«Città del calcio», la serie riparte da Nottingham: 2 squadre divise da un fiume, un genio e una Coppa vinta da Francis

Articolo.

Lettura 9 min.

I n mezzo scorre il fiume. E pure due Coppe dei Campioni e un titolo nazionale. Tutte su un lato del Trent, quello dove si affaccia il City Ground, tana del Nottingham Forest. Dall’altro c’è Meadow Lane, la casa del Nott’s County, «the magpies», le gazze, la più vecchia squadra professionistica al mondo, 1862. Il Forest è di tre anni dopo e nella fondazione pare sia stata decisiva una vecchia ruggine tra fratelli. Premessa, il Nott’s County è la più vecchia squadra del mondo se parliamo di professionismo: in realtà, se ampliamo l’orizzonte e consideriamo anche quelle che non hanno mai superato lo status dilettantistico, è la quinta, preceduta da Sheffield Fc e Hallam (che abbiamo già raccontato nella puntata dedicata a Sheffield, leggila QUI ), Cray Wanderers e Workshop Town, tutte fondate tra il 1857 e il 1861. A Nottingham il calcio è religione e ha bisogno di punti quasi sacri nella loro solennità. Il primo è in Trent bridge, lungo London road: basta fermarsi in mezzo al ponte e osservare a destra lo stadio del Forest e più in là le gradinate di quello del Nott’s, tutto in poche decine di metri in linea d’aria, divisi dal fiume. Spettacolare.

Il secondo è in pieno centro e in un incrocio non casuale dal punto di vista della toponomastica: Queen street e King street. E dove altro poteva stare la statua del vero re della città? Brian Howard Clough, un Mourinho ante litteram, un genio assoluto del calcio. Provocatore, guascone, gran bevitore, socialista militante, secondo di 8 figli di una famiglia di operai del Teeside, nel Nordest, non proprio la zona più florida del Regno.