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La sera del 31 gennaio ad Ardesio tutti insieme alla «Scasada del Zenerù» per salutare freddo e buio e guardare alla rinascita

Articolo. Torna ad Ardesio una delle tradizioni popolari più caratteristiche del comune della Valle Seriana, un momento incantato in cui antiche credenze si fondono con la magia che brilla negli occhi delle nuove generazioni

Lettura 3 min.
(Foto Mattia Fornoni)

L’appuntamento è per il 31 gennaio. Non importa che sia sabato, domenica o un qualunque altro giorno della settimana. La «Scasada» non si può anticipare né posticipare, perché tutto è legato a un giorno preciso, la fine di gennaio, «Zenerù» appunto. A pensarci bene, non c’è mese più angusto e difficile da voler allontanare. Gennaio è il cuore dell’inverno, il punto più freddo e buio dell’anno. Arido e lento. Spento.

Come ogni paura, quindi, il modo migliore per mandarlo via è reagire all’opposto. Il rumore, la luce del fuoco, il senso di comunità e vicinanza sono le armi delle persone che non vogliono abbandonarsi al freddo inverno e che, pur avendo resistito un mese intero, ora sono ben contente di accompagnare «Ol Zenerù» fuori dalla porta, con decisione.

I campanacci e il rogo

C’è tutto questo nel rituale che ad Ardesio si ripete fin dall’antichità (non vi è una data precisa) e che fa parte del patrimonio immateriale della comunità e delle regioni alpine. Zenerù è un fantoccio, personificazione del freddo inverno e della brutta stagione. Tra gli elementi della tradizione, vi è anche il coinvolgimento delle nuove generazioni che ogni anno sono chiamate a partecipare alla tradizione.

Quest’anno, il mattino del 31 gennaio, i bambini, dopo la presentazione del gruppo ospite del 2023, leggeranno la tradizionale «Poesia del Zenerù» e accompagneranno il carro di Zenerù verso il Ponte Rino, dove resterà fino a sera, in attesa della «Scasada del Zenerù». Niente deve restare di gennaio, per questo nelle strade sale un gran baccano fatto da campanacci (o cioche), raganelle piccole e giganti, contenitori di latta e, in passato, anche dalle catene dei caminetti. Tutti, riuniti in corteo, devono contribuire a creare tra le vie del centro storico il tipico suono che fa da colonna sonora alla «Scasada». Dalle 20, la tradizione entra nel vivo e il corteo termina con lo spettacolare «Falò del Zenerù», a cui seguono vin brûlé e frittelle per tutti.

L’eremita di Ardesio e la poesia

Flaminio Beretta è un eremita la cui scelta di vita è fortemente legata al rituale della «Scasada». Ogni anno, il fantoccio di Zenerù viene raffigurato seguendo un tema scelto proprio da Flaminio, che attraverso un primo schizzo delinea quelli che saranno il carro e la cartolina della tradizione. Il disegno definitivo della cartolina è realizzato poi da Monia Fornoni di Ardesio. Flaminio scrive anche la poesia in dialetto che accompagna il destino di gennaio.

Scapa de Ardès a l’è malfà
po’ ‘l sò pö gna ‘ndochè ‘ndà…
Ma ‘lmé socio sagrestà,
‘l diss che ‘l ma darà öna ma.

(Scappare da Ardesio è difficile
e poi non so neanche dove andare...
Ma il mio amico sagrestano
dice che mi darà una mano).

Zenerù, o Gennaione, ammette la difficoltà di riuscire a trovare un modo per fuggire al suo destino. Ecco dunque che promette di salire sul campanile del Santuario e di restarci fino ad aprile, pronto a suonare le campane mentre la folla cercherà di confonderlo e condurlo al rogo suonando i campanacci.

Recentemente, il regista Andrea Grasselli ha girato un film che racconta proprio la relazione poetica tra l’antico rituale della «Scasada del Zenerù» di Ardesio e la vita dell’eremita Flaminio Beretta. Il documentario di 30 minuti si intitola proprio «Zenerù» e trasporta nella vita del pastore ed eremita ardesiano che, negli anni Sessanta, ha contribuito a conservare e ridare nuova vita al tradizionale rito di cacciata dell’inverno. Suo è sempre il disegno del fantoccio che, una volta costruito dai compaesani, il 31 gennaio viene cacciato e arso. Nel film, Flaminio e il rituale collettivo del Zenerù interagiscono; è lui che, da lontano, richiama con il suo corno gli ardesiani e li invita a dare il via al rito.

Il programma della giornata

Dopo due anni di pandemia e restrizioni in cui Zenerù è stato scacciato in forma ristretta, martedì 31 gennaio ad Ardesio si torna a “scacciar gennaio” tutti insieme e con lui l’inverno. La giornata prenderà il via alle 10 del mattino in sala consiliare (Municipio di Ardesio, piazza Monte Grappa 3) con la presentazione alla comunità del gruppo ospite I foghi de San Martin de Pàrdàc dal Trentino Alto Adige.

A seguire, i bambini della primaria, dopo aver recitato la poesia, accompagneranno il carro di Zenerù verso il Ponte Rino, dove resterà fino alla sera, in attesa della «Scasada» vera e propria. In serata, il ritrovo è alle 20, in Ponte Rino (piazzale A. Volta), con campanacci e tutto il necessario per accompagnare Zenerù in un chiassoso corteo tra le vie del centro storico.

La «Fiera delle capre»

Finito gennaio la vita riparte e chiunque sia stato ad Ardesio per il primo appuntamento che segue la «Scasada», consiglia di non perderlo. Domenica 5 febbraio nel centro storico di Ardesio avrà luogo la 23esima edizione della «Fiera delle capre» e la 21esima «Mostra dell’asinello» . In programma il mattino alle 7 le iscrizioni, a seguire le preselezioni e il concorso caprino (categorie: capra orobica e multirazza) con le premiazioni di Re e Regina della fiera. La stessa giornata ci sarà anche la «Mostra dell’asinello», i giri in carrozza, la dimostrazione di cagliatura, i concerti itineranti degli Amis de l’osteria e dei Cinciallegra e alle 15 il concerto di Raf Benzoni Band e le visite guidate.

Sarà possibile passeggiare nel centro storico tra le numerose bancarelle, assaggiare i prodotti tipici e acquistare prodotti d’artigianato, l’abbigliamento del settore e le creazioni degli hobbisti. E poi, da non perdere la vasta area dedicata agli artigiani con forgiatori di coltelli, cestai, scultori del legno maniscalco, conciatori; l’area con attrezzature e macchinari agricoli; e poi l’area bimbi dove i più piccoli potranno imparare a fare il formaggio. Tra le novità, l’esibizione dei taglialegna degli Amici di Fast Blade in Ponte Rino.

La fiera sarà anticipata sabato sera dal convegno «Vivere la montagna: protagonisti!» presentato dal giornalista e direttore di Orobie Paolo Confalonieri. Gli ospiti della serata parleranno di «Le donne: fondamento importante delle nostre comunità».

L’evento è organizzato da Pro Loco Ardesio (Piazza Monte Grappa 3, Ardesio, tel. 0346.33289). Per info, consultare prolocoardesio.it e viviardesio.it.

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