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A Clusone un viaggio in tutto il mondo con «Lo Spirito del Pianeta»

Articolo. Prenderà il via oggi in Val Seriana la 22esima edizione dell’unico festival in Italia dedicato alle culture indigene. La rassegna, che verrà inaugurata con un concerto del cantautore Davide Van De Sfroos, proseguirà fino al 18 giugno con 20 gruppi provenienti da tutto il pianeta

Lettura 4 min.

L’idea è nata quasi per caso, ma con una volontà precisa: raccontare la bellezza delle culture indigene di tutto il mondo. Così Susan Simaiyai, di origine Masai, e il marito Ivano Carcano hanno creato 22 anni fa «Lo Spirito del Pianeta», una rassegna che ogni anno vanta migliaia e migliaia di visitatori grazie al suo ricco programma tutto incentrato su canti, musiche e balli tradizionali di culture lontane. Un evento per comprendere la diversità e promuovere un’inclusività che abbracci davvero tutte le popolazioni del pianeta.

«Il centro della manifestazione, sin dalla prima edizione, è il fuoco, sacro per moltissime culture tradizionali del mondo – spiega Ivano Carcano – Come ogni popolo indigeno fa tradizionalmente prima di ogni cerimonia, nel nostro spazio abbiamo voluto rendere omaggio alle quattro direzioni, ciascuna associata ad uno dei quattro elementi: terra, acqua, fuoco e aria. Vi invitiamo a partecipare alle attività che vi proponiamo affinché l’energia di tutti noi si unisca e si sparga in tutto il mondo portando cambiamento, pace e uguaglianza tra i popoli». Dopo la Fiera di Bergamo, che ha ospitato l’edizione 2022 del festival, «Lo Spirito del Pianeta» farà quest’anno tappa a Clusone, nella “capitale” della Val Seriana, da oggi fino al prossimo 18 giugno.

Gli ospiti

Il festival verrà inaugurato questa sera con un concerto del cantautore lombardo Davide Van De Sfroos che, dopo la pubblicazione in doppio vinile e digitale di alcuni brani tratti dalla scorsa tournèe e forte del successo dei tour dello scorso anno, torna sul pubblico con «Live Estate 2023», una serie di appuntamenti in tutta Italia e in Svizzera. La scaletta sarà nuova e ripensata appositamente per questo tour: oltre ai successi più noti e ad alcuni brani del disco «Maader Folk», ci saranno delle “chicche” che impreziosiranno il live.

«Sono qui nell’erba alta, perché è già alta, i fiori sono sbocciati e ancora una volta si prova quella strana sensazione che ha qualcosa di magico e fuori dal tempo, ovvero, il dover tornare su un palco e anche lì fare sbocciare qualcosa per tutta l’estate – spiega il cantautore nel suo comunicato di annuncio del tour – E allora ecco la scelta di canzoni vecchie e nuove, ecco l’esaltazione quasi infantile del ritornare ad imbracciare lo strumento, di stare di fronte alle persone. Così come in una liturgia stagionale, portare in giro musica. Le farfalle volano, i fiori profumano e noi, cos’altro possiamo fare se non mandare in giro i nostri suoni di fronte a tutti coloro che hanno voglia di ascoltare?».

Insieme Van De Sfroos, saliranno sul palco di Clusone i musicisti Angapiemage Galiano Persico (violino, mandolino, tamburello, cori), Daniele Caldarini (tastiere, chitarra acustica), Paolo Cazzaniga (chitarra elettrica e acustica, cori), Silvio Centamore (batteria, percussioni), Andrea Cusmano (trombone, plettri, chitarra, flauti dritti, fisarmonica, tastiere, cori) e Matteo Luraghi (basso). Oltre al cantautore lombardo, il festival accoglierà un altro big. Giovedì 8 giugno il protagonista indiscusso della serata sarà Hevia, musicista spagnolo famoso per aver inventato, insieme ad altri artisti, la «gaita midi», una cornamusa elettronica che suona abitualmente. Nel 1992 ha vinto da solista il primo premio al «Festival Interceltico» di Lorient, in Bretagna. Tutte le altre serate saranno impreziosite dalla presenza di venti gruppi provenienti da tutto il mondo, che si esibiranno con le loro danze e i loro canti tradizionali, parte di una cultura spesso tramandata oralmente che anima però da sempre il pianeta.

In programma si saranno così: Gruppo Polinesia (2 giugno), Aymara y Quechua dalla Bolivia (3 giugno), Maoori dalla Nuova Zelanda (4 giugno), Bards Fron Yesterday (5 giugno), Aztechi (6 giugno), Gruppo Maasai dal Kenya (7 giugno), Gruppo Guinea Bissau (9 giugno), Indiani d’America (10 giugno), Gruppo Afgano (11 giugno), «La notte dei tamburi» (12 giugno), Saor Patrol dalla Scozia (14 giugno), Mapuche dal Cile (15 giugno), Gruppo Senegal (16 giugno) e Maya (17 giugno). Il gran finale, previsto per la serata di domenica 18, vedrà la partecipazione di tutti i gruppi.

La novità di quest’anno

L’edizione 2023 del festival si terrà in località «La Spessa», in un’area che permetterà ai visitatori di ritrovare il contatto con la natura. «Saremo in una immersa nella natura e nelle montagne orobiche, tra persone che vivono nella cultura bergamasca ogni giorno, che fanno fatica ad immergersi nel mondo di sotto, come molte delle popolazioni invitate – sottolinea Ivano Carcano – Nessun altro contesto potrebbe essere il luogo più adatto per una manifestazione che ha nel suo dna cultura, tradizione e natura. Per qualche persona sembrerebbe che siamo stati confinati ai margini della provincia, quasi come in una riserva. Siamo invece in un vero angolo di paradiso. Sarà un’esperienza meravigliosa che potrà far capire a tutto il pubblico cosa è importante nella nostra quotidianità, l’amore di stare con sé stessi, con gli altri e con la natura che ci circonda, come una vera comunità»

Oltre alla location, spostata nel centro della Val Seriana, ci saranno altre preziose iniziative che arricchiranno ulteriormente il programma della manifestazione. Tra queste la presenza durante l’intero festival degli «uomini medicina», guaritori tradizionali e leader spirituali dei nativi nordamericani e di altri popoli indigeni o aborigeni. Tra gli ospiti speciali ci saranno anche dei monaci tibetani che diffonderanno il loro massaggio di amore universale attraverso la creazione di suggestivi mandala di sabbia colorata e attraverso cerimonie rituali della tradizione buddhista. Da non perdere anche gli incontri con lo scrittore Marco Massignan e con Tiziano Incani, conosciuto da tutti come il «Bepi». In più, la rassegna proporrà quest’anno un focus tutto dedicato all’Amazzonia e alla tutela delle lingue tradizionali, con ospiti di istituzioni internazionali quali il Ministero degli affari indigeni del Brasile.

«Siamo molto felici di ospitare questo appuntamento così speciale e importante che ha una rilevanza internazionale – hanno sottolineato durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento il sindaco di Clusone Massimo Morstabilini e il presidente della Comunità Montana Valle Seriana Giampiero Calegari Complimenti a Ivano, a sua moglie e a tutti i volontari che anche quest’anno daranno vista a questa manifestazione, che permetterà di mettere in mostra le bellezze di tutta la valle. Prima di visitare “Lo Spirito del Pianeta”, i visitatori possono infatti visitare Clusone, con i suoi capolavori artistici e culturali, tra i quali l’affresco della “Danza Macabra” e l’Orologio Fanzago»

Informazioni generali

Il festival, un vero e proprio appuntamento internazionale, proporrà come sempre un padiglione fieristico con 100 espositori da tutto il mondo, un’area olistica e un’area ristoranti da 3mila metri quadrati, con cucine internazionali che permetteranno ai visitatori di degustare prelibatezze provenienti da ogni parte del mondo. Ci sarà anche una zona dedicata al fuoco sacro e ai villaggi e un ampio parcheggio da 3mila posti auto. L’ingresso al festival è libero e gratuito; il parcheggio avrà un costo di 2 euro. Vi consigliamo di consultare il sito internet de «Lo Spirito del Pianeta» per scoprire tutti i dettagli delle varie serate e tutte le iniziative pensate per questa nuova edizione.

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