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Metanodotti ombelicali , perché dipendiamo dalla Russia

Articolo. Come si è costruito il legame dell’Italia con la Russia dalla quale importiamo il 40% del gas che bruciamo e quali sono le vie per liberarsene.

Lettura 6 min.
Un gasdotto russo

Sommario

Divoratori di energia

L’ascesa del metano, gli investimenti sovietici

Lo shale gas americano rivoluziona il mercato

Il mistero dei terminali italiani di gas liquido

I rigassificatori via breve per alleggerire la dipendenza dalla Russia

Divoratori di energia

Le bombe russe ci hanno bruscamente aperto gli occhi su un fatto che fino a pochi giorni fa era lasciato solo alle discussioni degli esperti: per sostenere la nostra economia e il nostro livello di vita abbiamo bisogno di energia, di molta energia. Lo vediamo nel grafico qui sotto, che raffigura l’andamento dei consumi energetici italiani dal 1990 al 2020. La misura che viene utilizzata per quantificare questo tipo di consumi è assimilata a quella del petrolio: in Italia negli ultimi anni gira attorno a 160 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Tep) . Divise su ciascun italiano, vuol dire più o meno 2,5 tonnellate a testa .

Di queste 160 tonnellate di consumi energetici, il 40% è fornito dal gas metano . Il che significa che, ad esempio, nel 2021 abbiamo bruciato oltre 76 miliardi di metri cubi di gas. Il 40% lo abbiamo importato dalla Russia , e ciò nonostante lo scorso anno si sia quasi raddoppiata l’importazione di gas dall’Algeria, come mostra l’animazione del grafico qui sotto.

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