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Emanuele Beschi, Direttore del Conservatorio di Bergamo: «La passione per la musica classica nasce in famiglia»

Intervista. Ha preso il via lo scorso 25 giugno «Il Centro della Musica», la nuova rassegna ideata dalla Fondazione Teatro Donizetti, in collaborazione con il Conservatorio «Gaetano Donizetti» di Bergamo, OFI – Orchestra Filarmonica Italiana e Comune di Bergamo. Prossimo appuntamento il 23 luglio alle 17,00: protagonisti gli studenti del Conservatorio

Lettura 6 min.
Gli allievi del Conservatorio di Bergamo

Sono quattro i concerti in programma da giugno a settembre nella cornice del Ridotto «Gavazzeni» del Teatro Donizetti. Il «Centro della Musica» è la nuova rassegna di concerti organizzata dalla Fondazione Teatro Donizetti per far conoscere ed assaporare una nuova proposta di ascolto al di fuori della cornice consueta, in giorni e orari differenti. Protagonisti principali della rassegna saranno i giovani studenti del Conservatorio Donizetti che proporranno un interessante viaggio attraverso il panorama musicale europeo.

Il prossimo appuntamento è previsto per sabato 23 luglio, alle ore 17:00, titolo «Cartoline dall’Europa», musiche di Ibert, Debussy, Skrjabin e la Suite Spagnola «Zarzuela». Il concerto avrà come protagonisti Giorgio Bani, flauto, Giulio Rossi, oboe, Sofia Azzola, Omar Grataroli, Giovanni Paiardi, Marina Tiraboschi, clarinetto, Dante Magli, Mattia Persico, corno, Alice Sacchetti, fagotto e Daniele Guerra, pianoforte.

Di questo concerto, dello stato di salute della musica classica e del Conservatorio abbiamo parlato con il Direttore del Conservatorio «Gaetano Donizetti», il Maestro Emanuele Beschi.

WL: Buongiorno Direttore Beschi, «Il Centro della Musica» nasce anche dalla collaborazione fra il Conservatorio e il Teatro Donizetti.

EB: Mi fa piacere che il Teatro faccia spesso riferimento al Conservatorio della città nelle sue collaborazioni. Quale principale centro di produzione dell’attività musicale, il Teatro Donizetti riesce a fornire interessanti opportunità di condivisioni artistiche con il nostro Conservatorio. Già nel mio primo mandato da Direttore ho sempre ribadito la forma del “doppio cuore pulsante” nella città: il Teatro, nel quale il pubblico usufruisce del prodotto finito, e il Conservatorio, culla della didattica dell’istruzione e della ricerca musicale: una sinergia di fondamentale importanza. Il punto di arrivo di molti dei nostri studenti è proprio il Teatro (o le realtà teatrali in senso generale) con le varie proposte che lo contraddistinguono.

WL: Come sono stati scelti i giovani musicisti che si esibiranno nell’appuntamento del 23 luglio?

EB: Gli studenti che performano in contesti esterni all’Istituto generalmente hanno superato una selezione; oppure, in caso di opportunità dell’ultimo momento che non si vogliono perdere, hanno ricevuto un’approvazione dal loro insegnante. Il Direttore successivamente verifica e concede i permessi. Spesso la responsabilità è lasciata ai dipartimenti, i quali forniscono i nominativi al sottoscritto, oppure ai singoli studenti che propongono iniziative di spettacolo, poi successivamente valutate. Nel caso dell’appuntamento del 23 luglio, il titolo «Cartoline dall’Europa» è stato scelto dal vicedirettore, il Maestro Massimiliano Motterle, sulla base del repertorio in studio nelle classi di Musica da Camera, discutendone con i rispettivi docenti.

WL: La musica classica viene vista dalla maggior parte dei giovani come un qualcosa di “vecchio” e lontano. Per fortuna non per tutti è così. Cosa cercano le ragazze e i ragazzi che si approcciano al Conservatorio «Donizetti»?

EB: Purtroppo oggigiorno, trovandosi ad assistere ad un concerto, si notano platee ormai datate, con pochi giovani. Ciò è una conseguenza del sistema scolastico italiano che non dà molta importanza allo studio di uno strumento nel percorso di formazione, e quindi nella preparazione di un pubblico futuro all’interesse verso i concerti classici. Ma io sono ottimista: come Conservatorio abbiamo ancora molte proposte stimolanti da poter offrire ai nostri giovani. Anche il territorio di Bergamo porta con sé una grande realtà diffusa a livello provinciale: quella delle bande cittadine, istituzioni strumentali stuzzicanti per avvicinare i giovani alla musica d’insieme. La banda, infatti, è un’importante opportunità per i ragazzi di poter suonare e divertirsi insieme. Non a caso, nel nostro Conservatorio, gli strumenti a fiato hanno un notevole successo: i musicisti sono per la maggior parte studenti che si sono formati nelle realtà bandistiche dei paesi di loro provenienza.

WL: Quali strategie potrebbero adottare il Conservatorio ma anche un “tempio” come il Teatro Donizetti per avvicinare i giovani alla classica?

EB: Il nostro Conservatorio riscontra una stimata reputazione per la qualità dell’insegnamento, invidiato a livello italiano; i nostri docenti vengono selezionati dopo un attento esame di valutazione, andando a creare un panorama didattico di assolute eccellenze, si pensi ad esempio alle nostre classi di Pianoforte e Flauto.

Negli ultimi anni, inoltre, è stato introdotto il dipartimento Pop – Rock, riscontrando un grande successo tra i ragazzi. Quest’anno, per la prima volta, sono stati organizzati alcuni appuntamenti per avvicinare i futuri studenti alla scuola: il primo è stato l’Open Day dell’Istituto al quale hanno partecipato tantissimi giovani interessati; il secondo è stata l’organizzazione delle «Lezioni Aperte» – iniziativa che ha riscosso un notevolissimo successo – nelle quali il potenziale futuro allievo ha potuto conoscere il docente di persona e assistere direttamente ad una lezione. La nostra istituzione ha la possibilità di offrire una grande varietà di occasioni per i nostri studenti: i concerti in vista delle prove finali, i concerti in collaborazione con il «Festival Pianistico» e gli altri enti di produzione del territorio, non dimenticando infine anche le notevoli opportunità per i nostri ragazzi di vincere concorsi e borse di studio. Di fondamentale importanza sarà, a breve, la statizzazione dell’Istituto e la conseguente fusione tra Conservatorio e Accademia Carrara, che darà origine al Politecnico delle Arti (il primo in Italia), fornendo ancora più chance di collaborazione ai nostri ragazzi.

WL: Ma per capire la musica classica serve una preparazione di base o può essere sufficiente una sensibilità emotiva verso il brano ascoltato, da affinare ascolto dopo ascolto (dal vivo o su disco)?

EB: Nulla nasce per caso: la sensibilità si affina durante l’infanzia se si ha la possibilità di approcciarsi a questo mondo. La famiglia e i valori che ci sono stati trasmessi fin da bambini possono essere determinanti al fine di intraprendere lo studio della musica, sia a livello professionale che amatoriale. Al contrario, se un ragazzo cresce in un mondo asettico e privo di stimoli, difficilmente riuscirà a trovare una strada nell’ambito artistico musicale. Come per ogni cosa, un ambiente fertile renderà più facile e favorevole lo sviluppo delle potenzialità e dei talenti dell’individuo.

WL: Non c’è miglior esempio del suo per capire cosa spinge un giovane verso il Conservatorio. Ci può raccontare in breve perché lei ha preso la decisione di frequentarlo?

EB: Io sono cresciuto con cinque fratelli, sempre circondati dalla musica che i nostri genitori ci facevano ascoltare. I più grandi hanno trasmesso la passione del suonare uno strumento agli altri. Tutto nasce dalla famiglia, ma alla base dev’esserci una grande passione: lo studio della musica, a livello professionale, è impegnativo; comporta un notevole sacrificio che regala anche tante soddisfazioni compensando la fatica.

Naturale è stata la scelta del mio strumento, la viola: essendo poco comune, non ho mai avuto difficoltà nel trovare un’occupazione nell’ambito orchestrale.

WL: Mi tolga una curiosità: la musica classica, come il pop, è approdato sulle piattaforme digitali, ad esempio Spotify, con tutte le conseguenze del caso (maggiore “liquidità” nell’ascolto, cambiamento della qualità dell’ascolto, totale mancanza di storicizzazione di ciò che si ascolta). Secondo lei è un bene? In altre parole cosa ne pensa?

EB: La fruizione è di fondamentale importanza, anche se talvolta la qualità ne risente. Io sono sempre stato amante del vinile nonostante appartenga ad una realtà passata. Successivamente, l’avvento del CD ha creato una nuova idea di qualità: le registrazioni realizzate su questo supporto con gli impianti valvolari, ad esempio, possiedono un suono molto più caldo di quelli realizzati digitalmente, ma ormai i primi sono difficilmente reperibili in commercio. Le piattaforme di diffusione, come YouTube, permettono di poter spaziare attraverso la vastissima scelta dei contenuti proposti, diventando anche uno strumento di consultazione eccezionale per i nostri studenti.

WL: Un tempo, non era così.

EB: Io, per esempio, risparmiavo le mie cinque lire settimanali di “paghetta” per poter acquistare solo un disco di un concerto eseguito da un particolare artista: potevo dunque ascoltare solo quello come punto di riferimento. Ora, con YouTube, ho la possibilità di confrontare esecuzioni diverse dello stesso brano, mettendo a raffronto la performance di uno studente rispetto a quella di un grande interprete. Le piattaforme social, inoltre, vengono utilizzate dal Conservatorio per diffondere i nostri appuntamenti: siamo tra i primi a sfruttarli in modo così massiccio per la nostra pubblicità, ed è anche un’occasione per proporre ascolti dei nostri ragazzi rivolti ad un pubblico più ampio, soprattutto giovane.

WL: Per concludere, cosa augura alle ragazze e ai ragazzi che si esibiranno nel «Ridotto» del Donizetti?

EB: Mi auguro che possano ricevere, da queste esperienze, almeno in parte ciò che ho potuto ottenere io dal mondo della musica. Personalmente ritengo che il giorno del diploma possa essere il momento più bello ma sia anche quello più drammatico: il più bello perché si è circondati da amici e compagni di studio che festeggiano il tuo successo; il più drammatico perché, il giorno dopo, ti accorgi che la realtà lavorativa è un’altra, dettata da una grande competizione interna. Mi auguro che i docenti dei ragazzi possano fornire o indicare mirate opportunità lavorative ai propri studenti per affacciarsi al mondo del lavoro, ahimè complicato oggigiorno. Auspico, infine, che la società si evolva verso la possibilità di dare più opportunità ai ragazzi che studiano. Ed è per questo che il legame con il Teatro va mantenuto attivo: per fornire ai nostri studenti un vero e prospero futuro nei nostri cari ambienti artistici.

«Il Centro della Musica» – Concerti nel Ridotto «Gavazzeni»
23 Luglio, 27 Agosto, 17 Settembre

Prezzi e biglietti: Posto unico euro 7,00 per i concerti del 23 luglio e 27 agosto. Intero euro 15,00, ridotto euro 10,00 per il concerto del 17 settembre. La riduzione si applica a: Under 30 / Over 65 / Titolari di FamilyCard / Portatori di handicap (min. 75%) / Dipendenti Comune di Bergamo / Studenti delle scuole di teatro, di musica e del Conservatorio di Bergamo /Abbonati annuali ATB.

Per info e prenotazioni: Biglietteria Fondazione Teatro Donizetti, Piazza Cavour, 15 Tel. 035.4160 601/602/603 E-mail [email protected] / Biglietti a questo link.

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