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Auto elettriche, novità su batterie e colonnine di ricarica

Articolo. L’impulso a rivoluzionare davvero l’industria automobilistica può arrivare dalle batterie allo stato solido. La nuova tecnologia può rendere le auto elettriche più economiche, con poche differenze rispetto ai modelli benzina e diesel di oggi. Le batterie allo stato solido sostituiscono gli elettroliti in gel, presenti nelle batterie agli ioni di litio, con elettrodi ed elettrolita solidi. Lo sviluppo del settore sta richiedendo un particolare impegno da parte dei ricercatori, per arrivare a dimensioni di batterie allo stato solido più grandi, così da renderle adeguate all’impiego per l’industria automobilistica.

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Batteria di un’auto elettrica

L’impulso a rivoluzionare davvero l’industria automobilistica può arrivare dalle batterie allo stato solido. La nuova tecnologia può rendere le auto elettriche più economiche, con poche differenze rispetto ai modelli benzina e diesel di oggi. Le batterie allo stato solido sostituiscono gli elettroliti in gel, presenti nelle batterie agli ioni di litio, con elettrodi ed elettrolita solidi. Lo sviluppo del settore sta richiedendo un particolare impegno da parte dei ricercatori, per arrivare a dimensioni di batterie allo stato solido più consistenti, così da renderle adeguate all’impiego per l’industria automobilistica.

L’annuncio delle case automobilistiche

Tutti le grandi case automobilistiche hanno annunciato di avere già date certe per la messa in servizio di queste batterie che, nella forma più elementare, sostituiscono semplicemente il gel delle odierne celle agli ioni di litio con un nucleo solido o simile a schiuma. Le alternative possibili sono diverse: dalle sostanze chimiche come il litio-zolfo agli ioni di alluminio. Tesla si sta orientando verso il fosfato di ferro. Le batterie allo stato solido, secondo le ricerche, sono in grado di offrire: una maggiore densità di energia, che si traduce in una maggiore autonomia usando pacchi di accumulatori più piccoli e leggeri; tempi di ricarica più rapidi, anche solo di 8-10 minuti; una riduzione del rischio di incendio; costi di produzione inferiori. Quest’ultima diminuzione è rilevante: mentre le batterie agli ioni di litio di oggi costano dai 100 ai 150 dollari per kWh, gli esperti stimano che le celle a stato solido costeranno, inizialmente, circa 75 dollari per kWh, per poi scendere a 65 dollari con l’aumento dei volumi di produzione, con l’obiettivo di arrivare, a medio termine, a 50.

Il percorso di ricerca e sviluppo

«La tecnologia allo stato solido è molto promettente», osserva Sam Abuelsamid, analista automobilistico di Guidehouse Insights, servizio di ricerca sulle tecnologie emergenti. «Le aziende, d’altra parte, devono ancora dimostrare di poter produrre batterie allo stato solido con volumi di massa». I prossimi anni, dunque, saranno decisivi per l’evoluzione delle batterie delle auto elettriche. Ford e Bmw hanno in programma di iniziare a testare sul campo veicoli con batterie a stato solido l’anno prossimo, mentre General Motors ha messo a calendario i test nel 2023. Nissan ha dichiarato che aprirà un impianto di produzione pilota nel 2024 e che la produzione di massa inizierà due anni dopo. «L’industria automobilistica può essere davvero rivoluzionata, eliminando i motivi per cui i clienti esitano ancora a passare ai veicoli elettrici, se lo stato solido sarà in grado di fornire i vantaggi promessi e di aumentare l’efficienza», dichiara Makoto Uchida, ceo di Nissan.

Colonnine di ricarica, rete unica di Enel X ed Eni

In Italia, intanto, Enel X, Be Charge, società controllata da Eni gas e luce (dal 2022 Plenitude), Eni hanno raggiunto un’intesa sull’interoperabilità, che consentirà la ricarica delle auto elettriche usando le colonnine delle tre società, per un totale di 20 mila punti di ricarica. L’accordo abilita, appunto, l’interoperabilità tra le reti di ricarica delle tre aziende. Le auto elettriche si potranno ricaricare sia sulle reti di Enel X sia su quelle di Be Charge, accedendo al servizio dallo smartphone con una sola app, rendendo indifferente che sia quella di Enel X, Be Charge o Eni Live.

L’interoperabilità un tassello fondamentale

L’interoperabilità delle infrastrutture di ricarica è un tassello fondamentale nella strategia di diffusione della mobilità elettrica in Italia. Enel X, in questi anni, ha creato una rete di ricarica capillare in tutta la penisola. L’Italia peraltro, per accelerare la transizione alla mobilità sostenibile, così da ridurre le emissioni climalteranti e inquinanti dei trasporti, deve ancora potenziare l’infrastruttura di ricarica pubblica. Uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza è proprio l’installazione di 21.255 punti di ricarica elettrica fast e super-fast (con potenza minima di 50kW) entro il 2026. Il governo ha deciso di destinare ben 740 milioni di euro a questo settore.

Ricarica fast e ultra-fast nelle stazioni di servizio

Enel X, con oltre 13 mila punti di ricarica, è il primo operatore in Italia nel settore delle infrastrutture di ricarica, mentre Be Charge, la controllata di Eni gas e luce, è il secondo. Le colonnine delle due aziende sono presenti in tutte le regioni e nelle principali città. I due gruppi. inoltre, hanno un piano di investimenti che punta alla diffusione della mobilità elettrica accorciando i tempi di ricarica, grazie all’installazione dei caricatori ad alta potenza. Eni vuole arrivare a superare la soglia dei 31 mila punti di ricarica in Europa entro il 2030, annunciando, per la mobilità del futuro, l’evoluzione delle attuali stazioni di servizio in «mobility point», con l’offerta di ricariche fast e ultra-fast per la mobilità elettrica.

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