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La startup inclusiva che mette ordine nelle relazioni con mappe visuali

Articolo. Si chiama «Spunto Edu», è made in Bergamo, fondata da due giovani e si sta imponendo come il primo portale web per il supporto a studenti con dislessia e con difficoltà specifiche di apprendimento. Innovazione, tecnologia e modelli innovativi di business diventano anche leve di inclusione digitale a scuola e nelle imprese

Lettura 6 min.

L’inclusione come modello di business

Una persona normale per leggere un testo di tre righe, 20 parole, muove gli occhi 19 volte, e completa la lettura in 4-5 secondi. Se soffre di dislessia, tutto esplode: sono necessari almeno 57-60 movimenti degli occhi, avanti e indietro nella lettura, e il tempo impiegato è relativo, anche diversi minuti. Tutto è più lento. Poi c’è la scrittura, e qui i conti si fanno con l’ansia, con un senso di angoscia che sale e che porta quasi sempre al «blocco da foglio bianco», l’incapacità della prima parola. E tutto si ferma, si blocca.

Il bisogno è ben presente. In Italia oltre 300mila fra ragazzi, studenti delle scuole medie («è qui il bisogno maggiore») fino agli alunni della scuola primaria soffrono di Dse o di Dsa, i disturbi evolutivi certificati come la dislessia, la discalculia, la disgrafia o la disortografia, difficoltà specifiche dell’apprendimento, incapacità di darsi un metodo di studio. E tutto diventa decisamente più complicato.
L’effetto è un crollo dell’autostima, l’esclusione dalla vita di relazione. Negli ultimi dieci anni – dati ministeriali - i casi sono aumentati del 5%, oggi crescono dello 0,5% medio l’anno, quasi mille ragazzi ogni dodici mesi intrappolati in questa senso di ansia.

È il perimetro di un bisogno relativamente nuovo. La differenza invece la fa il modello di risposta. Diversity management, includere e far crescere la relazione, dare una spinta per valorizzare le fragilità dentro normali rapporti sociali diventano paradigma d’impresa su cui è possibile costruire prodotti dentro anche a un modello di business. L’innovazione, supportata e abilitata dalle tecnologie digitali, è la leva di trasformazione di ogni ambiente, dalla scuola all’ambito dell’education: crea progetti di sostenibilità e di responsabilità sociale d’impresa.

 

La startup per includere dentro strategie di crescita

È il percorso in cui si è impegnata la startup Spunto Edu, giuridicamente srl, sede a Bergamo, fondata da due giovani, Martina Brugnara e Nicolò Maggioni. Ma pensata molto prima, fra i banchi del liceo artistico della città, lo storico liceo “Pio Manzù”, quando in classe la stessa Martina ha dovuto confrontarsi con la sua dislessia. Da qui il progetto, che ha trasformato Martina e Nicolò in imprenditori di una startup innovativa, ma dai forti contenuti di impresa inclusiva, dove «inclusione» è la parola-chiave delle strategie di crescita.

La web app Spunto lavora su più fronti e si sta imponendo in Italia come la prima web-app e piattaforma digitale completa che eroga servizi a supporto dello studio per chi ha difficoltà d’apprendimento, forma studenti consapevoli ed è utilizzabile anche per chi vuole accompagnare studenti Dsa nello studio, dai genitori agli insegnanti, ai tutor. Ai ragazzi garantisce una formazione su misura che genera autonomia e potenzia le diversità con un apprendimento inclusivo a cominciare dalle scuole.
La piattaforma attraverso gli strumenti che mette a disposizione trasforma così lo studio su misura, riducendo i tempi e insegnando un metodo di studio efficace per raggiungere gli obiettivi che ciascun ragazzo si è dato. Ma non da soli: collaborando con gli altri compagni e sviluppando una didattica inclusiva.

 

Il futuro è scritto anche nei numeri

Oggi, a soli quattro mesi dal debutto sul mercato e dopo tre anni di progettazione e sviluppo, Spunto vanta numeri quasi da exit: disponibile in abbonamento online, ha oltre 1.300 iscritti, un tasso di crescita medio mensile del 79%, otto utenti su dieci (83%) rinnovano l’abbonamento. Il giro d’affari su tre mesi è di 190mila euro (il 5% già nel segmento BtB) e un margine operativo sui 90mila euro.

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Martina Brugnara

Cofounder e Ceo di Spunto Edu

L’obiettivo del business plan al 2025 punta 14mila utenti, un Mol di 220mila euro e ricavi per oltre 400mila euro. «Il lookdown è stato un fertile incubatore dell’idea, e dal 2021 a oggi abbiamo a messo a terra il progetto – spiega Brugnara, che da cofounder e Ceo di Spunto cura la parte finanziaria, amministrativa e la vision d’impresa -. Abbiamo seguito prima un percorso tecnico-formativo nel team Startup Geeks di quattro settimane. E poi, sei mesi di lavoro per costruire la struttura societaria nell’incubatore SprintX di Bari. La parte finanziaria è stata sempre coperta con bandi europei, in quest’ultimo caso grazie al bando Ue «Estrazione di talenti».

Oggi, con il prodotto scientificamente validato, vogliamo entrare in un programma di accelerazione e completare il disegno organizzativo: lanceremo una call per finanziamenti o investitori». Le condizioni di mercato sono favorevoli.

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Nicolò Maggioni

Cofounder e Cto di Spunto Edu

«Un confronto con i nostri competitor – spiega Nicolò Maggioni, cofounder e Cto della startup – ha fatto emergere i vuoti e i ritardi sul mercato: oggi si riesce a coprire solo il 3% dei bisogni, molte funzioni e strumenti non sono ancora completi e disponibili. Così abbiamo arricchito la nostra piattaforma - spiega - con quattro sezioni, copriamo 11 materie, a settembre arriverà anche matematica, 400 argomenti sviluppati, più di 800 strumenti come mappe concettuali e percorsi di ragionamento rappresentati visivamente per meglio chiarire e riordinare i concetti.
Un archivio materiali per materie che consentono di apprendere o ripassare una grande mole di informazioni, audio riassunti . C’è poi la dettatura vocale per creare e riascoltare testi, è possibile utilizzare la sintesi vocale per leggerli permettendo di ascoltare a lungo senza affaticarsi a differenza della lettura.

 

Un nome semplice per un metodo semplice

«La nostra è una sintesi vocale di qualità, la voce è gradevole e scorrevole, ben lontana dalle voci di sintesi dal timbro artificiale e un po’ robotico» spiegano i due co-founder. Poi ci sono quiz per imparare divertendosi, ma soprattutto è lo strumento per il proprio livello di preparazione, azione fondamentale per auto-valutarsi, consentendo il miglioramento.
«Rispondendo a 10 domande inerenti all’argomento selezionato cliccando su vero o falso, in pochi minuti si potrà avere un riscontro diretto del proprio studio. Alla fine delle domande si potranno vedere le risposte errate o corrette e decidere se riprovare o ripassare l’argomento. Tutto questo con grande accessibilità e condivisione e lavoro in gruppo».

C’è poi il nome, omonimo della startup, “Spunto”: «È un nome semplice - spiega Maggioni -, perché è semplice la metodologia adottata: dare una spinta costante ai ragazzi per raggiungere i propri obiettivi grazie alla loro singolarità. Ogni giorno fornire uno “spunto” al loro percorso di crescita». Contenuti e percorsi della piattaforma hanno una costante validazione scientifica.
«Ogni materiale - precisa Brugnara – è analizzato da un pool di esperti , collaboriamo con l’Università di Bergamo, docenti , psicologi, pedagoghi e insegnanti, che approvano la validità scientifica. Il lavoro è costante, e si perfeziona anche con i feedback degli studenti che già utilizzano Spunto. Ma c’è un obiettivo su tutti: sostenere e aumentare l’autostima dei ragazzi. È ciò che loro ci chiedono, ancora prima dell’apprendimento».

La startup Spunto è un modello innovativo d’impresa anche per il suo paradigma organizzativo. «Una piattaforma digitale – spiega Maggioni – perché il digitale sarà sempre più l’ambiente di studio e della scuola. E la piattaforma vuole anche abilitare all’inclusione digitale, personalizzando prodotti e servizi. Inseriremo un esperto Cto sviluppatore, attiveremo strumenti come gli avatar-assistenti attraverso la realtà virtuale. E stiamo esplorando anche le opportunità dell’intelligenza artificiale, ma è ancora presto: colori, caratteri, lunghezza dei testi sono variabili molto sensibili. Sbagliare significa pregiudicare quello che definiamo l’achievement del percorso. Occorre molta cautela, per ora almeno».

Materie e strumenti per orientarsi nel sapere

Studiare biologia e fisica non è semplice

Utile soprattutto nelle scuole medie e superiori, è molto utile l’archivio dove si trovano le mappe e audio riassunti per ogni argomento che i ragazzi possono poi modificare in base alle proprie esigenze.

 

Ogni personaggio ha la sua storia

Ricercare informazioni su personaggi o luoghi richiede molto tempo: avere una mappa che orienta aiuta a ridurre di molto il tempo dedicato alla ricerca e a studiare in modo più efficace rendendo più sicuri di sé.

 

L’arte e le sue forme nel tempo

Questa mappa ripercorre le diverse evoluzioni e le varie forme e correnti con cui si sono manifestate le diverse forme artistiche, espressive o architettoniche nel tempo, organizzandole nel tempo.

 

Geometria, una questione di formule

I ragazzi con difficoltà di apprendimento fanno fatica a memorizzare e recuperare formule e sequenze. È risultato molto efficace e utile poter disporre di tutte le formule a portata di mano.

 

La grammatica è fatta di troppe regole

Districarsi e memorizzare l’immenso mondo delle regole grammaticali è un’impresa per tutti. Individuare e seguire le norme diventa complesso senza avere un percorso logico da seguire e già tracciato.

 

La storia e popolazioni si intrecciano

Ripercorre vicende e gesta di ogni popolazione della storia è avvincente. Poter studiare seguendo mappe visuali partendo da quelle dell’archivio, e arricchendole consente di personalizzarle al meglio.

 

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Un’idea ingenua, ma di valore

La startup Spunto Edu si può dire che sia nata sulla pelle dei suoi fondatori. In particolare sull’esperienza e il contesto di difficoltà in cui la stessa founder Martina Brugnara si è trovata e con cui ha dovuto fare i conti. In questa breve intervista ci spiega il terreno da cui è nata e con quale obiettivo si è trasformata in un’attività di impresa.

La sua esperienza ha ispirato molto questa iniziativa imprenditoriale...

Sì, è vero. Essendo io dislessica ho sempre sognato uno strumento in grado di aiutarmi nello studio, di farmi sentire sicura e in grado di fare i compiti da sola. Avendo vissuto sulla mia pelle le stesse difficoltà che i ragazzi provano ancora oggi e utilizzando i mezzi offerti dalle nuove tecnologie, con Nicolò abbiamo creato uno strumento per offrire un supporto concreto.

E da quale bisogno più urgente siete partiti?

Da due esigenze in particolare: la prima, suggerire ai ragazzi un metodo di studio capace di farli crescere. organizzare e renderli autonomi nello studio. Evitare, cioè, per quanto più possibile l’intervento o il supporto di un’altra persona, in genere i genitori, durante lo studio.

E il secondo obiettivo di questo approccio?

In realtà è forse anche il più importante: aumentare il livello di autostima di questi ragazzi con difficoltà di apprendimento. È la richiesta più frequente, il bisogno più urgente. Crediamo che grazie a questi nuovi strumenti, alunni e studenti potranno mostrare il loro potenziale mettendo in evidenza le unicità che li contraddistinguono.
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