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Katia Follesa e Angelo Pisani: «In amore e nella vita di coppia, niente fa più ridere della verità»

Intervista. Mercoledì 26 luglio i due comici saranno a Bergamo per la rassegna «Lazzaretto Estate», promossa dal Comune di Bergamo. Nello spettacolo, dal titolo «Ti posso spiegare», affronteranno in chiave ironica la spinosa questione dell’organizzazione di un matrimonio con tutte le difficoltà e le tensioni che comporta

Lettura 3 min.

Katia Follesa e Angelo Pisani prima che essere una coppia sul palco, lo sono innanzitutto nella vita. Un amore che dura da oltre vent’anni e dal quale è nata una splendida bambina, Agata, che oggi ha tredici anni. È proprio raccontando le dinamiche di coppia che hanno costruito il loro successo. In tv e in teatro hanno consolidato la loro unione, mettendo in scena le diatribe e le difficoltà quotidiane in cui tutti possono riconoscersi. E se il loro precedente spettacolo si concludeva con una proposta di matrimonio, adesso è arrivato il momento di capire come andrà a finire.

Stavolta, ospiti per «Lazzaretto Estate» domani, 12 luglio, Katia e Angelo non si limiteranno solo a sfidarsi verbalmente, ma trascineranno il pubblico in un vortice di sketch , accompagnati da un corpo di ballo che sarà protagonista insieme a loro della querelle comica. Entreremo dunque in casa di Angelo e Katia, dove la vita di coppia si trasformerà in una commedia a tutto tondo sulla preparazione di un matrimonio. Riusciranno a decidere dove si sposeranno? Quando sarà il grande giorno? E come si vestiranno per l’occasione? Ma non è tutto. Dovranno anche decidere chi avrà il privilegio di essere invitato e dove andranno in luna di miele.

Ecco la loro intervista, di coppia naturalmente.

CP: Come nasce l’idea di portare in scena le dinamiche della vostra vita di coppia?

KF: Beh, è nata perché abbiamo capito che si tratta di un tema che ci avvicina molto alle famiglie e alle coppie. Noi raccontiamo degli episodi in cui chi viene a vedere lo spettacolo si riconosce. Ed è questa la chiave, nel senso che volgendo tutto in chiave ironica, noi mostriamo alle persone che si può anche ridere dei propri problemi e questo ci aiuta un po’ tutti a sentirci più compresi e meno soli, accomunati dalla ricerca di un equilibrio costante con il proprio partner. Se vogliamo, il nostro compito è quello di rendere il tutto più leggero e, per certi versi, rassicurante.

CP: Quanto è difficile mantenere un confine tra la vostra sfera privata e quello che raccontate sul palco?

AP: Diciamo che il nostro mestiere ci insegna a trovare i giusti compromessi, quindi, come accade in tutte le coppie, i panni sporchi si lavano in casa. Tutto quello che diciamo e facciamo sul palco è inevitabilmente frutto di un copione e quindi noi ci muoviamo esattamente come fanno tutte le coppie che poi lavorano insieme in altri ambiti. Alla fine sanno che il pubblico è il pubblico e la vita privata è privata.

CP: Voi siete abituati a ridere e a far ridere nel vostro lavoro. Di contro, c’è qualcosa che vi emoziona?

KF: Devo dirti che nel nostro ultimo spettacolo c’è un momento di puro romanticismo in cui siamo molto complici, legato ad una canzone dei Coma Cose. Non vi spoileriamo troppo, ma riesce ogni volta a toccare quelle corde emotive di autenticità che ci sono all’interno di una coppia che si ama, ma che non ha più il coraggio di dirselo. Si prova prima un po’ di imbarazzo, ma poi – davanti al proprio compagno o campagna – inevitabilmente ci si commuove.

CP: Qual è quindi il messaggio che volete trasmettere al pubblico con il vostro spettacolo?

AP: Ci piacerebbe che il pubblico capisse che si può ridere anche delle difficoltà, che una risata ti salva la vita, come dice qualcuno. Il nostro è un vero e proprio inno all’ironia.

CP: Siete anche molto attivi sui social. Che rapporto avete con la comunicazione online e come gestite le critiche?

KF: Sinceramente ultimamente li trovo un po’ monotoni, quindi li uso per promuovere la mia attività, perché è ancora il canale di comunicazione più immediato. Ho ricevuto molte critiche, sul mio modo di pensare, sul mio modo di agire. Quindi ho imparato semplicemente a ridimensionare. Diciamo che se pensi che online ognuno può scrivere quello che vuole, i commenti negativi lasciano un po’ il tempo che trovano.

AP: Per quanto mi riguarda penso che se una persona trova il tempo per guardare e criticare quello che faccio, dovrebbe semplicemente spendere meglio il suo tempo e dedicarsi alla sua vita; quindi, molto diplomaticamente, non voglio rischiare di commettere il suo stesso errore.

CP: Qual è la cosa che più odiate l’uno dell’altra?

KF: Angelo è una persona molto curiosa, al tempo stesso è molto puntiglioso e polemico, però diciamo che compensa in tanti altri modi.

AP: Katia è molto vitale e per contro riesce a organizzare una quantità di cose in pochissimo tempo che definirei quasi sovrumana.

CP: Cos’è che non manca mai di far ridere il pubblico nel vostro spettacolo?

KF: Sicuramente ciò che diverte è l’autenticità con la quale affrontiamo anche gli argomenti più scomodi. Il leitmotiv dei nostri spettacoli è la verità- Anche quando stiamo recitando, cerchiamo quindi sempre di restituire onestà a chi ci viene a vedere.

CP: Pensate che il segreto per alimentare l’amore all’interno di una coppia e dar nuova linfa al rapporto anche dopo molti anni, come nel vostro caso, sia dirsi tutto? Oppure, al contrario credete che tutto dipenda dalla capacità di mantenere un confine, un alone di mistero?

AP: Io penso che non si potrà mai dire tutto, semplicemente perché ognuno non conosce tutto di sé e quindi non potrà mai raccontarsi fino in fondo. Infatti, una delle frasi che più mi fa rabbrividire è: «Ti conosco meglio di quanto faccia tu»

KF: Dirsi tutto è giusto, partendo dal presupposto che non ci si potrà mai dire tutto, semplicemente perché il carattere e la personalità si evolvono col passare del tempo. Sicuramente riuscire a dirsi quello che si pensa con schiettezza fa guadagnare singolarmente, in coppia e credo anche in termini di autenticità rispetto a ciò che si propone sul palco.

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