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Competenze e formazione sulla sostenibilità vanno insegnate . Più cultura a scuola e nelle imprese

Articolo. Il monito dell’Europa nell’ultima raccomandazione approvata dalla Commissione Ue. Pronta una guida e un percorso rivolti ai ragazzi e più giovani, e a insegnanti e docenti. Ma le imprese già hanno avviato percorsi per far crescere questo apprendimento

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La sostenibilità della bicicletta

C’è anche la sostenibilità della bicicletta. Un piccolo ma efficace modello culturale, stile di vita e di comportamento che nella sua piccola efficacia contribuisce al più imponente progetto di transizione ecologica, in dimensione industriale. Perché è proprio da qui che L’Europa cala sul tavolo la sua nuova raccomandazione: non è una competenza solamente tecnica, di conoscenza tecnologica o digitale. La sostenibilità è fatta di valori e questi principi si devono apprendere. A scuola, soprattutto. E nel più completo sistema di istruzione. Lo stesso vale anche per le imprese.

La difesa dell’ambiente deve essere un fattore culturale e come tale ha bisogno di un percorso di apprendimento che va costruito. La commissione europea mette sul tavolo anche lo strumento, si chiama GreenComp (lo si trova allegato a questo articolo), con cui indica l’insieme di competenze sulla sostenibilità da inserire nei programmi educativi e, guardando alle scuole, aiutare gli studenti a sviluppare conoscenze, abilità e attitudini che promuovono modi di pensare, pianificare e agire con empatia, responsabilità e cura per il pianeta e per la salute pubblica.

Ma la Commissione fa un altro passo, nel solco delle abilità trasversali. C’è anche un quadro europeo sulle competenze necessarie per la transizione verde, come il pensiero critico, l’assunzione di iniziative, il rispetto della natura e la comprensione dell’impatto che le azioni e le decisioni quotidiane di ciascuno hanno sull’ambiente e sul clima globale.
Lo sottolinea la stessa vicepresidente per la promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas, nel dettagliare la raccomandazione Ue: «La partecipazione dei giovani ha rivoluzionato il modo in cui guardiamo al clima e all’ambiente. Attraverso i nostri programmi per i più giovani, il Corpo europeo di solidarietà e DiscoverEU, promuoviamo la spinta alla sostenibilità che coinvolge i nostri giovani. Si tratta di un ulteriore passo avanti nel lavoro verso una migliore integrazione della sostenibilità nell’istruzione. Una delle azioni politiche del resto stabilite anche nel Green Deal europeo come catalizzatore per promuovere l’apprendimento della sostenibilità ambientale nell’Unione europea».
Nel mirino degli aiuti finiscono così gli Stati membri, le scuole, gli istituti di istruzione superiore, le organizzazioni non governative e tutti gli istituti di istruzione nel fornire agli studenti conoscenze e competenze prima di tutto culturali su sostenibilità, cambiamento climatico e ambiente.

Formazione e aggiornamento professionale

Ma se la raccomandazione è prima di tutto rivolta al mondo della scuola, ad aver già risposto, almeno in parte, sono state soprattutto le imprese. Quanto meno, e probabilmente senza riferirsi al monito dell’Ue, sono già scese su questo percorso. La formazione e l’aggiornamento professionale su nuove capacità tecnologiche restano sempre centrali perché richieste dai nuovi modelli economici e da business innovativi. È una formazione che ha assunto necessariamente forme diverse in questi ultimi due anni dovendo rincorrere i contesti lavorativi profondamente trasformati dall’emergenza sanitaria. Imprenditori, manager, tecnici, ma anche operai e impiegati sono nel pieno di percorsi di aggiornamento delle proprie competenze, più attenti alle trasformazioni della digitalizzazione, alle nuove vie della internazionalizzazione, ai nuovi principi di Esg e in scenari di mercato in continua evoluzione. Gli ultimi tre progetti, di questi ultimi giorni, quasi anticipano il dettato europeo.

 

«Aiutare a costruire il proprio futuro, con fiducia” è il presupposto dell’azione annunciata da Fastewb con lo slogan “Tu sei futuro”. Una nuova visione strategica a 360 gradi, basata sul perseguimento dei più alti standard di responsabilità sociale e sostenibilità ambientale. Partendo da dentro l’impresa, per una trasformazione dell’identità aziendale. La novità di questo approccio incoraggiando e coltivando la crescita dei talenti e sostenendo la lotta ai cambiamenti climatici.
«Tu sei futuro è il nostro nuovo slogan, la nostra firma, il nostro progetto per i prossimi anni. Il nostro proposito è riportare il futuro al centro delle vite dei cittadini dopo due anni difficili a causa della pandemia che sentiamo aver tolto a molti il proprio diritto ad avere futuro. Protagonista non sarà più l’azienda, ma le persone. Fastweb darà il massimo per aiutare tutti a costruire il proprio futuro con fiducia, un futuro più connesso, inclusivo ed ecosostenibile», sottolinea Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb. Lo sguardo culturale a un futuro più inclusivo si traduce in corsi che diventeranno parte integrante dell’offerta aziendale per fornire competenze digitali, sempre più necessarie per i lavori del domani. Con oltre 100 corsi gratuiti Fastewb punta ad accrescere le competenze digitali di almeno 500mila persone. «Il potenziale digitale è altissimo. Ma l’Italia non supera nemmeno il 10%» ha rimarcato Calcagno in una intervista al Sole24Ore. E nella sfida che si è data di Carbon Neutral entro il 2025 – “impegno ambizioso” – rientra il programma «Tu sei futuro».
Il progetto vuole ispirare e coinvolgere tutte le persone di Fastweb: tutti i dipendenti dedicheranno 5 giorni all’anno al raggiungimento degli obiettivi di responsabilità sociale e di sostenibilità ambientale, diventando formatori della Fastweb Digital Academy o divulgatori delle competenze digitali presso scuole, biblioteche, centri per anziani, partecipando attivamente ad interventi di riforestazione delle periferie o prendendo parte a progetti di economia circolare, diventando protagonisti delle iniziative che l’azienda metterà in campo a favore della comunità.

 

La formazione elemento di leadership e di crescita

Poi c’è la nascita dell’Academy di Intesa Sanpaolo, rivolta a manager e imprenditore, e che trasforma l’istituto «da partner bancario a partner anche strategico delle imprese – spiega Zambito Marsala, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Formazione -. Da elemento straordinario per garantire la sostenibilità delle imprese nel medio lungo termine la formazione diventa elemento da attivare in maniera costante e continua nella vita di ciascun professionista. E indispensabile per la crescita delle imprese».
In questo solco è stato attivato l’Emba, l’Executive master in business administration, di Intesa Sanpaolo Formazione e Intesa Sanpaolo Innovation Center e tenuto da un team di docenti universitari ed esperti di tutta Italia.
Gli ambiti su quali c’è oggi maggiore domanda di competenze sono certamente quelli tecnologici, big data, intelligenza artificiale su tutti. Ma emergono sempre più bisogni legati a profili specializzati su comunicazione e leadership, professionisti che insegnino la sostenibilità, l’economia circolare e i principi di Esg, che coprano aree come il project management e il decision making. Per questo dallo scorso autunno è stato avviato anche un Executive programme in gestione e innovazione d’impresa destinato a imprenditori, manager e responsabili di funzioni aziendali intenzionati a rafforzare le proprie competenze per una gestione innovativa e sostenibile dell’azienda.

Ancora più vicino alla dimensione auspicata dall’Europa per una diffusione capillare della cultura sostenibile è l’iniziativa Confcommercio “Imprendigreen”. Anche in questo caso, in collaborazione con la Scuola universitaria superiore Sant’Anna di Pisa, il progetto punta a “sostenere, sensibilizzare e premiare l’impegno ambientale del terziario e dei suoi imprenditori favorendo occasioni di crescita culturale e di sviluppo. Il modello è farsi tramite di comportamenti sempre più green, diffondere comportamenti ambientalmente virtuosi sia nella distribuzione di prodotti sia nell’offerta di servizi. L’innovazione dei modelli di produzione resta un passaggio quasi obbligato: formare i propri consumatori per qualificare le imprese.

La formazione attraverso i comportamenti

E poi c’è anche un’altra dimensione, quella della sostenibilità della bicicletta. Quel fenomeno che, in termini di quantità, racconta di una forte ascesa della mobilità green, legata alle due ruote e che è entrata nella strategia (e politica) di moltissimi Comuni e città. Il boom delle piste ciclabile è dato di fatto: l’Osservatorio Focus2R promosso da Confindustria certifica questa crescita in un aumento delle piste ciclabili (+65,5 km solo a Milano), solo 31 Comuni hanno realizzato oltre 224,5 Km di ciclabili, e Bergamo con Mantova, Bologna, Pesaro e Torino è fra le città con il maggior numero di biciclette a noleggio. Una mobilità su due ruote che nel 2020 ha venduto più di 2 milioni di biciclette, insieme a quello delle moto (+21,2%).

Il segnale di un fenomeno e di una sensibilità a cui guarda anche l’Europa e da cui fa partire il suo appello rivolto a scuole, istituti scolastici, centri di formazione. E lo precisa anche in termini di metodo, con una guida operativa in 56 pagine, costruita per loro, ma anche per docenti e insegnanti. Protagonisti quindi ora diventano le persone, i giovani in particolare, e più ancora gli studenti. La guida costituisce un quadro per l’apprendimento della sostenibilità ambientale e può essere applicato in qualsiasi contesto di apprendimento. Fornisce un terreno comune agli studenti e di guida agli educatori, parte dalla definizione di cosa sia la sostenibilità e quale competenza comporta. Il dossier è progettato per supportare l’istruzione e programmi di formazione per l’apprendimento permanente. Non solo: è scritta per tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro età e dal loro livello di istruzione e per qualsiasi situazione e condizione di apprendimento, formale, non formale e informale.

 

«Dall’inizio degli anni ’60, l’educazione alla sostenibilità – si legge nella relazione al progetto GreenComp - è stata spesso associata all’apprendimento trasformativo, e si prefigge di cambiare profondamente le nostre prospettive, convinzioni e comportamenti attraverso la riflessione su ciò che sappiamo e non».
È un approccio che «ci incoraggia a mettere in discussione come interpretare ciò che ci circonda – spiega la Commissione Ue - e il ruolo che svolgiamo».
L’educazione alla sostenibilità per questo punta a «fornire a studenti competenze di sostenibilità per riflettere e abbracciare comportamenti e stili di vita sostenibili nel loro vivere quotidiano di studenti, consumatori, produttori, professionisti, attivisti, politici, dipendenti, insegnanti e formatori, organizzazioni, comunità, e parte della la società in generale».

Il Pianeta e il modello da difendere

Il rapporto dà una definizione del lavoro di apprendimento per la sostenibilità ambientale ritenuto la base per creare consenso e colmare il divario tra esperti e la fascia più comunque delle persone, dei cittadini. Per questo il progetto GreenComp comprende quattro aree di competenza interconnesse: “Incarnare i valori della sostenibilità”, “Abbracciare la complessità nella sostenibilità”, “Immaginare futuri sostenibili” e “Agire per la sostenibilità”. Uno schema di apprendimento che promuove la sostenibilità come competenza di tutti. E risponde così alla crescente esigenza affinché le persone migliorino e sviluppino conoscenze, abilità e attitudini a vivere, lavorare e agire in modo sostenibile. Per esempio, avendo in mente i 17 goals dell’Onu (gli Sdg), obiettivi globali per raggiungere la sostenibilità affrontando le sfide legate a uno nuovo e diverso sviluppo economico. Ed ecco allora la definizione (condivisa) da cui la Commissione Ue, fa discendere il lavoro di promozione: “Sostenibilità significa dare priorità ai bisogni di tutte le forme di vita del pianeta assicurandolo che l’attività umana non superi i confini del pianeta. I confini planetari descrivono come le attività umane, basato sull’uso di combustibili fossili, causa o accelera cambiamenti dannosi per il pianeta.
Gli scienziati hanno identificato nove processi del sistema terrestre che devono essere monitorati e non compromessi. Eccoli in questa figura:

  • i) integrità della biosfera
  • ii) cambiamento nell’uso del suolo
  • iii) clima cambiamento
  • iv) uso di acqua dolce
  • v) acidificazione degli oceani
  • vi) flussi biogeochimici (azoto e fosforo cicli)
  • vii) inquinamento atmosferico da aerosol
  • viii) impoverimento stratosferico dell’ozono
  • ix) rilascio di nuove sostanze chimiche
 

Da questo presupposto, ne derivano i diversi percorsi istruzione e formazione di alta qualità per migliorare le condizioni sociali e ambientali. Problemi socio-ecologici, come la perdita di biodiversità, il cambiamento climatico, l’inquinamento e le disuguaglianze, “possono impedire l’accesso all’istruzione e al lavoro. Questo a sua volta – spiega la Commissione - aggrava i problemi trascinato dentro a un circolo vizioso. Stili di vita sostenibili richiedono un cambiamento di mentalità e di comportamento.
Dobbiamo mettere al centro della nostra società equità e giustizia per le attuali e future generazioni. Il nostro rapporto con l’ambiente – conclude il monito dell’Europa - deve basarsi sulla consapevolezza di essere connesso con la natura. Questo significa mettere in discussione le visioni del mondo alla base del nostro corrente sistema economico. E allo stesso tempo, incoraggiare l’agire individuale e di altri per trasformare la nostra società e dare forma a una sostenibilità futura per tutti. Quindi questo è il messaggio finale: l’apprendimento permanente «dovrebbe incorporare competenze di sostenibilità in tutte le discipline per formare i pensatori sistemici ed etici agenti di cambiamento necessari per promuovere a società sostenibile».

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