Con stili di vita scorretti anche il colon rischia di più

Gastroenterologia. I sintomi della presenza di patologie coliche sono variabili e condizionati da diversi fattori. Ecco gli esami a cui sottoporsi.

Secondo le stime fornite dall’Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), il tumore del colon retto rappresenta il 10% di tutti tumori diagnosticati nel mondo ed è terzo per incidenza dopo il cancro del seno femminile (11,7%) e del polmone (11,4%). La malattia, abbastanza rara prima dei quarant’anni, è maggiormente diffusa in persone fra i 60 e 75 anni con poche distinzioni fra uomini e donne. In Italia le stime più recenti parlano di oltre 43.700 nuovi casi all’anno: circa 20.200 nelle donne e 23.400 negli uomini (dati da i numeri del campo in Italia 2020).

I campanelli d’allarme

I tumori gastrointestinali e in particolare quello del colon-retto sono dovuti spesso a stili di vita scorretti, in particolare il sovrappeso, la sedentarietà e un’alimentazione squilibrata, ricca di grassi e familiarità. Numeri che pongono l’accento sull’importanza della prevenzione e sui sintomi d’allarme che possono avere una causa funzionale o strutturale come spiega il dottor Riccardo Gusmaroli, specialista in gastroenterologia ed endoscopia digestiva e chirurgia generale e responsabile del nuovo polo gastroenterologico del Centro di Radiologia e

Fisioterapia di Gorle: «In generale i polipi non provocano sintomi, ma volte possono dar luogo a piccole perdite di sangue, rilevabili con un esame delle feci per la ricerca del cosiddetto “sangue occulto”. In alcuni casi le perdite di sangue sono maggiori visibili anche a occhio nudo. A volte possono verificare anche vere proprie emorragie». I sintomi della presenza di patologie coliche sono variabili e condizionati da diversi fattori quali la sede del tumore, la sua estensione e la presenza o assenza di ostruzioni: «Questo fa sì che le manifestazioni di questo tipo di cancro siano spesso sovrapponibili a quelle di molte altre malattie addominali intestinali – prosegue lo specialista -. Sintomi vaghi quali la stanchezza, la mancanza di appetito, e altri più gravi come l’anemia e la perdita di peso, sono spesso trascurati dal paziente soprattutto se in giovane età».

«L’emorragia intestinale imponente è grave e richiede un’indagine spesso d’urgenza – afferma il dott. Gusmaroli -. L’anemia cronica e acuta è il principale sintomo di patologia colica rappresentata da malattia infiammatoria del colon (rettocolite ulcerosa - RCU e Morbo di Crhon). Se le perdite ematiche dall’ano sono di sangue rosso vivo, con molta probabilità sono causate da lesioni dell’ultimo tratto coli comprendente il colon discendente, il sigma, il retto e l’ano. L’esame strumentale più specifico e di facile esecuzione in questi casi è la rettosigmoidoscopia. La colonscopia è infatti l’esame endoscopico che esplora tutti i segmenti del colon mentre la sigmosirettoscopia esplora gli ultimi segmenti. I due esami possono comunque essere complementari ma hanno preparazioni diverse».

La rettoscopia

Attenzione, quindi, a non sottovalutare le piccole perdite ematiche sulla carta igenica o sugli indumenti intimi, poiché possono essere il primo campanello di allarme: «In questi casi è opportuno sottoporsi a una rettoscopia (nota anche come rettosigmoidoscopia) di fatto procedura più rapida e sopportabile – sottolinea il dott. Gusmaroli -. La rettosigmoidoscopia è un esame che potrebbe evidenziare proctiti, polipi, tumori rettali, diverticoli, ragadi ed emorroidi. La rettosigmoidiscopia non richiede l’assunzione dei purganti come quelli utilizzati per la colonscopia: è sufficiente eseguire una peretta evacuatica o un piccolo clistere un ore prima della procedura. Se la rettoscopia per la sua semplicità rappresenta un valido percorso per evidenziare patologie “basse” del colon, la sua negatività implica la necessità di eseguire una colonscopia completa».

In conclusione, la comparsa di sangue rosso vivo dall’ano può indicare frequentemente un patologia dell’ultimo tratto intestinale e eseguire una rettosigmoidoscopia eseguita velocemente può permettere una diagnosi veloce. In caso di negatività è obbligatorio eseguire una colonscopia completa.

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