L'età dell'innocenza
Nella Sala della Gerusalemme Liberata di Palazzo Moroni, in esposizione capolavori del Cinquecento bresciano e bergamasco provenienti da raccolte private.

L’esposizione, organizzata dal FAI con la curatela di Giovanni Agosti e un suggestivo allestimento di Margherita Palli (con la consulenza di Pasquale Mari per le luci), metterà in scena, nella Sala della Gerusalemme Liberata di Palazzo Moroni, capolavori del Cinquecento bresciano e bergamasco provenienti da raccolte private. Le opere entreranno in dialogo con la collezione della dimora, all’interno di un’ambientazione di primo Novecento che rievocherà l’epoca d’oro della quadreria Moroni, frequentata dal XIX secolo da viaggiatori e conoscitori d’arte italiani e stranieri.
Visitatori e visitatrici si muoveranno tra dipinti, mobili rivestiti di damaschi, felci, vasi cinesi e trionfi di fiori e frutta. L’allestimento, ispirato al celebre romanzo di Edith Wharton L’età dell’innocenza, offrirà uno sguardo inedito e affascinante sul palazzo bergamasco, raccontando inoltre – attraverso le opere esposte – la vicinanza, i contatti e gli scambi tra Bergamo e Brescia nel Cinquecento, secolo in cui le due città elaborarono un linguaggio pittorico unico, che ha scritto la storia della pittura italiana fino a Caravaggio.
La mostra si svolge grazie al contributo di Regione Lombardia ed è sostenuta da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando Capitale Italiana della Cultura 2023