L’Atalanta e gli errori da capire per impostare il futuro. Le richieste di Gasp, il budget, la scelta tra giovani o «pronti»

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G iusto un anno fa, più tre giorni, insieme a L’Eco di Bergamo pubblicavamo uno speciale: «Come si spiega l’Atalanta». Una decina di temi che, come un ideale puzzle, dati alla mano aiutavano a spiegare il senso del fenomeno Atalanta (leggili tutti QUI ). Di una squadra che, in pochi anni, era stata strappata dalla sua realtà di salvezze tranquille e qualche retrocessione e catapultata nel panorama europeo del calcio.

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Ora, quei dati servono anche a spiegare il cammino opposto, che l’Atalanta ha in parte compiuto nella stagione appena conclusa. «Come si spiega l’Atalanta» è il lavoro che comincerà su Corner da domani: gli stessi temi, gli stessi autori, con dati aggiornati e, quindi, in grado di mettere a fuoco e - si spera - fotografare le ragioni alla base del risultato certamente inferiore alle attese che la squadra ha portato a casa da agosto 2021 a fine maggio 2022: ottavo posto, calcio meno spettacolare, meno gol segnati.

Andremo dal campo al business, ovviamente, andando il più possibile in profondità di ogni aspetto. Come si fa, tutti i giorni, su Corner: è un metodo di lavoro che nello speciale dello scorso anno e negli approfondimenti dei prossimi giorni viene «spinto» il più possibile. Come si spiega l’involuzione dell’Atalanta è la base del futuro: comprendere cosa e perché si è sbagliato, correggere la rotta, agire di conseguenza. Il nostro contributo al dibattito sul futuro dell’Atalanta sarà dunque questo. Senza alcun accenno polemico, ma unicamente in senso costruttivo. Questo, d’altra parte, sono i dati e il tentativo che su Corner facciamo ogni giorno di «farli parlare». Ora, cercheremo di fotografare il momento, il bivio di fronte al quale si trova l’Atalanta il giorno dopo aver salutato il direttore tecnico Giovanni Sartori in una conferenza stampa in cui l’amministratore delegato nerazzurro, Luca Percassi, ha messo una parola «di principio»: si lavora «per un’Atalanta più forte».