Cosa sono i fan token/2. Chi ci guadagna e chi no, e la ribellione dei tifosi del West Ham: «Non si paga il diritto di parola»

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C i siamo occupati nei mesi scorsi dei vari metodi di partecipazione dei tifosi alla vita dei club calcistici. Abbiamo trattato del modello tedesco 50+1 che probabilmente rimane l’esempio più rappresentativo e diffuso ma anche dei grandi club spagnoli Barcellona e Real Madrid ed in ultimo dei Supporters trust inglesi e dell’esperimento dei tifosi interisti che hanno costituito la società Spac. Oggi vogliamo invece trattare il nuovo fenomeno dei fan token. Su Corner se ne è già occupato Giovanni Cortinovis, in un articolo che potete leggere QUI , descrivendo la loro nascita nel dorato mondo della Nba ed il loro funzionamento all’interno della catena blockchain. Noi torniamo ad occuparcene con qualche riflessione se e come questo strumento è in grado di influenzate i rapporti tra società e tifosi. Cominciamo con il dire che le piattaforme digitali sono particolarmente interessate al mondo del calcio, basti ricordare che la finale di Coppa Italia Atalanta- Juventus del maggio scorso ha visto come sponsor ufficiale la società Crypto.com mentre Socios.com non farà rimpiangere lo sponsor storico Pirelli, pur se non ufficializzato si parla infatti di un accordo del valore di 20 milioni di euro all’anno per il prossimo triennio che piazza la squadra meneghina al terzo posto negli incassi da main sponsor dietro alla Juventus che incassa 45 milioni da Jeep e la Fiorentina che percepisce 25 milioni da Mediacom, in entrambi questi casi si tratta però di partnership di casa che sono riconducibili a finanziamenti dell’azionista di maggioranza.