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La centrale idroelettrica
nei disegni dei bambini

Articolo. «Chiare, fresche et dolci acque». La visita a una centrale idroelettrica consente di scoprirne l’affascinante funzionamento e di ammirare la potenza insostituibile dell’acqua.

Lettura 5 min.

Con questo spirito Italgen, la società del Gruppo Italmobiliare proprietaria di 15 impianti in Lombardia, Piemonte e Veneto, telecontrollati dalla sala digitalizzata della sede di Villa di Serio, e di oltre 300 chilometri di linee di trasmissione, apre le porte delle proprie centrali.

«Grazie al progetto “A scuola di energia”, organizziamo visite per studenti di scuole primarie, secondarie, Politecnici e Università, con approcci diversi e percorsi ad hoc per un totale di oltre mille ingressi all’anno», spiega Giuseppe De Beni, consigliere delegato e direttore generale.

«Gli impianti più visitati sono quelli di Vaprio d’Adda, in provincia di Milano, e di Palazzolo sull’Oglio, in provincia di Brescia. Molto gettonato è anche l’impianto di Ponte dell’Acqua, nel Comune di Mezzoldo in Alta Val Brembana, dove da tempo ospitiamo l’iniziativa Unicef e Cai “Aiutiamo i giovani a scalare il futuro”. Un percorso in montagna per insegnare la fatica del cammino e l’importanza dell’aiuto reciproco nelle difficoltà della vita, con una tappa in centrale alla scoperta della produzione di energia da fonte rinnovabile. L’iniziativa, giunta all’ottava edizione, ha visto, a settembre, la partecipazione di 700 ragazzi».

D’estate centrali aperte

Le iniziative di Italgen non si fermano qui. Con l’arrivo dell’estate l’azienda apre al grande pubblico anche altri impianti. L’anno scorso è stata la volta della centrale di Dezzo di Scalve, con un riscontro estremamente positivo da parte della comunità locale: oltre 600 visitatori hanno varcato la soglia dell’impianto per un viaggio nel cuore dell’energia verde. «La registrazione Emas, Eco Management and Audit Scheme, cui aderiamo volontariamente dal 2011 e che attesta la nostra conformità al Regolamento Europeo in materia di rispetto ambientale, prescrive l’apertura al grande pubblico di una centrale una volta all’anno. Noi adempiamo periodicamente con più impianti, per mostrare i nostri alti standard di qualità nel totale rispetto del territorio che ci circonda», aggiunge Giuseppe De Beni.

Dodici piccoli capolavori

La curiosità dei piccoli visitatori, trasformata in disegni, ha offerto a Italgen lo spunto per il calendario aziendale di quest’anno. Dodici piccoli capolavori tra gli oltre cento realizzati dagli allievi dell’Istituto comprensivo statale di Inzago, in provincia di Milano, interpretano il funzionamento dell’impianto di Vaprio d’Adda.

I primi due disegni, scelti per i mesi di gennaio e di febbraio, mostrano l’opera di presa di Concesa, frazione di Trezzo sull’Adda.

Il disegno del mese di marzo rappresenta la diga a panconcelli, che sbarra il corso del fiume nei momenti di piena, contenendone l’afflusso.

L’acqua raccolta è inviata alla centrale attraverso una condotta forzata di circa sei chilometri: i ragazzi l’hanno rappresentata correttamente (nel disegno di aprile) pur non potendola vedere. Il tubo è molto pendente, così che l’acqua scorra veloce.

Energia potenziale, cinetica, meccanica

L’acqua captata dall’opera di presa di Concesa arriva, attraverso un canale di adduzione, in un invaso artificiale, definito vasca di calma, situato poco prima della centrale idroelettrica. Qui confluisce l’energia potenziale dell’intero sistema. L’impianto di Vaprio d’Adda è contraddistinto da due vasche, l’una successiva all’altra, frutto della particolare conformazione orografica del territorio. Dalla seconda vasca, chiamata bacino di carico, l’acqua è inviata ai singoli gruppi della centrale mediante le condotte forzate, le tubature che, con la loro pendenza, forzano il fluido a scendere a grande velocità, fino a raggiungere le turbine. L’energia potenziale dell’acqua contenuta nel bacino di carico, in questo modo, si trasforma in energia cinetica. All’imbocco, le condotte sono munite di griglie per bloccare rami e fogliame. Sono presenti, poi, le paratoie di macchina che, utili per il deflusso dell’acqua in turbina, in caso di anomalia si chiudono automaticamente mettendo l’impianto in sicurezza. Più in basso, sono posti gli strumenti per la regolazione della portata, connessi direttamente alle turbine, il cuore della centrale.

Si tratta di macchine imponenti – rappresentate nell’efficace disegno degli allievi della scuola di Inzago scelto per il mese di giugno – che convertono l’energia cinetica dell’acqua in energia meccanica.

Le turbine sono caratterizzate da una parte fissa, detta “cassa a spirale”, e da due parti mobili, definite “distributore” e “girante”. Il distributore regola e indirizza il flusso dell’acqua verso le pale della girante che, in questo modo, si attivano. Il movimento rotatorio è trasferito, tramite un asse, a un alternatore, ovvero un generatore di corrente elettrica, che trasforma l’energia meccanica proveniente dalla girante della turbina in energia elettrica a corrente alternata. Il disegno delle turbine è stato scelto per il mese di giugno.

Le turbine dell’impianto di Vaprio d’Adda sono di tipologia Kaplan. La centrale porta la firma dell’ingegner Marco Semenza, a ricordo del quale è stato realizzato un percorso museale all’interno dell’edificio.

Di particolare interesse è la sala controllo al primo piano, resa con notevole precisione, come dall’occhio di un futuro ingegnere, nel disegno scelto per il mese di luglio

La sala di controllo

Nel varcare la soglia del locale passato e presente si fondono in un tutt’uno. La sala si affaccia sui gruppi di turbine che maestosamente si ergono a piano terra. Un quadro sinottico a mosaico a fondo sala, risalente alla costruzione dell’impianto, ritrae lo schema delle opere idriche che vi sono annesse e ne controlla – ancora oggi – il funzionamento. Un quadro di controllo principale, decisamente al passo con i tempi, consente il monitoraggio del circuito elettrico partendo dalle turbine fino alla distribuzione. Nel locale sono presenti anche singoli quadri di controllo e strumenti di gestione di ogni apparato.

La centrale idroelettrica è presidiata 24 ore su 24. È inoltre visualizzata in remoto dalla moderna “control room” di Villa di Serio, costantemente presidiata, che monitora e telecontrolla le 15 centrali Italgen e le relative pertinenze localizzate in Lombardia, Piemonte e Veneto. Una tecnologia sofisticata consente l’immediata analisi dei dati ricevuti e la rapida soluzione di eventuali problemi operativi, grazie anche al supporto dei responsabili in loco, prevenendo così possibili tempi di inattività e garantendo la tutela del territorio.

La centrale di Vaprio d’Adda porta anche la firma dell’architetto Piero Portaluppi, figura rappresentativa della seconda metà del Novecento. A lui si devono l’imponente facciata della centrale, dove elementi mutuati dalla cultura greca e cristiana rendono quest’edificio una “cattedrale” dell’energia.

L’interno, decorato con mosaici e dipinti, come i fulmini di Giove, allegoria, in stile liberty, del potere dell’energia e di chi la detiene: i ragazzi sembrano essere stati catturati da questo particolare, raffigurato nel disegno selezionato per il mese di agosto del calendario con lodevole bravura.

L’energia ottenuta dalla lavorazione dell’acqua nelle turbine giunge nella sottostazione (ben rappresentata dai disegni scelti per i mesi di settembre e ottobre).

La sottostazione

Si tratta di una grande struttura costituita da componenti ad alta tensione (detti complessivamente sistema primario) e da elementi a media tensione (definiti sistema secondario).

L’energia, prima di essere convogliata nelle linee di trasmissione, passa attraverso un trasformatore che abbassa l’intensità della corrente prodotta, elevandone però la tensione a migliaia di volt per limitare le perdite di elettricità nell’elettrodotto. Giunta sul luogo di impiego, prima di essere utilizzata, l’energia passa nuovamente attraverso un trasformatore che, questa volta, alza l’intensità di corrente e abbassa la tensione per renderla adatta agli usi domestici (generalmente intorno ai 220 volt).

Gli interruttori collocati prima dell’inizio della linea aerea salvaguardano i macchinari, mettendo automaticamente in sicurezza l’impianto in caso di anomalie o di forti temporali.

L’impianto Italgen di Vaprio d’Adda ha tre linee. La prima mantiene l’energia prodotta in centrale per uso interno. La seconda è connessa all’opera di presa situata in località Concesa, luogo della captazione dell’acqua. La terza convoglia la maggior parte dell’energia elettrica prodotta alla sottostazione Italgen di Villa di Serio e alla rete nazionale.

L’acqua utilizzata dalle turbine viene restituita all’ecosistema priva di eventuali rifiuti presenti all’origine. Nel caso dell’impianto di Vaprio questa preziosa risorsa viene convogliata nel cosiddetto “canale di scarico” di oltre un chilometro, per confluire quindi nell’Adda (come illustra il disegno scelto per il mese di novembre).

Il nostro viaggio alla scoperta della produzione di energia da fonte rinnovabile è giunto al termine. La centrale idroelettrica di Vaprio d’Adda distribuisce energia pulita al Paese dagli anni Cinquanta del Novecento. Il viaggio continua.

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