Nella Cina dell'ottavo secolo, Nie Yinniang, la figlia di 10 anni di un generale, viene affidata a una suora affinché la inizi alle arti marziali, trasformandola in un assassino d'eccezionale abilità con l'obiettivo di eliminare icrudeli e corrotti governatori locali. Dopo tredici anni di esilio, la giovane donna torna a casa e deve confrontarsi con i suoi genitori, i suoi ricordi e le emozioni a lungo repressa. Quando Nie Yinniang riceve dalla sua padrona l'ordine di uccidere l'uomo a cui era promessa sposa, un cugino che ora guida la più grande regione militare indipendente nel nord della Cina, si ritrova a dover operare una difficile scelta: deve decidere se sacrificare l'uomo che ama o rompere per sempre con la via sacra dell'"Ordine degli Assassini". Nel cast anche Chen Chang, in sala nel 2015 con "Il monaco che scese dalla montagna". Donne guerriere, ciecamente fedeli a un riti codificati, in bilico fra violenza e amore, ragione ed emozioni al centro del film di Hou Hsiao-Hsien ("Three Times" 2005) di uno dei più importanti registi taiwanese, considerato capofila della Nouvelle Vague di Taiwan, che torna a dirigere un lungometraggio otto anni dopo "Le voyage du ballon rouge" (2007). Nel ruolo della protagonista Qi Shu, che ricordiamo in "C'era una volta a Shanghai" (2014) e "Chinese Zodiac" (2012)