Bocconi avvelenati con lumachicida Cocker si salva, torna l’allarme a Zogno
Cocker salvato in extremis in via Inzogno, a Zogno. La proprietaria avvisa del pericolo con un cartello: un anno e mezzo fa sei episodi analoghi a Endenna.
Cocker salvato in extremis in via Inzogno, a Zogno. La proprietaria avvisa del pericolo con un cartello: un anno e mezzo fa sei episodi analoghi a Endenna.
di Giorgio Gandola Più che un urlo è un guaito, arriva da Milano ma può essere certamente utile anche a noi. Qualche tempo fa un signore che si firmava R.G. aveva lanciato su Facebook l’allarme delle polpette avvelenate per i cani al parco Sempione.
Torna in Valle Seriana, tra i proprietari di cani, l’allarme per i bocconi avvelenati. Dopo i casi segnalati lo scorso aprile,domenica 8 giugno si è verificato un nuovo caso nell’area del monte Farno, in territorio di Gandino. Vittima un rottweiler di quattro anni, di proprietà di un uomo della zona.
Evacuate 280 persone e sette sono finite pure in ospedale. Alla Abb Sace di via Baioni, a Bergamo, la pausa pranzo della giornata di giovedì 29 maggio è stata alquanto movimentata. Ma le analisi escludono l’intossicazione.
Resta alta in Val Seriana l’allerta per i cani avvelenati da bocconi intrisi di sostanze tossiche. Gli episodi si moltiplicano: dopo i casi registrati una decina di giorni fa nella zona del monte Farno, sopra Gandino, altri due avvelenamenti sono stati segnalati a Orezzo di Gazzaniga.
«È prudente tenere i cani al guinzaglio, sono le persone che a volte andrebbero legate…». C’è rabbia e incredulità nei commenti postati sul sito de L’Eco e sui social network dopo la morte per avvelenamento, negli ultimi giorni, di due cani sul Monte Farno sopra Gandino.
Organismi internazionali stimano che entro il 2050 la popolazione mondiale aumenterà di una cifra compresa tra i due e i tre miliardi di persone. Si tratta di una sfida demografica, sanitaria e sociale, ma anche alimentare sia sotto il profilo della produzione e della lotta agli sprechi, sia della sostenibilità oltre che della sicurezza.
Si sono sentiti male, nel primo pomeriggio di venerdì, dopo aver mangiato in mensa. Il dolore si è fatto via via più intenso, tanto che alla fine hanno richiesto l’intervento del 118. Protagonisti sono 7 o 8 dipendenti di un’azienda di Mapello.
Non c’è nessun allarme per le uova che arrivano sulle nostre tavole. Lo conferma il responsabile del dipartimento di veterinaria dell’Asl di Bergamo. Le uova positive ai veleni sono solo quelle prodotte in alcuni pollai familiari, nessuno in provincia di Bergamo.