I fondi d’investimento/3 Petroldollari, un risiko all’assalto del calcio: dal City al Newcastle, valanghe di milioni

scheda.

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Puntata conclusiva dell’approfondimento sul tema dei fondi d’investimento nel calcio. Potete leggere QUI la prima parte, e QUI la seconda.

S econdo alcuni studi fra 47 anni tutte le riserve di petrolio nel mondo saranno esaurite. Un duro colpo per i paesi arabi che devono buona parte della loro fortuna proprio all’estrazione e alla vendita dell’oro nero: l’Arabia Saudita detiene il 16,2 per cento delle riserve mondiali, l’Iran il 9,5 per cento, l’Iraq l’8,7 per cento, gli Emirati Arabi il 5,9 per cento e il Qatar l’1,5 per cento.

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Per evitare il crollo delle entrate, sempre più Paesi del medio oriente hanno iniziato a diversificare i loro investimenti, al fine di raggiungere uno sviluppo sostenibile in più settori. In questa logica rientrano anche gli investimenti nello sport, in parte sono forma di sponsorizzazioni e l’organizzazione di eventi (dai Mondiali di calcio ai GP Formula 1 e MotoGP) ma soprattutto attraverso i fondi di investimento.

Il Manchester City

Il primo della serie fu l’Abu Dhabi United Group che nel settembre 2008 rilevò il Manchester City da Thaksin Shinawatra, già primo ministro thailandese, sborsando 200 milioni di sterline (debiti compresi), due volte e mezzo quello che il politico aveva scucito solo un anno prima, ossia 81,6 milioni di sterline.