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Campanone di Piazza Vecchia

È all’ombra della Torre civica, o Campanone, che per quasi un millennio Bergamo vive i suoi momenti più importanti.
Sono storie di festa: le campane chiamano a celebrare il patrono di Bergamo, annunciano la visita di imperatori, podestà, o del generale Giuseppe Garibaldi; o, ancora, nel marzo 1797, invitano i cittadini a festeggiare la fine del dominio veneto e l’erezione dell’albero della libertà.

Ma sono anche storie tragiche, come quando il vento fece grandissimo danno sopra i coperti del Comune di Bergamo nella notte del 7 gennaio 1388. Sono storie quotidiane: i perentori e ripetuti rintocchi serali ricordano agli abitanti che le porte d’ingresso della città stanno per essere chiuse. Ancora oggi, tutte le sere alle ore 22, un centinaio di rintocchi rievocano quest’antica tradizione.

Risale al XII secolo la prima costruzione della Torre, allora di proprietà della nobile famiglia bergamasca dei Suardi-Colleoni e alta 37,7 metri. Diventata proprietà municipale, sul lato orientale, dal 1364 si trovano alloggiate le carceri comunali.

Nella seconda metà del ‘500 vengono realizzati un secondo sopralzo, una nuova cella campanaria e, con contratto affidato al bolatore della città Giovanni de Grigi, l’horologio novo. Nella prima metà dell’Ottocento, la struttura è ormai in un pericoloso stato di degrado: vengono quindi sostituite la vecchia scala lignea interna e la balaustra sul lato est viene asportata per ricavare i quattro merli angolari. Nel 1960, per poter realizzare l’ascensore, vengono eseguiti tagli alle murature alla base e demolite le volte antiche.

L’orologio in facciata e le campane sulla sua sommità caratterizzano il suo aspetto attuale e la Torre oggi è il simbolo della città di Bergamo con i suoi 52,76 metri di altezza.

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