Vaccino antinfluenzale: le risposte dell’esperto

PREVENZIONE. Al via la 1ª domenica di ottobre, anche contro le infezioni dall’Herpes Zost e dal Pneumococco.

La prima domenica di ottobre si inizia con la campagna vaccinale antinfluenzale. Nei punti erogativi dell’Asst Bergamo Est, che saranno indicati nei prossimi giorni, insieme alle modalità di prenotazione sul sito aziendale e sui canali social, sarà possibile anche la co-somministrazione dei vaccini anti Pneumococco e anti Herpes Zoster per gli aventi diritto. Ma perché è opportuno vaccinarsi, soprattutto quest’anno, e chi sono i destinatari della campagna? Scopriamo le novità con il dott. Enrico Bombana, direttore della Struttura Complessa «Vaccinazioni e sorveglianza malattie infettive».

Leggi anche

L’influenza rappresenta un serio problema di sanità pubblica e una rilevante fonte di costi diretti e indiretti ed è tra le poche malattie infettive che di fatto ogni individuo sperimenta più volte nel corso della propria esistenza indipendentemente dallo stile di vita, dall’età e dal luogo in cui vive. Le persone anziane, i bambini più piccoli, le donne in gravidanza e le persone con malattie croniche sono maggiormente soggetti a forme gravi, ma tutta la popolazione può sviluppare gravi complicanze, tra cui polmonite, miocardite ed encefalite.

Nella stagione influenzale 2023-24, è ancora da ritenersi probabile una significativa co-circolazione di virus influenzali e altri virus respiratori, tra i quali il Sars-Cov-2: pertanto, si rende necessario ribadire l’importanza della vaccinazione antinfluenzale, in particolare nei soggetti ad alto rischio di tutte le età, per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra influenza e altre sindromi respiratorie.

Il vaccino antinfluenzale può essere somministrato contemporaneamente ad altri vaccini?

«Il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati. I soggetti che rientrano nelle categorie target per la vaccinazione possono ricevere, se necessario, il vaccino antinfluenzale contemporaneamente ad altri vaccini (secondo il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale vigente), in sedi corporee e con siringhe diverse».

I pazienti immunodepressi possono effettuare la vaccinazione?

«Il vaccino antinfluenzale stagionale, non contiene virus viventi, bensì soltanto gli antigeni di superficie del virus influenzale; quindi, anche nelle persone immunodepresse (per effetto di terapie immunosoppressive o per effetto di altre patologie) la somministrazione del vaccino antinfluenzale è sicura; tra l’altro, la circolare dedicata alla prevenzione dell’influenza stagionale, indica espressamente le persone con malattie congenite ed acquisite che comportino carente produzione di anticorpi e quelle con immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV tra i soggetti destinatari dell’offerta della vaccinazione».

Si può effettuare la vaccinazione in gravidanza?

«Si, le donne che si trovano in stato di gravidanza durante la stagione epidemica, è opportuno che vengano vaccinate contro l’influenza per l’aumentato rischio di complicanze gravi e di decesso correlati alla malattia. La vaccinazione, con vaccino inattivato, può essere effettuata in qualsiasi trimestre della gravidanza, in quanto sembra non associata ad effetti avversi nel prodotto del concepimento».

Ci sono gli effetti indesiderati attesi dopo vaccinazione antinfluenzale?

«Alla vaccinazione antinfluenzale possono essere associati alcuni effetti indesiderati, la loro frequenza dipende dal tipo di vaccino, da come viene somministrato e dall’età della persona vaccinata. I vaccini inattivati, somministrati per mezzo di iniezione intramuscolare, possono causare comunemente reazioni locali come dolenzia e arrossamento nel punto di iniezione e, meno spesso, febbre, dolori muscolari o articolari o mal di testa. Questi sintomi generalmente sono modesti e non richiedono cure mediche, risolvendosi con trattamenti sintomatici (antipiretici, analgesici) in un paio di giorni. Febbre, dolori e mal di testa possono manifestarsi più frequentemente in bambini e ragazzi rispetto alle persone anziane».

Che differenza c’è tra vaccino e farmaco antivirale?

«Gli antivirali sono medicinali usati per il trattamento dell’influenza. Se assunti tempestivamente entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi, possono ridurre i sintomi, la durata della malattia e le complicanze dell’influenza. Possono ridurre la capacità del virus di replicarsi ( e quindi la durata del periodo di contagiosità della persona infetta) ma non stimolano la produzione di anticorpi come i vaccini e quindi non danno protezione immunitaria».

Se sottoposto a vaccinazione antinfluenzale l’anno scorso, un individuo è protetto dall’influenza anche quest’anno?

«Non necessariamente. Vari studi condotti in diverse stagioni influenzali, con virus e tipi di vaccini differenti, hanno mostrato che gli anticorpi protettivi dall’influenza si riducono nell’arco di un anno dalla vaccinazione e dall’infezione, soprattutto negli anziani. Così può non bastare contrarre l’influenza o farsi vaccinare per una stagione a proteggere adeguatamente nel tempo. La riduzione degli anticorpi contro l’influenza che avviene dopo la vaccinazione o la malattia può dipendere da vari fattori, tra cui l’età, l’antigene usato nel vaccino e lo stato di salute del soggetto (ad esempio, patologie croniche che indeboliscono il sistema immunitario possono avere un impatto). Questa riduzione degli anticorpi lascia potenzialmente alcuni soggetti più vulnerabili all’infezione e alla malattia con possibili complicanze gravi causate dagli stessi virus influenzali l’anno successivo allo sviluppo dell’immunità».

È efficace subito?

«Il corpo richiede circa due settimane per sviluppare gli anticorpi e proteggere dall’infezione del virus influenzale. Ecco perché è meglio vaccinarsi presto in autunno, prima che la stagione influenzale sia realmente iniziata».

© RIPRODUZIONE RISERVATA