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Yin e Yang a tavola: lezioni di armonia alimentare

Articolo. Nel viaggio che mi ha portata da Bergamo a Shanghai, ho scoperto un ponte invisibile tra due mondi apparentemente distanti: la nutrizione e la Medicina Tradizionale Cinese. Attraverso questo percorso, ho imparato che la chiave per un’armonia alimentare risiede non solo nel piatto, ma nell’equilibrio complessivo della nostra esistenza

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Ricordo bene il momento in cui il mio primo paziente cinese entrò in studio. Non vi nascondo il mio stupore: pensavo davvero che mi sarei occupata solo di “expat”, cioè degli stranieri espatriati in Cina. Ritenevo improbabile che una persona con uno stile alimentare così differente dal mio potesse essere interessato a richiedere un consulto con una biologa nutrizionista italiana, che nemmeno è in grado di capire, se non attraverso la traduzione di una collega. Fino a quel momento, almeno. Invece capitò relativamente presto, quando ancora non avevo avuto nessun contatto con la Medicina Tradizionale Cinese.

Non feci nemmeno in tempo a far accomodare il mio paziente, che lui come un fiume in piena mi rovesciò davanti una quantità di suoni incomprensibili. La mia collega mi tradusse lapidaria: «Il paziente riferisce di sentirsi il “Vento” dentro» . La mia espressione imperturbabile, vi assicuro, non rifletteva i miei pensieri: immaginate il disorientamento nel sentire in una lingua comprensibile un concetto incomprensibile. Ascoltavo l’inglese perfetto della mia collega cinese, ma la mia mente non recepiva il significato. Istanti di panico, battito accelerato, salivazione azzerata… Per un attimo mi ritrovai al liceo, in classe a lezione di greco – ma questa è un’altra storia. Mi limitai a rispondere con estrema noncuranza: «Sei sicura di aver tradotto correttamente?». Mi guardò e annuì, visibilmente perplessa.

Quel giorno segnò l’inizio della mia scoperta di un altro mondo, completamente nuovo. L’ennesima sfaccettatura di un Paese “in policromia”. Un Paese distante, a volte destabilizzante per le connessioni e le analogie che si ritrovano, ma dotato di un fascino unico.

I principi della nutrizione cinese

La terapia nutrizionale cinese ha moltissimi principi di base, ma ho deciso di condividere quelli in cui mi rispecchio maggiormente.

Mangiare è gioia

In un mondo costellato di proposte alimentari, a volte improbabili, ciò che amo della dietetica cinese è la consapevolezza dell’impatto oltremodo significativo di una mente felice sul corpo e sul benessere in generale.

Un piano alimentare dovrebbe rispettare il più possibile quattro principi: «un colore vibrante, un aroma invitante, un sapore delizioso e una presentazione piacevole». La Medicina Tradizionale Cinese (TCM) cerca di dare la medesima priorità al nutrimento del «corpo emozionale» e del «corpo fisico». Trovo avvolgente il concetto di parlare di «corpo» in entrambi i casi, senza soluzione di continuità.

Individualità

Il principio dell’individualità gioca un ruolo cruciale nell’approccio alla salute: riconosciamo che ogni persona è unica, con esigenze specifiche che richiedono strategie su misura. Nell’ottica della TCM, non si tratta soltanto di trattare una malattia o di mitigare un sintomo: si indaga piuttosto sulle cause che hanno portato a quella condizione, adottando interventi nutrizionali diversificati, spostando l’attenzione dal sintomo, visto come mera manifestazione esterna, ai vari pattern che determinano l’origine dell’evento morboso.

Ma l’aspetto forse più affascinante e sfidante della TCM risiede nella sua dedizione alla prevenzione. La vera maestria di un medico non si misura tanto nella sua capacità di curare, quanto piuttosto nella sua abilità di mantenere i suoi pazienti in buona salute, prevenendo l’insorgere di malattie. È un concetto profondamente radicato nella filosofia della TCM, che vede la prevenzione come l’atto più nobile e più efficace nel campo della medicina.

Consapevolezza ambientale

La TCM è nata e si è sviluppata dall’osservazione della natura. Siamo tutti parte di un unicum e per questo, al fine di trovare il nostro equilibrio e restare sincronizzati in quest’armonia, la nutrizione cinese sottolinea l’importanza cruciale di rispettare la stagionalità e la località degli alimenti che introduciamo quotidianamente nel nostro corpo. Insomma, il nostro celeberrimo Kilometro 0 e il principio cardine che, non a caso, anche la dieta mediterranea sposa, nacquero 2500 anni fa.

Yin e Yang: l’equilibrio nel piatto

La TCM si basa sull’equilibrio degli opposti: lo Yin e lo Yang. Questo concetto è la base e il fondamento non solo della medicina cinese, ma dell’universo stesso. Lo Yin e lo Yang sono la matrice che struttura il tutto . Letteralmente significano «il lato assolato della collina» e «il lato ombreggiato della collina». Non c’è nessuna etica, non ci sono bene e male, ma semplicemente sono parte di un unicum e ognuno dei due contiene l’altro. Sono concetti opposti, ma solo relativamente. Un alimento Yin può comunque essere “più Yang” rispetto a un altro: lo zenzero lo è rispetto al peperoncino.

Se pensate che sia solo “roba da filosofi” con la barba lunga, ripensateci. Questo principio può essere applicato anche alla nostra dieta. In pratica, alimenti Yin (raffreddanti come il cocomero) e Yang (riscaldanti come lo zenzero) dovrebbero coesistere armoniosamente nel nostro piatto. Perché non sorseggiare un estratto di zenzero e anguria?

Immaginate di presentare a una nonna bergamasca l’idea di bilanciare i tradizionali casoncelli, ripieni di carne e formaggio (Yang), con una salsa leggera a base di erbe aromatiche fresche come il prezzemolo e il basilico (Yin), che aggiungono un elemento rinfrescante e depurativo al piatto. Per aumentare l’apporto di Yin, potreste accompagnare il piatto con una semplice insalata di campo, condita con limone (Yin) e un pizzico di sale rosa dell’Himalaya (neutro).

Possiamo anche immaginare un’insalatona: gli spinaci (Yin) sono ricchi di nutrienti e hanno proprietà rinfrescanti. Abbinati a fette di pera (Yin), noci tostate (Yang) e una spolverata di grana padano a scaglie (Yang), conditi con una vinaigrette di olio extravergine d’oliva (Yang) e aceto balsamico (Yin), creano un’insalata che bilancia sapientemente Yin e Yang. Sarebbe una rivoluzione culinaria!

La TCM classifica gli alimenti anche attraverso i cinque elementi: Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua. Ogni elemento corrisponde a un sapore: acido, amaro, dolce, piccante, salato. La prossima volta che condite i vostri piatti, pensateci: state forse creando un piatto perfettamente equilibrato secondo i canoni della TCM? Ecco, un altro motivo per sperimentare in cucina e stupire i vostri ospiti!

Energia (Qi): colazione, sempre

Secondo la TCM, dovremmo iniziare la giornata nutrendo il nostro Qi, l’energia vitale. La TCM descrive il nostro corpo come un sistema interconnesso di meridiani e vie di comunicazione. Per permettere il perfetto funzionamento delle diverse parti del nostro corpo, le cinque sostanze vitali scorrono all’interno del nostro corpo per portare nutrimento, rimuovere tossine e mantenere l’equilibrio. In quest’ottica il Qi è la forza, l’energia che ci mantiene in vita. Tutti noi nasciamo con una quota di Qi cosiddetta “prenatale” e acquisiamo una quota “postnatale” durante la nostra esistenza. Il 30% deriva dall’aria, il 70% dal cibo. Il cibo quindi promuove la salute e la longevità.

Capite bene quindi quanto sia importante la nutrizione in Cina. Dimenticate il cappuccino al volo: una colazione che supporta il Qi potrebbe includere alimenti integrali, frutta e, perché no, anche un po’ di proteine vegetali come il tofu. La colazione è un pasto vero e proprio dove non manca mai qualcosa di caldo: una zuppa, dolce o salata, un porridge o il tè.

Gli adattogeni invece, come il ginseng e il goji, che noi ultimamente chiamiamo “superfrutti” o “superalimenti”, sono molto più di semplici ingredienti esotici. Nella TCM, sono considerati veri e propri alleati per la salute, capaci di aiutare il corpo ad adattarsi allo stress. Pensate a quante volte vi siete rifugiati in un caffè per combattere la stanchezza: forse è ora di esplorare alternative antiche quanto efficaci.

Ma il vento?

Cuore della Medicina Tradizionale Cinese (TCM) è l’antica saggezza sui sei patogeni: forze esterne che possono turbare l’armonioso flusso del Qi, l’energia vitale che ci pervade. La comprensione di questi elementi è cruciale per mantenere l’equilibrio e la salute.

Iniziamo con il Calore/Fuoc o ( Shu / Huo), nelle sue varie forme, che invade il nostro corpo con febbre (Re) e infiammazione, simile a un’estate incontenibile che richiede un rinfrescante sollievo. I cibi che raffreddano e ci soccorrono sono la banana, il tè al crisantemo e alla menta, il Matcha e i vegetali crudi.

Segue l’Umidità (Shi), un ospite indesiderato che porta gonfiore e pesantezza, ricordandoci le giornate di pioggia che appesantiscono l’umore. I cibi che mitigano l’Umidità sono, tra gli altri, spezie delicate, i fagioli e i legumi in genere e i cereali integrali.

La Secchezza (Zao) entra in scena quando l’umidità si dissipa, lasciandoci assetati di nutrimento e idratazione. I cibi che mitigano la Secchezza sono il miele, la pera, preferibilmente cotta, il sesamo, il tofu nella sua versione più setosa.

Con l’arrivo del Calore Estivo (Shu), l’intensità dell’estate ci avvolge, esortandoci a cercare ombra e frescura per ripararci. I cibi che ci soccorrono sono quelli che portano refrigerio: il cetriolo, la menta, l’anguria e il tè freddo non zuccherato.

Il Freddo (Han) si insinua poi con i suoi brividi, un promemoria gelido che anche il calore ha bisogno del suo contrario per l’equilibrio. I cibi che combattono il freddo sono il peperoncino, lo zenzero, l’aglio e molte spezie.

E infine, il Vento (Feng), un elemento mutevole e imprevedibile, chiude il cerchio. La sua manifestazione ha sempre a che fare con il movimento. Come una danza che cambia direzione senza preavviso, porta con sé la promessa di cambiamento e la sfida di adattarsi. È presente in ogni stagione come vento caldo e avvolgente o freddo e pungente. Come brezza o come uragano. Ha l’abilità di aprirci all’ingresso di fattori esterni. Spesso si combina con Freddo, Caldo e Umidità nel causare le proprie manifestazioni. Quando invece arriva da solo porta segni sulla pelle: rush cutanei, arrossamenti e molto altro. È fortemente collegato nel corpo fisico al fegato, ma non mancano le ricadute sull’emotional body: immaginate quale ansia e turbamento cercasse di esprimere il mio paziente nel manifestare il «vento dentro».

Quando il Vento ci investe impetuoso, la Medicina Tradizionale Cinese suggerisce l’assunzione di alimenti noti per favorire la salute del fegato, quali carciofi, cardi e asparagi. Ma allo stesso tempo, consiglia di ridurre o evitare l’ingestione di alcol, bevande ricche in caffeina, alimenti processati, raffinati, fritti o particolarmente grassi.

Anche questo suona familiare, vero?

Il benessere è universale

Nel viaggio che mi ha portata dalla cara Bergamo alle luci scintillanti di Shanghai, ho scoperto un altro ponte invisibile tra due mondi apparentemente distanti: la nutrizione e la Medicina Tradizionale Cinese. Attraverso questo percorso, ho imparato che la chiave per un’armonia alimentare risiede non solo nel piatto, ma nell’equilibrio complessivo della nostra esistenza.

La mia avventura iniziata con la curiosità verso un paziente si è trasformata in una profonda comprensione di come il cibo possa essere un utile alleato anche contro le tempeste interiori. E mentre esploriamo insieme le strade di Shanghai, imparando a bilanciare i sapori e ad ascoltare le stagioni, mi rendo conto che la vera lezione è l’universalità del benessere: a prescindere dalla latitudine, ciò che realmente conta è la consapevolezza con cui scegliamo di vivere e nutrire ogni giorno la nostra vita.

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