Almenno, resta in carcere l’aggressore: «Non volevo farle del male»

ALMENNO SAN BARTOLOMEO. La compagna operata per una ferita alla coscia e diverse superficiali. Il suo legale ha chiesto la perizia psichiatrica.

«Non volevo farle del male, e ancor meno ucciderla». Questo il senso delle parole di Claudio Salvi (detto Mirko), classe 1990, interrogato in carcere dal gip Alessia Solombrino, accusato di aver ripetutamente ferito con un coltello la compagna Jenny durante una lite nella casa di un amico ad Almenno San Bartolomeo. Il 5 gennaio l’uomo, assistito di fiducia dall’avvocato Michele Olivati, si è mostrato ancora confuso dopo i fatti della tarda serata di mercoledì 3 gennaio. La vittima non ha ancora potuto dare la sua versione su cosa sia accaduto: mentre si trovava in ospedale, il suo racconto ai carabinieri si è interrotto a causa dell’improvviso peggioramento delle condizioni di salute. Oltre a diverse ferite superficiali (almeno dieci quelle accertate), la donna è stata infatti colpita alla coscia. E quest’ultima ferita ha provocato un’emorragia per la quale è stato necessario sottoporla a un intervento chirurgico.

Una coltellata che, secondo la versione del 34enne, non è stata volontaria: Jenny avrebbe mosso la gamba per allontanarlo e, nel farlo, la lama sarebbe entrata più profondamente. In seguito all’interrogatorio, ritenendo che ci fosse la volontà di provocare ferite che potessero, anche solo potenzialmente, causare la morte della donna, l’arresto è stato convalidato. Il giudice ha applicato la custodia in carcere. Intanto, l’avvocato Olivati ha chiesto la perizia psichiatrica per il suo assistito. Su cui pesa già un’accusa di maltrattamenti (ai familiari) datata ottobre 2023.

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La ricostruzione

Come ricostruito, la lite è scoppiata verso le 23,30 di mercoledì, mentre la coppia si trovava a casa di un amico ad Almenno San Bartolomeo. I due vivono insieme ad Almè, e quella sera stavano bevendo un bicchiere in compagnia. La presunta sparizione di soldi (come confermato da Claudio Salvi) è stata la causa scatenante. A un certo punto della serata, il 33enne (compie 34 anni a febbraio) ha accusato la compagna di avergli preso 6mila euro. Una discussione presto degenerata. Il proprietario di casa, presente ai fatti con altri due amici, ha raccontato che si trovavano tutti in cucina, seduti intorno al tavolo, quando è iniziata la lite. Claudio si sarebbe alzato prendendo un coltello dal lavandino e iniziando a colpire la sua compagna. Che sarebbe stata trascinata per la stanza. «Nella colluttazione mi hanno rotto tutto: televisore, lampade, suppellettili, mobili», le parole dichiarate ai giornali il giorno successivo al fatto. Il padrone di casa ha ricordato le urla di Jenny, che chiedeva al compagno di fermarsi, gli amici sotto choc, lui che voleva intervenire ma «non sapevo cosa fare per fermarlo, perché ogni volta che cercavo di avvicinarmi minacciava di ammazzarmi o di uccidere lei». Intanto, però, uno degli amici aveva già chiamato i carabinieri che sono arrivati, arrestando Claudio.

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