Essere assertivi, per rispettare sé stessi e anche gli altri

Psicologia. È un atteggiamento mentale che si può imparare con la terapia cognitivo-comportamentale.

Quante volte non riusciamo a esprimere quello che pensiamo e sentiamo davvero. Con i parenti, il partner, gli amici, i colleghi (o il capo). Vorremmo farlo, ma temiamo la reazione di chi abbiamo davanti. E così ci sentiamo frustrati, a volte persino arrabbiati con noi stessi per non essere stati in grado di difendere e affermare le nostre idee, posizioni, bisogni. Cosa fare allora? La parola «chiave» è assertività. Ma cosa significa? Come si può «imparare» a farsi valere in modo sano e rispettoso degli altri ma allo stesso tempo deciso? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Marta Colombo, psicologa e psicoterapeuta del Policlinico San Marco e di Smart Clinic all’interno de «Le Due Torri» e di Oriocenter, dove è attivo un progetto dedicato al benessere mentale e psico-fisico con percorsi personalizzati a seconda del tipo di problematica.

Dottoressa Colombo, cosa si intende per assertività?

«La parola “assertività” deriva dal latino ad serere, e significa «asserire» o anche affermare se stessi. L’ assertività è la capacità di esprimere i propri sentimenti, di scegliere come comportarsi in un determinato momento, di difendere i propri diritti, di esprimere serenamente una opinione di disaccordo quando lo si ritiene opportuno, di portare avanti le proprie idee e convinzioni, rispettando, contemporaneamente, quelle degli altri».

Ma quindi vuol dire anche saper dire no?

«Esattamente. “No” è una delle parole più difficili da dire a un’altra persona. Questo accade abitualmente perché spesso si ha paura di perdere la loro benevolenza, la stima o per altre ragioni soggettive. È normale desiderare di essere considerate delle persone buone e premurose. Far piacere agli altri e ci fa sentire bene, quindi, a breve termine, è più facile dire “sì” che dire “no”. Ma se il “sì” non rispecchia i nostri reali bisogni e desideri, il rischio è di stare male con se stessi e con gli altri, maturando insoddisfazione fino alla rabbia e abbassamento della propria autostima».

Quali sono invece i benefici dell’essere assertivi?

«Questo stile di comportamento fa stare bene, aumenta l’autostima e il senso di autoefficacia; insegna a rispettarsi e a rispettare gli altri, aiutandoli ad essere a sua volta se stessi; permette di costruire relazioni di fiducia e di ascolto reciproco, più autentiche e piene perché basate sulla coerenza con se stessi».

Si può imparare a essere assertivi?

«Sì, l’assertività è un atteggiamento mentale che si può imparare e allenare. Particolarmente efficace in questo senso è la terapia cognitivo-comportamentale, nata inizialmente come metodologia per trattare i sintomi di ansia ma poi usata anche in caso di depressione, bassa autostima, disturbi psichici e insoddisfazione relazionale. Il training dell’assertività o training assertivo, in particolare, ha come obiettivo acquisire maggiore spontaneità, rivelare i propri sentimenti, assumersi la responsabilità per poter esprimere se stessi in maniera onesta e rispettosa, lavorando su cinque livelli: al primo livello si colloca l’abilità di riconoscere le emozioni; al secondo la capacità di comunicare emozioni e sentimenti; al terzo la consapevolezza dei diritti della persona e quindi del rispetto di sé e degli altri; al quarto la disponibilità ad apprezzare se stessi e gli altri; al quinto la capacità di autorealizzazione e di poter decidere sui fini della propria vita con consapevolezza. ll Training Assertivo è costituito normalmente da 8-10 sedute di un’ora ciascuna e comprende una parte teorica e molte parti pratiche. Nella prima parte (detta psicoeducazione) vengono illustrati i principi generali dell’assertività, gli aspetti che normalmente favoriscono il comportamento non-assertivo (anassertivo), le diverse tipologie di comunicazione di tipo verbale e non-verbale, ecc. Nella seconda parte vengono svolti esercitazioni pratiche per aiutare la persona ad applicare quanto appreso».

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