Scuole, dietrofront sui «no vax». In duemila tornano alla normalità

Da settembre. Nella Bergamasca in duemila tra docenti, tecnici e bidelli potranno rientrare nelle loro mansioni a prescindere dall’immunizzazione.

Anno (scolastico) nuovo, regole nuove. Non solo per gli studenti, ma anche per il personale: i lavoratori «no vax» possono tornare in aula. È quanto confermato dalla nota inviata nei giorni scorsi dal ministero dell’Istruzione, dedicata a ricapitolare i «riferimenti tecnici e normativi per l’avvio dell’anno scolastico 2022/2023». Un documento snello, di sette pagine, al cui interno c’è anche un paragrafo dedicato a uno dei temi più caldi, cioè il «quadro normativo attuale concernente l’obbligo vaccinale del personale scolastico».

Anno scolastico nuovo, regole nuove. Non solo per gli studenti, ma anche per il personale: i lavoratori «no vax» possono tornare in aula

L’obbligo, in realtà, era già formalmente caduto dal 15 giugno, la stessa data in cui è venuta meno la gran parte degli obblighi vaccinali (la disposizione resiste invece fino a fine anno per il personale socio-sanitario), ma si attendeva comunque una nota di chiarimento. Che è arrivata, puntuale: «Il decreto legge del 1° aprile 2021 — riepiloga la comunicazione del ministero dell’Istruzione – aveva confermato fino al 15 giugno 2022 l’obbligo vaccinale per la prevenzione dell’infezione da Sars-CoV-2 a carico di tutto il personale scolastico». «Unicamente al personale docente ed educativo», ricorda il documento, il successivo decreto del 24 marzo 2022 «dettava fino al medesimo termine del 15 giugno 2022 una disciplina particolareggiata per lo svolgimento della prestazione lavorativa da parte del personale docente ed educativo, prevedendo la vaccinazione quale requisito essenziale per lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni da parte dei soggetti obbligati e imponendo al dirigente scolastico di utilizzare il personale inadempiente in attività di supporto alla istituzione scolastica».

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In sintesi: da fine marzo, il personale scolastico «no vax» – sia i docenti sia il personale non docente – era rientrato in servizio, ma dirottato a mansioni non a contatto con gli studenti (i prof non vaccinati in sostanza, non insegnavano, ma svolgevano altri incarichi). Ora, dal 15 giugno (ma l’anno scolastico era già finito, esami e corsi estivi esclusi) e soprattutto da settembre, anche il personale non vaccinato torna alla normalità. Gli insegnanti insegneranno, a prescindere da vaccino o meno; bidelli, collaboratori, tecnici saranno a contatto con gli studenti.

Le nuove norme potrebbero coinvolgere complessivamente circa 2mila i lavoratori della scuola non vaccinati, tra docenti e no

Centinaia di «reintegrati»

Numeri precisi non ce ne sono, ma in Bergamasca la fine dell’obbligo vaccinale potrebbe coinvolgere alcune centinaia di lavoratori del mondo-scuola. Il calcolo è per sottrazione, e riepiloga tutte le tappe di una lunga parentesi interna alla gestione della pandemia.

Per il personale della scuola fu avviato, quasi agli albori della campagna vaccinale, un corridoio prioritario per l’immunizzazione già da marzo 2021: in poche settimane, su circa 25mila lavoratori della scuola bergamasca aderirono quasi immediatamente in poco più di 20mila, circa l’80% degli interessati. Di lì in poi, è iniziata l’erosione dello zoccolo duro.

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A fine agosto 2021, l’adesione alla vaccinazione del personale scolastico bergamasco salì attorno al 90%. Anche perché dal 1° settembre 2021 la scuola fu pioniera del Green pass: da quel giorno venne introdotto l’obbligo di certificazione verde «base» (vaccinazione o tampone negativo) per tutti i lavoratori del settore. Dal 15 dicembre 2021, la stretta ulteriore: il Green pass «base» non bastava più, si passava all’obbligo vaccinale tout court (con annessa sospensione per i renitenti). All’epoca, si stimava che fossero circa 2mila i lavoratori della scuola non vaccinati.

Tutti,anche i non vaccinati, potranno tornare alle loro mansioni e quindi anche in situazioni di contatto con gli allievi

Da fine marzo 2022, come detto, alla luce delle progressive riaperture e di un mutato quadro epidemiologico, anche i lavoratori «no vax» sono rientrati a scuola, ma non a contatto con gli studenti. Ora, stop alle distinzioni.

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Il commento dei presidi

«Il rientro a scuola per i docenti non vaccinati era già previsto – ha commentato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. Non sono preoccupato. C’è poi il fatto che il numero di docenti non immunizzati è molto basso, sono poche migliaia in tutta Italia. Darei più risalto ancora ai milioni di studenti, soprattutto tra i 5 e i 15 anni, non ancora vaccinati». Sul tema, in Bergamasca l’adesione nelle fasce di popolazione in età scolastica viaggia su questi numeri: è vaccinato il 40% dei bambini tra i 5 e gli 11 anni, l’83% degli adolescenti tra i 12 e i 15 anni (il 52% ha anche la terza dose), il 90% dei 16-19enni (il 70% ha anche la terza dose). In sostanza, dai 5 ai 19 anni (dalle elementari alle superiori), ci sono circa 110mila studenti vaccinati e 57mila non vaccinati (di cui 44mila solo tra i 5 e gli 11 anni)

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