Preso a calci e pugni a Clusone. Un collega: «Così ho salvato l’autista aggredito»

In stazione. L’aggressore un passeggero che aveva già dato problemi durante il viaggio. Un collega ha approfittato di un momento di distrazione e ha sottratto il ferito al suo aguzzino, poi arrestato.

Un’aggressione selvaggia, a calci e a pugni fuori dal suo autobus, ha lasciato a terra un autista della Sab Arriva, sanguinante e con fratture e costole incrinate. Non fosse stato per un suo collega, intervenuto con tempismo e coraggio per metterlo in salvo su un altro autobus, forse la violenta rapina di lunedì sera alla stazione autolineee di Clusone sarebbe finita ancora peggio.

Autore del blitz violento e incontenibile un marocchino di 22 anni, già noto alle forze del’ordine per reati contro la persona, in evidente stato di alterazione psicofisica. L’autista della Sab, un cinquantenne della zona padre di famiglia, ha riportato diverse fratture agli arti superiori, una costola incrinata, contusioni su viso e corpo ed è stato ricoverato all’ospedale di Piario, dove è stato operato ad una spalla: la prognosi è di 40 giorni. L’aggressore, è stato arrestato la sera stessa dai carabinieri del Comando di Clusone e portato in caserma: è stato trasferito successivamente alla Casa circondariale di via Gleno, a Bergamo.

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A ricostruire l’accaduto è A.R. autista della Bonomi Srl (che effettua alcune tratte per Arriva), che giunto in stazione al termine della corsa Albino-Clusone, lunedì sera poco dopo le 20 ha salvato il collega dal pestaggio dell’aggressore approfittando di una distrazione del 22enne. Secondo una prima ricostruzione, l’aggressore dovrebbe essere salito a Ponte Selva (lungo la tratta Bergamo -Clusone) già visibilmente alterato.

«Il mio collega mi ha raccontato che il giovane, che era già noto tra noi autisti, quando è salito sul suo pullman era già molto agitato, alterato– racconta A.R. che lunedì è stato anche minacciato dall’aggressore – aveva iniziato ad importunare una passeggera e il collega mi ha raccontato che ha cercato di dirgli di star tranquillo e che inizialmente, pur imprecando, si era seduto. Poi però arrivati in stazione tutto è cambiato. Il giovane deve essere sceso e poi non è chiaro se ha trascinato il collega dal pullman o se lui era già sceso quando ha iniziato a picchiarlo violentemente».

A. R.è giunto in stazione quando il 22enne stava già aggredendo il collega. «Quando sono arrivato in stazione non mi sono accorto di quello che stava accadendo, ho parcheggiato accanto al pullman di un altro collega che era arrivato da poco ed era fermo al telefono (poi ho scoperto che stava chiamando i carabinieri) e avevo la visuale coperta, quindi non mi ero accorto dell’aggressione. Ho aperto la porta per far scendere il mio unico passeggero e sono sceso anche io per chiacchierare con il collega – spiega A.R., –. A quel punto il collega mi ha urlato che un uomo stava picchiando un autista e che lui stava chiamando i carabinieri per chiedere aiuto».

Da quel momento tutto si è svolto molto velocemente. «L’aggressore è salito sul mio pullman urlando, io ho preso il telefono per filmarlo e in quel momento lui è sceso, e si è messo a rincorrere un uomo che stava facendo jogging in strada– ricostruisce l’autista della Bonomi ancora scosso per l’accaduto –: è stato un attimo, ho preso il collega ferito che si stava rialzando a fatica da terra, l’ho portato sul pullman e ho chiuso le porte»».

L’aggressore, evidentemente tutt’altro che placato, è tornato verso i due autobus parcheggiati e ha iniziato a prendere a calci il primo mezzo, rompendo anche uno specchietto, ma quando si è accorto che non era quello con a bordo la sua vittima è passato all’altro. «Urlava e imprecava, voleva che aprissimo – racconta A. R. – con forza e violenza ha strappato i tergicristalli del mio mezzo e ha iniziato ad usarli come una clava contro i cristalli, rompendo il parabrezza. Poi è scivolato, quindi ho acceso il mezzo e sono partito per cercare di fuggire, ci ha raggiunto davanti alla sbarra della stazione e ha ripreso a battere il tergicristalli contro la porta rompendo i cristalli e anche contro il vetro del passeggero, quello dove era seduto il collega ferito, rompendo anch’esso».

Poi finalmente la sbarra si è aperta e A.R. con il suo pullman e il ferito a bordo e il collega dietro con il secondo mezzo sono riusciti a scappare e a raggiungere la caserma dei carabinieri dove è arrivata anche l’ambulanza.

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