Il mercato dell’Atalanta e le «7 sorelle»: l’InStat Index promuove soprattutto la Lazio. I veri colpi? Gli allenatori esperti

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M ercoledì 1° settembre abbiamo analizzato qui su Corner il mercato dell’Atalanta utilizzando l’Instat Index come criterio analitico (leggi QUI l’approfondimento). Nello scritto che segue, daremo continuità alla nostra analisi, dando un’occhiata al mercato delle altre big del campionato italiano, ovvero le altre cosiddette «sei sorelle». Inter, Juventus, Milan, Napoli, Roma e Lazio assieme ai nerazzurri, sono accreditate della possibilità di vittoria del titolo, o comunque destinate a piazzarsi nelle prime posizioni della classifica, ed a spartirsi quindi gli onori di giocare in Europa la prossima stagione. Sotto le sette sorelle si sono mosse più o meno bene sul mercato, una serie di squadre che rappresentano piazze storiche ed importanti del calcio italiano. Questi club  ambiscono a tornare ai vertici della Serie A e si sono presentate all’avvio del campionato con il ruolo di “underdog”, pronte a sfruttare i momenti di crisi delle big. La distanza tra loro e le grandi resta comunque notevole anche se tra queste alcune si sono mosse particolarmente bene. La più accreditata è proprio la prossima avversaria dell’Atalanta, ovvero la Fiorentina di Italiano, che è  riuscita a trattenere l’oggetto del desiderio di molti club nostrani ed europei, ovvero la punta Dusan Vlahovic. Oltre all’attaccante serbo, i viola hanno rafforzato la squadra con innesti mirati ed importanti in ogni reparto. Sono così approdati alla corte del tecnico giocatori del calibro di Torreira, Odriozola, Nastasic, Gonzalez ed Igor. Ma torniamo alle sei big. Come abbiamo accennato sopra, il criterio adottato è  stato quello di utilizzare l’Index per cercare di capire come sono, e se sono migliorate le concorrenti dell’Atalanta. Prima di entrare nel dettaglio (squadra per squadra), e bene chiarire ancora un paio di concetti per capire come si è sviluppata questa difficilissima sessione di mercato. Tutti i club, italiani ed europei, sono usciti con bilanci ridimensionati dalla pandemia.