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Scuola e virus, la spinta digitale ha innovato la didattica 2.0

Articolo. Il sistema scolastico è stato chiamato a una dura prova: anni di ritardi colmati in pochi giorni. Ma è stata una esperienza positiva e che vuole essere consolidata. A cominciare da Bergamo

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L’opportunità di innovazione creata dalla crisi

Didattica digitale, lezioni a distanza, broadband, digital technology, internet, digital agenda, connectivity, perfino digital manager. Sono le parole (nuove) della scuola. Proprio come il mondo delle imprese, anche la scuola ha iniziato a masticare termini, tecnologie e una nuova organizzazione a una velocità a cui non era certamente abituata. Una velocità che in più di una scuola su due (47%) è assente se si comincia a guardare alla connessione internet, dove ci si collega alla rete per guardare al mondo esterno e non interagire o mettersi in relazione con i docenti o fra docenti e studenti, e dove professori e insegnanti, meno di uno su due, usa le tecnologie digitali ogni giorno, dove il 27% lo fa forse una volta la settimana. E solo l’8,6% per progettare attività didattiche da remoto. La sfida lanciata dall’emergenza coronovirus ha colpito pesantemente il mondo dell’insegnamento.A tutti i livelli . Ma la sfida è stata raccolta. Le attività didattiche sono bloccate dal 24 febbraio scorso, ad oggi sono state già perse 23 milioni di ore di lezione, al 6 aprile, quando forse si ripartirà, saranno 75 milioni le ore perse di lezione diretta, secondo le stime di Tuttoscuola.

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