Sul piano Tenaris Dalmine
restano le distanze sui volumi

Per TenarisDalmine la stima dei volumi produttivi resta il nodo sul quale le posizioni di azienda e sindacati restano distanti. Il confronto sul piano industriale che prevede 1.024 esuberi su 2.814 lavoratori in quattro stabilimenti (Dalmine, Costa Volpino, Arcore e Piombino) ha fatto registrare martedì un altro incontro interlocutorio.

La replica di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil al quadro tracciato dal gruppo siderurgico ha toccato il reparto dei tubi piccoli Fapi di Dalmine, i servizi di manutenzione e la logistica. Sul Fapi i sindacati hanno presentato un'ipotesi alternativa che consentirebbe di recuperare alcune posizioni. «Abbiamo fatto una proposta che prevede di salvaguardare 72 posti anziché 66 come previsto dal piano e l'azienda si è riservata di darci una risposta», spiega Mirco Rota della Fiom. Ci sarebbe quindi un recupero di sei persone. A queste se ne potrebbero aggiungere altre 15 legate alla manutenzione, ma è una possibilità teorica ancora da discutere e approfondire con l'azienda.

Sempre sul reparto dei tubi piccoli, a differenza degli altri settori produttivi sui quali permane la contrarierà, ci sarebbe inoltre una disponibilità di massima espressa dal sindacato per un'organizzazione del lavoro a isole, a fronte di una conferma però da parte di Fim, Fiom e Uilm del no a una prospettiva di stop definitivo del Fapi. «Abbiamo ribadito che non siamo disponibili a scrivere una data di chiusura certa - aggiunge Rota -. La riorganizzazione che abbiamo proposto mira ad allungare il più possibile i tempi».

Sulla logistica la parte più consistente degli esuberi è legata alla stima sui futuri livelli produttivi. «Di conseguenza - spiega Ferdinando Uliano della Fim - abbiamo contestato ancora che si dia per scontata una riduzione dei volumi strutturale. Inoltre, abbiamo rilevato che non si tiene conto delle difficoltà che già adesso si hanno nel settore con i numeri attuali. Gli esuberi prospettati anche nella logistica ci sembrano eccessivi».

Valutazioni analoghe sono state fatte per i servizi di manutenzione. Su questi, aggiunge Uliano, sono state sollevate criticità anche per la complessità delle attività che devono essere effettuate in questo ambito e che vanno dalla manutenzione programmata a quella che deve essere svolta in emergenza. «Andremo avanti ad analizzare area per area, dopo di ché ci risponderanno punto per punto», dice Angelo Nozza della Uilm. Il prossimo incontro è previsto per giovedì 26 novembre. Sul tavolo ci saranno l'area impiegati, l'expander e i laboratori qualità. Nel confronto potrebbero entrare anche lo stabilimento di Piombino, per il quale si attendono gli sviluppi del tavolo nazionale sulle questioni ambientali, e quello di Costa Volpino.

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