Corner e le storie di calcio estero. Ecco Ansu Fati, l’erede di Messi: un talento sbocciato, ma che all’inizio fu bocciato

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D opo aver parlato di Gabriel Martinelli nella scorsa “puntata” (leggila QUI ), cambiamo oggi continente passando dal Sud America all’Africa. Ci spostiamo più precisamente a Bissau, capitale dello stato di Guinea-Bissau situato sulla costa occidentale circa 2000 chilometri sopra l’equatore. Parliamo di Bissau in quanto città che ha dato i natali il 31 ottobre 2002 ad Anssumane Ansu Fati, ultima stellina della cantera blaugrana candidato a raccogliere l’eredità di Messi nei prossimi anni. Come la grandissima maggioranza dei paesi africani anche la Guinea-Bissau ha vissuto un lungo periodo di dominazione straniera, divenendo ufficialmente colonia portoghese nel 1879 e riuscendo ad ottenere l’indipendenza solo 95 anni dopo, nel 1974 (dopo circa 20 anni di lotte e ribellioni). Perché parliamo di colonialismo e Portogallo? Perché il paese lusitano entrerà prepotentemente nella vita del piccolo Ansu ed in particolare in quella del padre, Bori Fati, che vi si recò poco tempo dopo la nascita di Anssumane. Bori Fati scappò da una Bissau uscita da poco dalla guerra civile e reduce da un colpo di stato nel 2003 che aggiunse povertà a povertà, cercando così fortuna nel continente europeo. Bori giocava già in patria a calcio e tentò di rilanciare la propria carriera calcistica nelle divisioni inferiori portoghesi, senza successo, per poi trasferirsi nel comune andaluso di Marinaleda spinto da voci di offerte di lavoro che non riuscirà a concretizzare.