«La morte di Mauro è una tragedia per tutto il mondo della montagna»

Il ricordo del Cai. Paolo Valoti, presidente del Cai di Bergamo, ricorda Mauro Soregaroli, 64 anni, morto in montagna, precipitato per 500 metri mentre scalava con l’amico e cliente Jerry McGraph.

«Mauro era una guida davvero eccezionale. Le sue capacità tecniche, unite alle qualità umane, ne facevano una grande persona. La sua scomparsa è una tragedia per tutto il mondo che ruota attorno alla montagna». Così Paolo Valoti, presidente del Cai di Bergamo, ricorda Mauro Soregaroli, 64 anni, la guida alpina bergamasca deceduta sabato pomeriggio, precipitando per 500 metri mentre scalava con l’amico e cliente Jerry McGraph la vetta del Gran Golliat, al confine tra il Cantone Vallese svizzero e la Valle d’Aosta.

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«Come guida alpina era molto legato alla nostra associazione di volontariato – continua Valoti –. L’ultima volta che l’ho incontrato era il 18 gennaio scorso, durante una serata al Palamonti organizzata dal Club 4000, del quale fanno parte tutti gli alpinisti che hanno scalato almeno una volta una vetta di quattromila metri. Sicuramente era tra le guide più competenti e preparate. Per lui la montagna era una straordinaria esperienza di vita».E proprio Paolo Valoti, nelle scorse ore, ha portato il cordoglio di tutto il sodalizio bergamasco ai famigliari di Soregaroli: «La telefonata con Paolo Valoti – dice Jacopo, 31 anni, figlio di Mauro – è stato un momento davvero toccante. Mi ha raccontato alcune imprese compiute da mio papà e mi ha anche detto che sarebbero onorati di ospitare la sua salma al Palamonti (la sede del Cai Bergamo, in via Pizzo della Presolana, ndr) quando rientrerà prima del funerale: lo faremo volentieri».

La salma della guida alpina ora si trova nell’obitorio di Sion (Svizzera): è stato svolto un esame esterno del corpo, i cui risultati lunedì 20 febbraio non erano ancora stati comunicati. «Non ho ancora ricevuto aggiornamenti – ha fatto sapere il figlio Jacopo–: lunedì sono andato a ritirare alcuni documenti all’anagrafe di Bergamo per mandarli in Svizzera. Insieme alla perizia andranno al procuratore distrettuale che poi deciderà quando rilasciare la salma che per ora è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria elvetica». Ad ora, quindi, i familiari (Mauro lascia nel dolore anche la moglie Miriam, le sorelle Annarosa e Marilisa e il fratello Piergiuseppe) non sanno ancora quando potranno riportare a Bergamo la salma del loro caro. «In tanti ci chiedono quando saranno i funerali – conclude il figlio – ma ancora non possiamo fissare la data. Comunque, siamo davvero commossi per tutto l’affetto che in molti ci hanno fatto sentire e li ringraziamo tutti di cuore».

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