Anche l’osteopata in aiuto ai «prematuri»

NEONATOLOGIA. L’esperienza dell’Asst Bergamo Est all’ospedale Bolognini di Seriate. Un vero approccio globale.

La Terapia Intensiva Neonatale (TIN) accoglie neonati prematuri o affetti da patologie respiratorie, neurologiche, infettive, malformative. Il neonato è un soggetto per definizione “in divenire” ed in quanto tale è necessario porre attenzione non solo alla risoluzione del problema in atto, ma anche alle conseguenze che questo avrà sul suo sviluppo futuro. Per questo motivo - come spiega Cristina Bellan, direttrice del reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale «Bolognini» di Seriate - l’approccio del medico neonatologo verso la cura del neonato deve essere «olistico», inclusivo anche del suo nucleo familiare, indirizzato al raggiungimento di un benessere di salute che porti a un adeguato inserimento dell’individuo nel suo ambiente, nella società.

Ecco che l’ingresso in Terapia Intensiva Neonatale anche di figure professionali che hanno un approccio globale alla persona, quale è l’osteopata, è una risorsa importante. Per questo motivo all’interno della Neonatologia TIN del «Bolognini» è presente da tempo il dr. Gualtiero Conti, fisioterapista e osteopata con formazione e competenza dedicata sul neonato. Il Dr. Conti, dopo aver conseguito Laurea in Fisioterapia ha effettuato un percorso formativo in osteopatia e Master pediatrico presso Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer di Firenze.

Qual è il ruolo dell’osteopata all’interno della Neonatologia TIN dell’ospedale Bolognini?

«In ambito neonatale, l’osteopatia può essere un complemento prezioso, contribuendo al benessere e alla salute dei neonati prematuri, favorendo una migliore risposta alle terapie mediche cui necessitano. La stretta collaborazione con il team medico e tutte le altre figure sanitarie che gravitano intorno ai nostri piccoli pazienti è la chiave giusta affinché il benessere dei neonati migliori all’interno del reparto».

In che ambiti l’osteopatia può aiutare nella crescita dei bambini prematuri?

«Il metodo manipolativo osteopatico può essere applicato a diverse condizioni cliniche nel neonato, mirando principalmente a intercettare e risolvere quelle disfunzioni somatiche che potrebbero, con la loro presenza, mettere sotto stress e affaticare le funzioni primarie del bambino, specialmente nel neonato prematuro.Il trattamento manipolativo osteopatico viene utilizzato per correggere eventuali disfunzioni muscoloscheletriche, plagiocefalie posizionali (un’alterazione cranica acquisita che porta a una struttura asimmetrica della forma della testa, spesso legata al parto o alla posizione nell’utero del feto), problemi come coliche gassose, rigurgiti e disturbi gastroenterici, stipsi, disturbi del sonno, torcicollo posturale o asimmetrie posturali in generale, stati di irritabilità dovuti alla prematurità. L’obiettivo è la stimolazione delle risposte di autoregolazione per dare la possibilità al neonato di sfruttare tutte le potenzialità del proprio organismo in un momento così delicato della propria vita, favorendo una crescita quanto più fisiologica possibile e migliorando il suo benessere durante il ricovero».

Come avviene la collaborazione tra l’osteopata e le altre figure sanitarie nel reparto di Neonatologia?

«L’osteopata lavora sempre in stretta sinergia con pediatri neonatologi, infermieri, fisioterapisti e altri professionisti sanitari del reparto. Questa collaborazione multidisciplinare garantisce una presa in carico completa e una terapia personalizzata per ciascun neonato. Inoltre, insieme al direttore dott.ssa Cristina Bellan e alla collega fisioterapista dott.ssa Alice Fassi, abbiamo strutturato dei corsi di aggiornamento interni per far conoscere i ruoli dell’osteopata e del fisioterapista in ambito neonatale. Queste occasioni sono un ottimo pannello di discussione e confronto su come tutti possiamo intervenire attivamente al benessere del bambino attraverso le nostre mani, sia in termini di care posturale, sia nelle manovre medico/infermieristiche richieste durante il ricovero, ma anche e soprattutto quando giunge il momento del rientro a casa con la propria famiglia».

Quali sono i risultati ottenuti dall’introduzione dell’osteopatia nel reparto di Neonatologia?

«A oggi l’integrazione di questa disciplina ha portato a risultati incoraggianti, tra cui una precoce presa in carico nei disturbi della suzione, nelle asimmetrie posturali con particolare attenzione alle plagiocefalie posizionali e all’individuazione precoce di potenziali craniostenosi (condizioni patologiche genetiche che richiedono una presa in carico neurochirurgica). Questo permette di prestare maggiore attenzione alle corrette posture a cui i neonati sono sottoposti e ad una generale riduzione dello stato di irritabilità dei bambini. La letteratura scientifica inoltre sta fornendo risultati incoraggianti, soprattutto in riferimento alla riduzione dei giorni di degenza e nella stabilizzazione dei parametri vitali nei piccoli prematuri, fondamentali per una corretta crescita e una migliore risposta alle cure mediche di cui necessitano».

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