Camera di Commercio: 2 secoli un video
«Il passato e il futuro di un territorio»

di Giorgio Gandola

È tutto in un filmato che dura un quarto d'ora. Il passato e il futuro di un territorio, l'orgoglio di gente che anche nell'era dell'esasperazione tecnologica vive seguendo la massima contadina «Chi sa fare fa, chi non sa fare parla».

di Giorgio Gandola

È tutto in un filmato che dura un quarto d'ora. Il passato e il futuro di un territorio, l'orgoglio di gente che anche nell'era dell'esasperazione tecnologica vive seguendo la massima contadina «Chi sa fare fa, chi non sa fare parla». C'è l'anima bergamasca nel documentario proiettato ieri mattina durante il convegno per celebrare i 200 anni di vita (50 più dell'Unità d'Italia) della Camera di commercio, dal decreto napoleonico che la istituì, quando il mondo si spostava a cavallo, sino ai devastanti grattacapi nell'era dei neutrini e dello spread.

C'è il segno di un'evoluzione potente e serena che ha fatto diventare la terra dove cresceva l'albero degli zoccoli un distretto da duecento miliardi di esportazioni. In un'immagine persino riduttiva, la Baviera d'Italia. Con un aeroporto da salvaguardare, con un'università che ridefinisce prospettive d'eccellenza, con le banche del territorio e con le infrastrutture per continuare a guardare lontano. E qui entriamo nei fotogrammi del documentario che secondo me fanno comprendere molto del passato e del futuro.

Erano gli anni Trenta quando, accompagnati dalla descrizione stentorea dello speaker dell'istituto Luce, prendevano forma i padiglioni dell'Ospedale Maggiore, che poi sarebbe stato chiamato Ospedali Riuniti. Prima pietra nel 1927, inaugurazione nel 1930 e conseguente paragone malizioso con le tempistiche di oggi. Fu un punto di riferimento per l'intera Bergamasca, un collante per l'identità del territorio e un volano per l'orgoglio di chi - con lasciti e donazioni - aveva contribuito in modo decisivo a realizzarlo per tutti i cittadini.

Negli stessi anni, per l'esattezza nel 1927 e nel documentario il parallelismo esce benissimo, venne inaugurata l'autostrada Bergamo-Milano. Una striscia d'asfalto che sarebbe arrivata presto fino a Venezia, il senso di un mondo che s'avvicinava, la metropoli a portata di ruote. E la possibilità di sognare, scendendo dalle valli, orizzonti più grandi. Infrastrutture. Allora i bergamaschi vinsero la sfida con la modernità attraverso le infrastrutture. E il video proiettato davanti a una platea affascinata da questo messaggio ha fatto centro.

Ottant'anni dopo siamo di nuovo qui, con una crisi non passeggera ma strutturale, che il vulcanico sociologo Aldo Bonomi ha definito «non crisi di attraversamento, ma crisi da metamorfosi. Non la riaggiustiamo se non cambiando testa». E siamo di nuovo qui, in un contesto del tutto diverso nei costumi e del tutto simile nei progetti, davanti alla scommessa delle infrastrutture. Guarda caso, un nuovo ospedale da riempire di eccellenze (personale di prim'ordine, macchinari all'avanguardia) e un'autostrada come la Brebemi che avvicinerà ancora di più i territori e farà diventare la Bassa il secondo baricentro produttivo del territorio.

Coincidenze? Può essere, ma noi crediamo che stia accadendo qualcosa di più e che sia fondamentale cogliere il momento storico. Le due opere, monumentali e rimaste in gestazione per lustri, sono ancora una volta lo spartiacque di pietra fra passato e futuro. Tra una società satura che si dibatte dentro spazi ormai angusti e una società dinamica che ha bisogno attraverso esempi vincenti di rimettere in moto la mente e l'orgoglio in quella città infinita (invenzione sociale del professor Bonomi) che va dall'aeroporto di Malpensa a quello di Montichiari.

Ecco perché quella striscia d'asfalto che avanza nella pianura significa qualcosa di più di una semplice linea retta. Ecco perché i bergamaschi premono per vedere in funzione il loro ospedale e poterne parlare con l'orgoglio che merita. Ed ecco perchè il loro giornale, attraverso lo stimolo di inchieste, articoli e approfondimenti, chiede a tutti i protagonisti che l'appuntamento con il futuro non venga altrimenti rimandato.

Giorgio Gandola

GUARDA IL VIDEO PER I 200 ANNI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI BERGAMO

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