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Virus e tecnologia: nasce a Bergamo l’app che garantisce tutela e sicurezza

Articolo. Una piccola società hi-tech risponde all’appello del ministero dell’Innovazione e regala il dispositivo: in Bergamasca 60 Comuni hanno scaricato lo strumento, attivati oltre 6mila dispositivi in due giorni nelle zone del territorio più colpite dal Covid-19

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Digitale e innovazione nell’interesse comune

In un due soli giorni oltre 1.300 download dell’applicazione, un traffico di informazioni scambiate che si avvicina a oltre 600 interazioni all’ora, già oltre 6mila app attive nella “zona rossa” bergamasca e che comprende i due Comuni focolai dell’emergenza coronavirus, Nembro e Alzano Lombardo.
Aumenta il bisogno di informazioni, rapide e certe. Cresce l’esigenza di essere aggiornati di continuo da parte dei cittadini e delle popolazioni coinvolte in maniera diretta o indiretta dall’evoluzione della crisi virus. Cresce il bisogno di indicazioni certe, di istruzioni su come comportarsi e su che cosa aspetta quelle popolazioni. Si fa prevenzione anche così, mettendo a disposizione le informazioni in tempo reale, ci si difende anche così dalla potenzialità del contagio. Lo hanno capito subito gli amministratori locali delle aree colpite della Bergamasca. Oltre Nembro e Alzano, l’app “Comune Facile” messa gratuitamente a disposizione dalla società Yamme, quartier generale a Villa d’Almè e spin-off della capogruppo teamQuality specializzata in soluzioni tecnologiche, siti e applicazioni web per i servizi online della pubblica amministrazione, è stata adottata anche da altri 60 Comuni bergamaschi. Gli ultimi, sabato, sono stati Zanica, Casazza e Mapello: oltre mille app attivate in un solo giorno.

 

È la reale situazione di come la tecnologia anche sul territorio sta innovando le dinamiche di relazione e i flussi di comunicazione al tempo del coronavirus. Dopo quello organizzativo e del lavoro, della scuola e della sanità, questo è un altro fronte su cui l’impatto tecnologico sta dimostrando come, dai problemi e situazioni complesse, la cultura dell’innovazione possa ricavare soluzioni importanti. Arrivando perfino a un digitale che diventa nuovo strumento positivo di solidarietà.

Uno strumento in più che aiuta a riprendere i ritmi della quotidianità e della socialità

L’impatto sociale, economico e umano dell’emergenza virus è indissolubilmente connesso al modo in cui si comunica fra le persone. I cittadini vogliono sapere subito, ma informazioni certe e affidabili che scongiurino il rischio di fake news che portano con sé i social media. E così si rivolgono direttamente a sindaci e amministratori. La differenza la fa il modo con cui le autorità sanitarie, amministrazioni locali, istituzioni veicolano informazioni e certezze in modo trasparente con i propri cittadini. E, al contrario, come la gente comune riesca con efficacia a segnalare le criticità, le proprie emergenze o richieste d’aiuto. La ministra all’Innovazione, Paola Pisano, ha fatto un appello: le società hi-tech, il mondo dell’Ict che avessero strumenti o soluzioni tecnologiche che consentano di ritrovare una quotidianità, di non dover rinunciare al lavoro, all’istruzione, a informarsi, alla propria socialità «le mettano a disposizione gratuitamente per togliere quei limiti soprattutto imposti ai cittadini residenti nelle aree rosse».

La solidarietà digitale per il territorio

Insieme a Ibm, Microsoft, Cisco, Vodafone, Eolo, Fastweb Amazon e altre società, anche la bergamasca Yamme ha risposto, una piccola realtà tecnologica, meno di un anno di vita, dieci dipendenti, ma con un saldo patrimonio tecnologico di partenza. Aveva già lavorato e messo a punto un’app per veicolare la comunicazione Comuni-cittadini. Oggi, in emergenza, ha reso gratuita questa soluzione per tutti i Comuni. «È una forma di solidarietà digitale, un modo per consentire alle amministrazioni – spiega Leonardo Olivieri socio e co-founder di Yamme - di informare i cittadini su novità, provvedimenti, ordinanze legate, oggi, all’emergenza virus. Ma anche per garantire un canale ai cittadini che vogliano segnalare propri bisogni, esigenze, richieste di aiuto in un momento in cui l’isolamento costringe a restare staccati. La connessione online in questo caso diventa un valore sociale».

Pensato per le popolazioni delle «zone rosse» il dispositivo sta sempre più diventando anche veicolo ufficiale per coordinare richieste, aiuti e soccorsi

Uno scenario nuovo in cui la tecnologia può aiutare a vivere meglio questa situazione. E i dati dimostrano quanto l’app “Comune Facile” confermi questa direzione: in meno di cinque giorni è stato un crescendo di download: un balzo a 4.650 applicazioni scaricate fino a martedì, per crescere a poco più di 6mila negli ultimi due giorni, 1.300 in più fra giovedì e venerdì scorsi. Tutte applicazioni che stanno generando un traffico di interazioni e scambio di informazioni altissimo fra sindaci, cittadini e autorità sanitarie: tutte informazioni coperte da privacy, ma che stanno riguardando lo stretto evolversi dell’emergenza e delle ricadute sulla popolazione. Con l’effetto di rassicurare la maggior parte dei cittadini.

 

L’effetto positivo di questa interazione all’interno di una comunità è stato colto. «Ora ci hanno chiesto di estendere lo strumento digitale perché si possa accedere alla rete sanitaria più prossima ai cittadini, come farmacie e medici. Questi dati sono una ricchezza in più di informazioni – spiega Oliveri -, che si aggiunge alle notizie di servizio ufficiali fruibili dalle app regionali sulle code negli ambulatori, ai pronto-soccorso o sulla disponibilità di posti liberi negli ospedali». Ma la rete si allargherà ancora. Lo sviluppo dell’applicazione è stata chiesta dalle scuole della provincia, per meglio veicolare informazioni sia agli studenti per la parte didattica, sia ai genitori per i servizi.

Dopo il lavoro, la scuola e l’informazione i servizi dell’innovazione stanno dimostrando quanto facciano la differenza in situazioni di emergenza

«Finora si è dimostrata un dispositivo funzionale e capace di facilitare il flusso ufficiale delle informazioni. Facciamo parte anche noi di questo territorio e abbiamo voluto dare il nostro contributo. In questo momento – conclude Olivieri – la soluzione digitale non può che essere un supporto tecnologico valido e in più per affrontare il momento complicato che stiamo vivendo».

Dove la tecnologia sta aiutando la situazione di emergenza

  • Cura e Intelligenza artificiale
    La prima forma di applicazione di tecnologia avanzata è stata per isolare il virus. Ora l’intelligenza artificiale in 20 secondi identifica l’infezione con una certezza già al 96%.
  • Gestione ed elaborazione big data
    L’utilizzo delle piattaforme di analisi ha consentito di velocizzare la ricerca dei contatti diretti di ogni paziente positivo al test. Questo grazie alla raccolta di una grande mole di dati e informazioni.
  • La robotica e i droni per il monitoraggio
    Nel pieno delle zone rosse le connessioni alla rete 5G hanno consentito a robot e droni di fornire servizi e istruzioni ai pazienti e di disinfettare aree in quarantena.
  • Il lavoro e le soluzioni smart working
    La possibilità di connessione a distanza attraverso specifiche piattaforme ha consentito a molte aziende e lavoratori di non interrompere le attività.
  • Lezioni online a scuola e Università
    Sono state attivate in breve tempo piattaforme e-learning, strumento di formazione da remoto o di apprendimento e per lo studio a distanza in scuole e università.
  • La diffusione online dell’informazione
    La connettività rapida consente di essere informati e aggiornati sull’evoluzione del virus leggendo giornali, indicazioni, prescrizioni sanitarie e regole direttamente da smartphone o tablet.
Leonardo Olivieri

socio e co-fondatore della società Yamme di Villa d’Almé

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Leonardo Olivieri, socio e co-founder di Yamme srl, la piccola società spin-off della capogruppo teamQuality di Villa d’Almé, spiega non solo il valore di uno strumento che mette in connessione autorità e cittadini in situazioni di emergenza, ma quanto sia decisivo anche per far crescere ils senso civico delle r elazioni all’interno di una comunità. Dinamiche che spesso i social media, invece, non consentono o addirittura fanno degenerare in polemiche o insulti.

Una semplice app, ma abbiamo visto nell’emergenza vorus cambia il senso delle relazioni...

È l’uso che se ne fa della tecnologia a cambiare o a ridare un valore nuovo al risultato finale. In questo caso di emergenza il vero valore è dare informazioni certe ai cittadini colpiti e tutelare le popolazioni per evitare i contagi. Ma con informazioni ufficiali, sicure e trasparenti.

Ma qual è la differenza dai social media, allora?

I social sono diventati uno strumento per ribadire concetti che non sempre rispettano il senso di verità. Se ne fa sempre più un uso improprio. Si utilizzano per scrivere, creare false indicazioni, sollevare polemiche. In momenti di crisi come questo alla paura rischiano di aggiungere panico fra la gente comune. È questo crea un ulteriore problema a quello già importante dell’emergenza.

Sembra esserci un passaggio da strumento social a strumento civico...

Il senso, la sua funzione nuova è proprio questa: diventare strumento per parlare con le istituzioni, con i Comuni, i sindaci e poter fare segnalazioni, valutazioni, richieste dentro una cornice istituzionale e ufficiale. E dove gli interventi e chi interviene viene riconosciuto per il ruolo reale che ricopre.

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