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Natale al [SETTECENTO]: quando un ristorante ti fa sentire davvero a casa

Articolo. Cucina creativa e raffinata in un ambiente accogliente, dall’allure romantica: una villa del ’700 oggi trasformata in hotel e ristorante. Lo chef Enea Sangalli è pronto a “coccolare” i suoi ospiti con piatti preparati “come una volta”.

Lettura 1 min.

C’è chi vive il pranzo di Natale come una maratona di portate e chi, invece, cerca un luogo dove respirare calma, bellezza e calore domestico. Al [SETTECENTO] di Presezzo, il Natale assomiglia a quest’ultima idea: un momento da condividere senza fretta, in una villa del ’700 che oggi è un hotel e un ristorante, ma che mantiene l’anima accogliente di una casa vissuta.

Qui la tradizione non è nostalgia, ma una scelta precisa. «Il Natale al Settecento è speciale perché unisce eleganza, calore e ricordi di casa», racconta lo chef Enea Sangalli, da cinque anni alla guida della cucina. «In questi giorni tutto rallenta: le persone tornano a condividere il piacere della tavola e dei sapori familiari» Il ristorante mette insieme arte, ospitalità e cucina in un modo semplice: lasciando che ogni dettaglio parli di cura. I muri antichi, gli spazi luminosi, le opere contemporanee: niente è lì per stupire, ma per far sentire gli ospiti a proprio agio, come quando si entra nella casa di qualcuno che conosce bene il significato della parola accoglienza.

Il menù del pranzo di Natale

Il pranzo di Natale del [SETTECENTO] parte dai gesti che parlano di famiglia: la pasta tirata al mattarello, le lente cotture, gli ingredienti della tradizione. «Ci sono piatti che non possono mancare in un menù delle feste: che sia un brodo caldo, una pasta ripiena o un arrosto, ciò che conta è il sapore che richiama casa», spiega chef Sangalli.

La cucina punta infatti su preparazioni “fatte come una volta”, con una leggerezza contemporanea che non appesantisca la tavola. Nascono così i ravioli del plin con olio al levistico, o il cubo di brasato in lenta cottura su cremoso di patate - due delle portate che potrete assaggiare nel menù di Natale.

L’idea alla base è molto semplice: far sentire gli ospiti accolti. Non c’è la frenesia dei pranzi infiniti né l’atmosfera caricata delle feste. C’è piuttosto quella calma fatta di bicchieri che tintinnano, chiacchiere sincere e sapori che riportano a momenti familiari. «Per noi – racconta lo chef – stare in cucina mentre gli altri festeggiano non è un sacrificio: è il nostro modo di contribuire. Sapere che un piatto può creare un ricordo indelebile o mettere a proprio agio qualcuno è il senso del nostro lavoro».

Tra un boccone e un brindisi, ci si ritrova. Si riscopre l’idea del Natale come quel momento in cui anche solo un gesto semplice – qualcuno che ti versa da bere con un sorriso – basta a fermare il tempo .
Il [SETTECENTO] racconta il suo Natale così: un’esperienza gentile, fatta di atmosfera, di gusto e di dettagli che scaldano. E per chi vuole sbirciare il menù della Tradizione, è possibile visitare il sito.

Hotel ristorante [Settecento]
Via Milano,3 - Presezzo (BG)