è cresciuta (+1,7% sul 2020, ndr)».

E le periferie? Come si rendono attrattive? Come si disegna la città «policentrica»?

«Bergamo è già la “città dei 15 minuti”, la città che si può raggiungere in ogni angolo in un quarto d’ora con mezzi pubblici o bici: e questo è il modello di città del XXI secolo. Se guardiamo alle periferie, la quantità di superficie rigenerata o in corso di rigenerazione è impressionante. Ex Cesalpinia, Mangimi Moretti, Filati Lastex, Ote, Gres, Fervet, Reggiani, scalo ferroviario (Porta Sud, ndr), carcere di Sant’Agata, convento del Carmine, Principe di Napoli, Daste, Montelungo, Riuniti, Accademia della Guardia di Finanza, Palazzetto: molte di queste aree sono fuori dal centro, quasi tutte le aree rigenerate o che saranno rigenerate sorgono in periferia».

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