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Far crescere l’export: fondi Ue, grande occasione. Un esempio da seguire

Articolo. Le esportazioni made in Bergamo negli ultimi dieci anni, prima della pandemia, avevano registrato un incremento di oltre il 43%. C’è ancora molto spazio, e tante opportunità, grazie ai bandi e ai fondi europei.

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Prima del brusco arretramento registrato lo scorso anno a causa delle emergenze sanitarie ed economiche da Covid 19, le esportazioni made in Bergamo negli ultimi dieci anni avevano registrato un incremento di oltre il 43%.

Erano passate, secondo i dati elaborati dalla Camera di Commercio di Bergamo, da 11,47 miliardi di euro di controvalore nel 2010 a 16,32 miliardi di euro nel 2019. A mettere il turbo all’export orobico sono state per la quasi totalità le attività manifatturiere, che con oltre 15,8 miliardi di euro rappresentano ben il 96,8% dell’importo complessivo.

In base all’analisi statistica Movimprese condotta da InfoCamere, per conto di Unioncamere sulla natalità e mortalità delle imprese bergamasche, nel 2020 si sono cancellate 4.903 imprese a fronte di 4.363 nuove registrazioni.

Registriamo quindi un saldo negativo di 540 imprese e una perdita in percentuale (-0,57%), leggermente inferiore alla media lombarda (-0,59%), e un totale complessivo di 94.008 aziende registrate.

Il tessuto economico orobico ha quindi tenuto “botta” ai duri colpi inferti dalla grave crisi economica globale. Ma proprio i mercati esteri rappresentano una grande opportunità per la ripartenza delle nostre imprese.

Secondo la ricerca Ice-Prometeia 2019-2020, la ripresa degli scambi mondiali nel 2021 sarà guidata in particolare dall’aggregato dei Paese emergenti Asia (+10,3% e +8,2% per l’import di manufatti rispettivamente nel 2021 e 2022), Cina in testa, per poi rafforzarsi ulteriormente a livello globale.

Le esportazioni italiane sono destinate a crescere ulteriormente, confermando l’export uno dei fattori trainanti della nostra economia.

Una prospettiva molto interessante in particolarmente per le pmi, che rappresentano oltre il 90% delle imprese italiane e generano il 51,2% dell’export; a patto che le stesse accettino le nuove sfide, il che significa soprattutto aggiornare gli assetti organizzativi e innovare prodotti e servizi, magari ricorrendo ai finanziamenti europei.

Dalla Ue 95 miliardi di euro di finanziamenti

Il nuovo programma quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione per il periodo 2021-2027, denominato Horizon Europe (HEU), mette infatti a disposizione la bellezza di 95 miliardi di euro di finanziamenti, molti dei quali a fondo perduto e dedicati esclusivamente alle pmi e alle start up più innovative.

Bergamo su questo fronte ha già dimostrato in passato di avere molte realtà d’eccellenza, ma forse, come dicono spesso gli insegnanti ai genitori in merito all’andamento dei propri figli, può fare decisamente di più.

Perché, in base ai dati del Registro delle imprese innovative gestito da Unioncamere, Camere di Commercio italiane e Ministero dello Sviluppo economico, sul nostro territorio sono attive 46 pmi (il 5,3% del totale lombardo e il 2,5% del dato nazionale) e 277 start up innovative (il 6% del totale lombardo e il 2,2% a livello nazionale).

Le 323 realtà bergamasche specializzate nell’innovazione e nella ricerca rappresentano il 2,3% delle pmi e start up italiane proiettate nel futuro.

Al di là di tali numeri, che ci si augura possano crescere sempre di più, servirebbe un cambio di marcia anche sul fonte della partecipazione ai bandi. Perché, soprattutto per quanto riguarda quelli europei, sono ancora (troppo) poche le imprese che riescono ad arrivare alla fase finale del percorso, per non parlare dell’ottenere i cospicui finanziamenti a disposizione.

Ci si chiede il perché, dato che le idee, le tecnologie, la determinazione, la passione e le competenze di certo non mancano alle nostre imprese.

Ottenere i fondi europei è possibile

Ne sa qualcosa Luca Ravagnan, amministratore delegato di Wise, azienda innovativa che ha fondato dieci anni fa quale start up insieme a tre soci, anch’essi ricercatori. La società di Ravagnan e soci, dopo aver vinto in passato diversi bandi regionali e nazionali, è stata premiata allo StartupItalia Open Summit 2020 quale migliore start up 2020 ed è tra le poche realtà italiane che ce l’ha fatta a meritarsi il finanziamento europeo, anche se non è stato per niente facile, tutt’altro.

«È stato un percorso lungo, complicato e al tempo stesso affascinante e costruttivo - spiega il Ceo di Wise, che ha sede a Cologno Monzese -, nel quale non sono mancate anche per noi le bocciature pur avendo ottenuto punteggi elevati e aver ottenuto il marchio d’eccellenza. Conosco altre realtà italiane d’eccellenza che hanno ottenuto un finanziamento dall’UE, ma nessuna di loro ha vinto al primo tentativo». Per capire il recente prestigioso riconoscimento dato a Wise, è necessario capirne bene l’attività.

 

«Siamo specializzati nella produzione di dispositivi medici, sviluppiamo nuove generazioni di elettrodi per neuromonitoraggio, neuromodulazione e brain-machine interface - spiega Ravagnan, un dottorato di ricerca in Fisica e una pluriennale esperienza nella ricerca di base e applicata nel campo delle nanotecnologie -. Applichiamo una tecnologia molto innovativa che consente di integrare su strati sottilissimi di gomma (silicone medicale) dei circuiti elettrici. Di fatto delle piste conduttive per elettrodi medicali che il chirurgo inserisce sul cervello del paziente durante interventi molto delicati, quali ad esempio la riduzione di un tumore. Sulla base di questo primo importante risultato, stiamo sviluppando delle nuove famiglie di elettrodi necessarie per altre applicazioni, come impiantarli sul midollo spinale per combattere i dolori cronici».

 

 

Per il nuovo progetto, che, come richiede la commissione europea, è estremamente innovativo e dirompente, la Wise, ha ottenuto da poco un finanziamento europeo di 2,3 milioni di euro a fondo perduto. Si tratta di un bando legato ancora ad Horizon 2020, il piano di interventi previsti nel periodo 2014-2020 destinato a sostenere le attività di ricerca e di innovazione di start up e pmi, al quale è subentrato il nuovo programma Horizon Europe, attivo sino al 2027.

Wise è stata tra le sole 36 imprese (su 2.551 partecipanti) che hanno ricevuto il finanziamento europeo, unica italiana del gruppo vincente.

«Siamo felicissimi per quanto ottenuto - dice Ravagnan-, spiace che siamo arrivati alla fine in pochi, ma il livello della competizione in Europa è molto elevato e il percorso davvero complesso. Ovviamente bisogna presentare un progetto all’avanguardia in grado di fare la differenza».

Ci si confronta con migliaia di competitor d’eccellenza

«Ma è altrettanto fondamentale - prosegue - conoscere nel dettaglio il percorso a cui si va incontro, durante il quale ci si confronta con migliaia di competitor d’eccellenza di tutta Europa e di alcuni paesi extra europei con rapporti molto consolidati con l’Eu (esempio, Israele e Svizzera). Solo per superare la prima fase - prosegue Ravagnan -, ovvero da quando si è scritto il progetto (con una documentazione molto complessa e tecnica, redatta nei minimi particolari), a quando si ottiene la sua approvazione, mediamente passano dodici mesi; poi, se si è bravi a superare il primo traguardo, arrivano le tappe più dure, dove ogni minima incertezza o imprecisione può costare l’eliminazione.

Una competizione così specifica e agguerrita richiede massime competenze e capacità nella stesura e presentazione del progetto: diversamente non si va avanti.

È necessario comprendere e accettare i propri limiti, perché si può essere un eccellente imprenditore a Bergamo e Milano, ma quando si arriva a Bruxelles si diventa tutti uguali, contano solo la bontà dei progetti e il modo con cui lo si comunica. Per questo è fondamentale farsi aiutare da professionisti del settore, perché con le loro competenze ed esperienze, possono fare la differenza, dare quel valore aggiunto che si nasconde anche nei minimi dettagli nella stesura e nelle dimensione dei testi, nella forma e nei comportamenti che la commissione si aspetta».

In poche parole, in Europa non si può improvvisare nulla, nemmeno quando si è imprenditori di lungo corso con un curriculum di assoluto livello.

 

Il grande valore aggiunto del team di Wise sta nella formazione della sua governance. «La società è fatta da universitari - spiega il Ceo -; io per primo sono stato un ricercatore per diversi anni e inizialmente ho imparato a redigere i progetti per i bandi affiancando i miei colleghi più esperti. Per la nostra società si tratta del primo importante bando europeo finanziato, ma in passato abbiamo vinto molti bandi in Italia; a livello regionale ad esempio siamo stati (Wise) a capo di una cordata di un progetto finanziato per 3,5 milioni di euro da Regione Lombardia».

Ecco tre buoni motivi per mettersi in gioco

https://www.ecodibergamo.it/videos/video/ecco-perche-e-importante-partecipare-ai-bandi-europei_1050277_44/

In questo video: l’amministratore delegato di Wise, Luca Ravagnan, spiega i tre buoni motivi per partecipare ai bandi europei per finanziare la propria azienda. Accesso a finanziamenti a fondo perduto o con forti agevolazioni; ottima reputazione e visibilità internazionale per l’azienda; il confronto con i competitor europei aumenta la qualità dell’impresa.

«Dal primo giorno in cui la società è stata costituita - racconta - abbiamo iniziato a partecipare a bandi regionali e nazionali ad esempio delle Camere di Commercio, della Regione o di ministeri, e poi anche europei. La nostra formazione universitaria e di ricercatori ha fatto sì che abbiamo preso sempre più dimestichezza nel settore dei bandi, ne abbiamo scritti molti, e questa esperienza è stata sicuramente una carta vincente in nostro possesso».

Con qualità e tenacia si può vincere

https://www.ecodibergamo.it/videos/video/con-qualita-e-tenacia-si-puo-vincere_1050278_44/

In questo video: il percorso per vincere i bandi Eu è difficile. Lo conferma Luca Ravagn, amministratore delegato di Wise. La pmi innovativa, che ha recentemente ottenuto 2,3 milioni di euro di finanziamento a fondo perduto, è stata stoppata più volte. Ma con qualità e tenacia si può vincere. La bocciatura non è squalificante, aiuta a migliorarsi e aggiustare il tiro. È necessario seguire scrupolosamente le indicazioni dell'Ue, facendosi aiutare da professionisti in grado di fare la differenza. Come ha fatto Wise, unica italiana su 36 progetti finanziati e oltre 2.500 presentati per un bando dedicato alla ricerca scientifica.

L’importanza di prendere confidenza

«In modo analogo - prosegue Ravagnan - è importante che le imprese, soprattutto le più piccole, prendano confidenza con i bandi, iniziando con quelli delle istituzioni locali (come quelli della Camera di Commercio) per poi, via via, partecipare a quelli regionali e nazionali. L’esperienza maturata nel tempo consente poi di affrontare con maggiori possibilità i bandi europei, soprattutto se supportati da professionisti specializzati in tale difficile materia».

L’ultimo, ma non meno importante, consiglio di Ravagnan è di iniziare facendo parte di piccole cordate, e con progetti che, anche se non dovessero superare l’esame dei bandi, non cambiano di certo le sorti dell’impresa. «Ma sono tutte esperienze che servono per avere un riscontro sul proprio operato - sottolinea -, per capire dove l’azienda si colloca nel mercato, dove è necessario apportare dei cambiamenti per migliorare e diventare più competitivi, per capire le tempistiche e le modalità delle procedure. Tutto ciò consente nel tempo anche un cambio culturale dell’azienda, che lo proietta con più forza verso i mercati internazionali».

Proprio ai bandi europei, in particolare il nuovo Horizon, sarà dedicato un nuovo webinar di Skille con la collaborazione degli esperti di Europartner Milano al quale potranno partecipare tutti gli imprenditori interessati. Nei prossimi giorni pubblicheremo tutti i dettagli e le modalità per l’iscrizione, gratuita per i nostri lettori.

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