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Castello di Padernello

C’era una volta un castello, bellissimo e austero, intorno al quale nacque un borgo rurale… Correva l’anno 1391 nella bassa più bassa della Bassa bresciana. Siamo a Padernello nelle antiche terre gabianesei, ora Borgo San Giacomo, esattamente a metà tra Brescia e Cremona. Dopo le prime fortificazioni il maniero, che fu della nobile casata dei Martinengo ramo dei Conti di Padernello o della Fabbrica fino al 1834, fu portato a compimento. Nel Settecento, secondo la moda dell’epoca, venne trasformato in villa signorile e assunse la forma che ammiriamo oggi, dal 1861 della famiglia Salvadego Molin Ugoni.

Nel 1965 il Castello di Padernello fu abbandonato dall’ultimo suo abitante, il Conte Filippo Molin Ugoni Salvadego. Il Castello venne ricoperto di rovi, esposto al saccheggio e all’incuria umana, nonostante nel 1912 fosse stato definito di alto pregio architettonico e di interesse nazionale da parte del Ministero della Pubblica Istruzione.

Tutti si dimenticarono del Castello, ad eccezione di un manipolo di visionari – gli Amici del Castello – che negli anni Ottanta restaurarono l’antica posteria – negozio di alimentari, ora divenuta un’osteria – l’Aquila Rossa, simbolo imperiale dei Martinengo, con l’intento di salvare il maniero e valorizzare il borgo di Padernello.

C’era una volta un castello, bellissimo e austero, intorno al quale nacque un borgo rurale… Correva l’anno 1391 nella bassa più bassa della Bassa bresciana. Siamo a Padernello nelle antiche terre gabianesei, ora Borgo San Giacomo, esattamente a metà tra Brescia e Cremona. Dopo le prime fortificazioni il maniero, che fu della nobile casata dei Martinengo ramo dei Conti di Padernello o della Fabbrica fino al 1834, fu portato a compimento. Nel Settecento, secondo la moda dell’epoca, venne trasformato in villa signorile e assunse la forma che ammiriamo oggi, dal 1861 della famiglia Salvadego Molin Ugoni.

Nel 1965 il Castello di Padernello fu abbandonato dall’ultimo suo abitante, il Conte Filippo Molin Ugoni Salvadego. Il Castello venne ricoperto di rovi, esposto al saccheggio e all’incuria umana, nonostante nel 1912 fosse stato definito di alto pregio architettonico e di interesse nazionale da parte del Ministero della Pubblica Istruzione.

Tutti si dimenticarono del Castello, ad eccezione di un manipolo di visionari – gli Amici del Castello – che negli anni Ottanta restaurarono l’antica posteria – negozio di alimentari, ora divenuta un’osteria – l’Aquila Rossa, simbolo imperiale dei Martinengo, con l’intento di salvare il maniero e valorizzare il borgo di Padernello.

Nel 2002 una grande nevicata fece crollare una parte del maniero, le antiche cucine. Saggezza popolare afferma che non tutto il male vien per nuocere e forse la natura voleva destare la coscienza collettiva. E fu così che da allora, grazie alla passione e alla buona volontà di donne e uomini, con un’audace operazione pubblico-privata, si riprese il filo per riannodare la storia di un territorio. Grazie a loro il Castello è nato a nuova vita.

Nel 2002 una grande nevicata fece crollare una parte del maniero, le antiche cucine. Saggezza popolare afferma che non tutto il male vien per nuocere e forse la natura voleva destare la coscienza collettiva. E fu così che da allora, grazie alla passione e alla buona volontà di donne e uomini, con un’audace operazione pubblico-privata, si riprese il filo per riannodare la storia di un territorio. Grazie a loro il Castello è nato a nuova vita.

 

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