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La sostenibilità si deve misurare. Qualità e filiere certificate per le costruzioni

bianca. Decarbonizzazione entro il 2050 dei processi di produzione e per i prodotti finali. Il sistema delle costruzioni, come molti altri settori industriali, è chiamato a una fase nuova: industrializzare e digitalizzare è la base per trasformare processi e prodotti sostenibili. La strategia di Italcementi in questo percorso

Lettura 8 min.

I nuovi trend e i nuovi scenari del sistema edilizio

Il sistema delle costruzioni va dritto verso una rottura. Con il passato. Tutti i nuovi scenari fissano la ripartenza se si mettono a sistema tre percorsi chiave: digitalizzazione, industrializzazione e sostenibilità. «E aggiungerei economia circolare, parte de i tre percorsi ma altrettanto altro pilastro importante. L’industrializzazione per le costruzioni è un processo necessario, anche per rispondere a nuove esigenze del mercato degli investitori. La digitalizzazione – spiega Enrico Borgarello, direttore Innovazione di Italcementi, società del gruppo Heidelberg Cement e leader italiano nel settore dei materiali per le costruzioni - è un tool che sta rientrando pesantemente anche nelle costruzioni. Ma è la sostenibilità il driver di tutto. Per il settore, energeticamente intensivo anche nella preparazione del prodotto, si traduce in meno materie prime nobili, nell’aumento del riuso e riciclo di inerti, aumento della qualità finale, un taglio progressivo delle emissioni di CO2».

In questa prospettiva, oltre all’innovazione spinta che la tecnologia dell’industria 4.0 sta andando all’intero comparto dell’industria, va ricordato che il piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr, destina il 51% del totale delle risorse stanziate a questo settore. Sono circa 114 miliardi di euro di cui 63,5 per nuovi interventi. Inoltre l’industria delle costruzioni ha già avviato importanti investimenti verso la sostenibilità e l’economia circolare per oltre 110 milioni di euro con 311.615 tonnellate di emissioni di anidride carbonica risparmiate, solo nel triennio 2017-2019.

Enrico Borgarello

Direttore Innovazione di Italcementi, del gruppo Heidelberg Cement

La svolta sostenibile ha però un perno centrale, la vera novità: la sostenibilità si deve poter misurare. Non c’è cambiamento se non si tiene sotto controllo l’impatto ambientale generato lungo il processo di costruzione, di ogni singolo attore, industria e fornitori della filiera. In un’ottica di carbonizzazione neutra imposta dall’Europa entro il 2050, vuol dire valutare in termini digitali, con funzioni di intelligenza artificiale e tecnologie cloud, quanta emissione di anidride carbonica si è realmente risparmiata. Ma anche misurare la riduzione delle materie prime usate (acqua e sabbia, in particolare), quanto sono sostituite con materia di riciclo, quanto di riuso, quanto di più a chilometro zero si può recuperare materia prima e trasportare nel cantiere.
Tutto richiama fortemente in causa ogni singolo attore della filiera, dalle industrie agli impianti fino ai singoli fornitori. E qui emerge due importanti novità. Spiega Cucitore, responsabile area Qualità e Innovazione di Italcementi: «Stiamo facendo un lavoro enorme per portare i concetti di qualità e di attenzione alla qualità su tutta la filiera proprio perché siamo convinti che rappresentano uno dei driver fondamentali per ridurre l’impatto ambientale».

Il settore è altamente intensivo, sia per energia sia per emissioni di CO2: la sfida sarà diventare anche più sostenibili socialmente con minor uso di materiali

Il settore delle costruzioni è l’industria più grande del mondo. L’ultimo report di McKinsey, indica l’intero ecosistema responsabile del 13% del Pil globale, ma negli ultimi due decenni ha visto una crescita della produttività di appena l’1% annuo. Il report McKinsey afferma anche che il settore, per dare una svolta reale e concerta in prospettiva, deve affrontare e combinare nove fra cambiamenti e requisiti: la combinazione di parametri di sostenibilità, una pressione sui costi, affrontare con percorsi nuovi e urgenti la scarsità di competenze, ricerca su nuovi materiali, un approccio industriale, ampia digitalizzazione e una nuova categoria di operatori destinata a trasformare la catena del valore. Sono i cambiamenti necessari che nello studio gli analisti fanno rientrare la cosiddetta “productization” (azioni specificihe nella produzione verso il cliente finale) e la specializzazione, un maggiore controllo della catena del valore e una maggiore centralità del cliente.

Roberto Cucitore

Responsabile area Qualità e Innovazione di Italcementi del gruppo Heidelberg Cement

Punto centrale quindi resta la necessità di presidiare maggiormente i processi, il primo snodo per essere più sostenibile:«Facendo qualità attraverso l’efficienza dei passaggi. Ridurre l’uso di materiali nobili, tagliare le emissioni, abbattere gli sprechi genera numeri importanti se misurati su milioni di metri cubi di cemento. Tutto questo - spiega Cucitore - senza che si traduca in minore sicurezza delle opere e infrastrutture, in minore qualità del servizio che offri alle imprese, confermando la qualità del prodotto per garantire esattamente ciò di cui si ha bisogno».

La misurazione può avvenire solo con la certificazione di ogni anello. Tutta la filiera dell’approvigionamento potrà essere riconosciuta come sostenibile solo se tutti rispondono agli stessi requisiti di sostenibilità del sistema di cui fanno parte. In casa Italcementi, l’impianto di Calusco ha fatto da battistrada, primo impianto del gruppo ad essere stato certificato secondo standard internazionali. «Siamo in un momento storico per l’azienda – riprdene Roberto Cucitore – e la società sta avviando diverse attività di implementazione di nuove tecnologie digitali per armonizzare ogni tipo di procedura e di processo».

 

La svolta digitale per tutta la filiera

Curatore anticipa e spiega così la mossa strategica del gruppo Italcementi-Heidelberg verso il secondo pilastro della svolta: la digitalizzazione dei processi, che significa garanzia di tracciabilità e di costante monitoraggio soprattutto da remoto di ogni step, a comincare dalla logistica, ma anche di ogni prodotto trasportato e la sua origine, la composizione di ogni materiale utilizzato.
L’acquisizione da parte di Hiedelberg-Italcementi, attraverso la società americana di investimenti in software Thoma Bravo, del 45% di Command Alkon, società Usa leader globale specializzata nelle soluzioni tecnologiche per le catene di approvigionamento, rafforza questo percorso.

Il primo obiettivo è un calcestruzzo neutro come l’Europa chiede entro il 2050: la svolta sostenibile è un impegno del gruppo che va in questa direzione

Le attività di questo player globale, partner di Hidelberg-Italcementi, «è da vedere strategicamente non solo in un’ottica di supporto specializzato nella transizione digitale - spiega Cucitore -, ma perché permette di presidiare meglio i processi e quindi di essere più sostenibile: facendo qualità e alzando il tasso di efficienza. Si interviene proprio su ogni processo industriale, aumentando l’efficienza dei passaggi produttivi e alzando ancora la qualità finale. Significa efficientare l’intera catena industriale – spiega Cucitore - per impiegare meno materiale nobile, per consumare meno energia, per risparmiare ogni altra materia prima. Si ottiene un risultato che è misurabile in modo evidente e con un netto miglioramento sull’impatto ambientale, a favore di una maggiore sostenibilità».

Cucitore porta un esempio concreto: per produrre un metro cubo di calcestruzzo, che pesa 2.400 chili, si utilizzano circa 320-350 kg di cemento. «Un processo di produzione in cui la qualità è presidiata in modo adeguato e costante - spiega - e in cui si garantiscono al prodotto le stesse proprietà meccaniche, di resistenza e tecniche, porta inevitabilmente ad aver ridotto i materiali impiegati e consumato meno energia. L’efficienza del processo ha alzato il livello di sostenibilità e migliorato l’impatto ambientale senza pregiudicare la qualità».

La filiera certificata, passaggio cruciale

Sostenibilità che deve fare i conti soprattutto con il taglio delle emissioni di CO2. «È certamente un problema rilevante - spiega Borgarello -. L’emissione di anidride carbonica deriva dal processo e dal materiale di produzione. Quindi un cemento a basso contenuto di CO2, significa che è stato prodotto con energia verde e rinnovabile, e il calcestruzzo con aggregati da riciclo. Ma la via per minimizzare le emissioni di CO2 è avere un commitment chiaro, e per questo occorrono investimenti. Il nostro gruppo sta proseguendo su questa strada. Ma c’è bisogno anche del supporto - conclude Borgarello - di tutta la filiera, occorre che sia allineata con noi, in modo che il nostro sforzo rientri nello sforzo complessivo del settore delle costruzioni: dalle imprese dell’edilizia, ai fornitori di servizi fino anche agli stessi investitori».

 

La ricerca e le partnership delle startup

Ma c’è poi un ulteriore tema che Borgarello sottolinea, in particolare nel podcast Pietra Fusa, che potete ascoltare nel blog di Italcementi quando fa riferimento alla sfera della ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per supportare tutti questi passaggi. L’ecosistema più fecondo, da questo punto di vista, è il mondo delle startup, forse troppo poco considerato dalle corporate tradizionali per fare il salto tecnologico necessario. In realtà un numero importante di imprese innovative sta emergendo nel settore del costruzioni, tutte concentrate sul bisogno di svolta che ha il comparto, offrendo tecnologie o di processo come soluzioni d’innovazione. «Dall’inizio dell’anno ne abbiamo analizzate circa duemila spiega Borgarello -, ma va considerato che fino all’anno scorso in tutto se ne contavano non più 600. In soli sei mesi si è assistito a una vera crescita esponenziale».

Un mondo che sta supportando l’industria delle costruzioni a organizzare e qualificare anche la catena del valore e di approvigionamento secondo criteri di certificazione dei processi e affidabilità rispetto ai criteri della sostenibilità, in settore specifici. «In particolare lo stanno facendo nella gestione delle piattaforme, che permettono ai nostri clienti, ai fornitori, agli architetti, agli stessi consumatori di selezionare fornitori e materiali secondo i criteri di costo e di sostenibilità e questo grazie ai sistemi informatici, all’intelligenza artificiale, sistema che, di fronte a una moltitudine di dati e di processi da ottimizzare, permettono di imparare velocemente e costantemente». Ed è in questa prospettiva, con questa crescente attenzione e necessità di gestione di moltitudine di dati che va segnalato un nuovo fenomeno, l’emergere di nuove specializzazioni professionali e competenze, per il settore finora sconosciute: i data manager, per esempio. «Si tratta di esperti che stanno entrando pesantemente nel nostro comparo delle costruzioni e stanno guidando la trasformazione di tutta la filiera: dalla produzione dei materiali, all’uso dei materiali fino alla consegna dei prodotti».

Ulteriore linea in cui le startup legate al sistema delle costruzioni si stanno impegnando per portare soluzioni è il sistema di cattura e trasformazione della CO2 per il riutilizzo in prodotti utili. «Sappiamo che la CO2 è un aspetto critico del nostro business - spiega Borgarello -. Avere la possibilità di trasformarla in cibo, in altri prodotti da costruzioni o direttamente in fuel è un fattore estremamente importante. Si tratta di lavorazioni e processi di trasformazione che utilizzano energia solare o sistemi biologici. E anche in questo settore direi che le startup stanno avendo un ruolo molto importante, direi più che della filiera tradizionale delle costruzioni».

Innovazione tecnologica, la sostenibilità degli edifici

- L’arrivo dei sensori dentro gli immobili
È il primo livello di industrializzazione del mercato edilizio, ma in chiave digitale: un livello di innovazione tecnologica di prodotti e componenti legato essenzialmente al mondo dei sensori intelligenti.

- La gestione dell’immobile in chiave sostenibile
Perno di questa svolta è la tecnologia IoT: la connettività garantisce e rende disponibili sistemi (quadri elettrici intelligenti) per il monitoraggio energetico, l’auto-diagnostica, il comando dei dispositivi.

- Una rete di controllo dell’impatto ambientale
Il sistema di sensori integrati consente di comunicare parametri e valori creando una rete a più dimensioni di informazioni su tutte le variabili ambientali (inquinamento, emissioni) e strutturali dell’edificio.

 

- Nuovi sistemi smart di gestione e di decisioni
La grande mole di dati e informazioni acquisisce un valore quando si trasforma da semplice misura a informazione strutturata a supporto delle decisioni sulla gestione e l’esercizio di un immobile.

- Intelligenza artificiale e modelli predittivi di nuovi scenari
Manutenzione, gestione operativa, investimenti: l’intelligenza artificiale entra negli edifici per creare modelli di previsione di come sarà lo stato degli edifici e degli impianti e quindi adeguare le scelte.

- Competenze e formazione della filiera che latitano
Il processo di digitalizzazione nelle piccole medie imprese della filiera edile è in ritardo: pochi investimenti nel digitale, poca formazione sulle nuove competenze. Un ostacolo a una supply chain connessa.

Roberto Cucitore

responsabile Qualità e Innovazione di Italcementi

talk

Roberto Cucitore, responsabile Qualità e Innovazione di Italcementi, allarga lo sguardo al gruppo e alle scadenze strategiche più prossime in chiave dei tre pilastri da attuare come digitalizzazione, industrializzazione e sostenibilità.

Qual è l’agenda di Italcementi verso la decarbonizzazione?

Abbiamo avviato una roadmap di gruppo per condividere criteri e tempi su diverse attività con tutte gli impianti e filiali italiane: fra gli altri obiettivi, è previsto di armonizzare le attività relative ai diversi processi aziendali: dall’ambito commerciale e vendita per migliorare il livello di efficienza e di servizio al cliente, all’area logistica e gestione dei magazzini per avere il livello di scorte e tempi giusti.

Quali i benefici per la sostenibilità?

Armonizzare significa ottimizzare i flussi e minimizzare l’uso delle risorse e quindi gli impatti ambientali. Con una azienda di Microsoft abbiamo messo a punto una tecnica endoscopica elettronica che grazie all’Intelligenza artificiale riesce ad alzare il livello di qualità e abbattere il consumo di energia nella macinazione del klinker.

Sul fronte tecnologico quali scelte saranno attuate?

Sono diverse le implementazioni in programma. Sempre in ottica di risparmio di energia, abbiamo adottato gli occhiali hololens per le verifiche ispettive da remoto. Testato in periodo di Covid, apprezzato anche dagli enti di certificazione, diventerà strumento di uso corrente e sarà esteso anche in ambito manutentivo.

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