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Una grande «festa popolare» per Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023

Articolo. Sarà un finesettimana intenso per entrambe le città, con un’inaugurazione istituzionale il 20 gennaio, un evento di piazza sabato 21 e una domenica 22 carica di eventi di ogni genere, tra performance teatrali e musei gratuiti. Perché alla cultura si partecipi – non si assista

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Lo spettacolo «Cappuccetto Rosso», Compagnia La Luna nel letto (Tea Primiterra)

Da una parte c’è Arlecchino, «il bergamasco, il lavoratore indefesso che dalle valli arriva in città e si dà talmente da fare da servire più padroni». Dall’altra, la Città dei Mille, «un’altra capacità di gettare tutto il cuore, tutto il corpo, a tal punto che ci siamo distinti da aver partecipato, in maggioranza operosa e generosa, alla spedizione garibaldina». Così Francesco Micheli, direttore artistico della lirica della Fondazione Donizetti, descrive i due «valori totemici» che ispireranno la cerimonia di apertura di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.

Una cerimonia lunga tre giorni, che comincerà ufficialmente il 20 gennaio, con un evento istituzionale (i dettagli verranno svelati nei prossimi giorni) che coinvolgerà entrambe le città nei suoi due teatri principali, il Teatro Donizetti e il Teatro Grande. Saranno presenti il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sabato 21 gennaio si terrà invece una vera festa cittadina, che continuerà domenica 22 con l’invito a vivere i tanti luoghi della cultura di Bergamo, aperti e gratuiti.

Perché forse il senso dell’essere Capitale della Cultura è proprio questo: andare oltre gli eventi per valorizzare i percorsi, i musei, i luoghi, quelli che raccontano il nostro territorio ai cittadini prima ancora che ai turisti. Con l’augurio che la cultura non sia solo un elemento d’attrazione o un brand da sfoggiare, ma che sia accessibile e fruibile anche dopo il 2023. Che sia cultura in senso etimologico – custodire, coltivare. Che resti, insomma, anche a telecamere spente.

Il programma di sabato 21 gennaio

Vi diamo un assaggio di quello che accadrà sabato 21 gennaio, giorno della vera festa popolare che animerà la città. Ad aprire le danze, l’evento «Crescere Insieme Voci 2023», un concerto collettivo di oltre 1500 voci di bambine e bambini delle scuole primarie di Brescia e di Bergamo. Seguiranno l’inno nazionale, i saluti delle autorità, l’esecuzione di «Crescere Insieme Inno di BGBSCapitale» da parte delle Orchestre «Musical-Mente» di Bergamo e Brescia, accompagnate dalle voci dei bambini presenti. Il brano, realizzato dall’autrice bresciana Paola Ceretta e dal bergamasco Cristian Rocco, è stato costruito a partire da parole chiave raccolte nei giorni scorsi dalle scuole partecipanti.

Nel pomeriggio, i cittadini saranno chiamati a raccogliersi in quattro diversi punti della città: il campo della Fara, il Parco Ermanno Olmi alla Malpensata, Largo Barozzi e Piazza S. Anna. Da questi luoghi, partiranno quattro distinti cortei che punteranno – colorati di azzurro, blu, rosso e giallo, i colori del logo della Capitale – verso Largo Porta Nuova. Alla testa di ogni corteo, ci saranno ben 50 musicisti provenienti da bande musicali del territorio e 150 ballerini delle scuole di danza della città. Partecipare al corteo è molto semplice ed è l’augurio che gli organizzatori rivolgono ai bergamaschi (ancora, «vivere la cultura, non solo assistervi»): a partire dal 21 dicembre, a un mese esatto dall’evento d’inaugurazione, sul sito bergamobrescia2023.it e su visitbergamo.net sarà possibile registrarsi per far parte dei cortei che si snoderanno attraverso la città fino al palco di piazza Vittorio Veneto.

Proprio qui, al di sopra di un palco che ha la forma di una scalinata, a congiungere idealmente la parte bassa della città con la Città Alta, comincerà lo spettacolo diretto da Francesco Micheli. Protagonisti saranno i cittadini, in una rappresentazione dell’evoluzione identitaria culturale della città dove si possa «confondere chi guarda con chi è guardato»: i “Nuovi Mille” porteranno allora il volto dei lavoratori, visionari, musicisti, esploratori, ballerini, nuovi cittadini, gente della cura, costruttori di pace, amanti della natura, lettori. A “cucire le fila” sarà Arlecchino, interpretato da una donna, l’attrice Matilde Facheris. Alla fine dello spettacolo, anticipa Micheli, «Arlecchino si espanderà fino a diventare l’intera città. Ci sarà infatti una app, facilmente scaricabile, per cui ogni cellulare diventerà luminoso grazie a un colore. Il costume di Arlecchino diventerà l’intera città: ognuno di noi diventerà Arlecchino».

Rotta poi verso piazzale Marconi, dove gli artisti di Groupe F, su una colonna sonora composta dai giovani bergamaschi Federico Laini, Nicola Gualandris e Giorgio Pesenti, chiuderanno la cerimonia d’apertura con uno spettacolo dal titolo «MILLUMINA», allestito su un grande albero metallico di 30 metri in piazzale Marconi, con 9 schermi che toccano anche i 6 metri d’altezza. Alla fine della performance, il palco di piazza Vittorio Veneto ospiterà un intenso dj set, mentre il Centro Piacentiniano si trasformerà in una vera discoteca a cielo aperto.

Entrambi gli spettacoli della giornata verranno ripresi dalle telecamere e trasmessi in streaming in modo da dare a tutti la possibilità di assistere. O meglio, partecipare. «L’idea che mi ha ispirato è quella della cultura come partecipazione: non siamo cultura in termini passivi, di ricezione, di utenti. Possiamo creare cultura» ha spiegato Rinaldo Gaspari, regista video dell’evento.

Il programma di domenica 22 gennaio

La festa inaugurale proseguirà domenica, con una serie di spettacoli per bambini nelle sedi di Teatro Prova e Pandemonium. In programma, anche l’apertura gratuita dei musei di Città Alta: il Museo delle Storie, il Museo di Scienze Naturali Caffi, il Museo della Cattedrale.

Il Museo delle Storie, in particolare, propone una visita guidata alla mostra «Vedere Venezia» nel suo ultimo giorno di apertura: guida d’eccezione, il direttore Roberta Frigeni. Sarà solo una delle visite guidate per adulti e bambini che il Museo delle Storie terrà nei suoi luoghi. Numerose saranno le attività al Convento di San Francesco, Bergamo 900, Museo della fotografia, Museo Donizettiano, Rocca e Palazzo del Podestà.

Al Caffi, invece, gli adulti potranno seguire una visita guidata mentre i più piccoli, in contemporanea, saranno impegnati in un laboratorio. I ragazzi del progetto «Le vie del sacro» accompagneranno invece i visitatori negli spazi del Museo e Tesoro della Cattedrale. Aperti anche l’ex monastero del Carmine con la sua pista di pattinaggio, l’ex carcere di Sant’Agata, oltre al Teatro Donizetti, dove alle 16 andrà in scena lo spettacolo «Cappuccetto Rosso» della Compagnia La Luna nel letto. Un appuntamento pensato per i più piccoli, punto di partenza del progetto «Bergamo Brescia Family Friendly», con cui la Capitale 2023 si propone di dedicare particolare attenzione alla fruizione culturale delle famiglie e dei bambini.

Al tramonto, appuntamento in piazza della Libertà, per assistere all’accensione dell’installazione «Lights ON» dei designer greci Objects of Common Interest, intervento temporaneo orientato a interpretare il tema della capitale della cultura «La Città Illuminata». Si trasformerà anche lo spazio antistante la sede di Confindustria Bergamo al Kilometro Rosso grazie al «Pioppeto», progettato dallo studio di architettura Salottobuono. Entrambe le opere saranno realizzate grazie al contributo di Confindustria Bergamo in collaborazione con GAMeC.

Da non perdere, l’evento speciale che si terrà in Palazzo della Ragione all’interno della mostra organizzata da The Blank, «Arte in Opera», a cura di Giacinto Di Pietrantonio e Stefano Raimondi. Per finire, in serata, il cartellone si arricchisce del concerto SofarSounds, movimento di secret concert nato a Londra nel 2009.

(Marialuisa Miraglia)

Capitale della cultura. Ma la cultura cos’è?

Di fronte ad uno sforzo come quello messo in atto dall’Amministrazione comunale per inaugurare BGBS2023 non si può fare altro che sorridere. Eppen da qualche anno vi racconta una città sempre più attiva, che anche sul piano culturale, seppur a fatica, è riuscita a superare la pandemia. Insomma, Bergamo già prima di questo grande avvenimento sembrava una specie di Bengodi della Cultura, proporzionata alla sua grandezza ovviamente, ma anche stimata da chi gettava il proprio sguardo sulla nostra città. Tutto bello e tutto vero.

Ma quando parliamo di cultura, realmente, di cosa stiamo parlando? Cultura è una di quelle parole che è sulla bocca di (quasi) tutti ma rischia di appartenere a quella popolazione di parole-zombie che a forza di essere citate sono state svuotate di significato. Eppure un significato ce l’ha. Basta leggere la Treccani. E mescolare le varie definizioni di «cultura» fra loro. Allora a quel punto si ha (forse) una buona definizione di cultura. Un po’ provocatoria: la cultura è tutto. Da Van Gogh a Barbara D’Urso, quindi dalle vette più «alte» della letteratura a quelle più «basse» dei giornali scandalistici – ma «alto» e «basso» sono due definizioni antiquate, vagamente razziste (di un razzismo culturale) e assolutamente inadatte.

Perché la cultura – tutta la cultura – è come un enorme tavolo di strumenti, luccicanti o arrugginiti, pratici o più difficile da usare. Strumenti che una persona, con più o meno consapevolezza, si sceglie per districare quel garbuglio sempre più complesso che chiamiamo mondo. E per provare a dare un senso alle cose: alla vita, al dolore, alla gioia, alla morte. Ogni strumento riesce ad alzare un poco quel velo di mistero, di non-detto, che sembra ricoprire tutto ciò che sta dentro e intorno a noi.

Come diceva Albert Camus la cultura è il «grido degli uomini davanti al loro destino». Un grido che fa ridere, piangere, riflettere, distrarre; che è spettacolo e incantamento, che è fatica e soddisfazione. Un grido che ci auguriamo sarà quello di BGBS2023. Affinché la nostra (doppia) Capitale della cultura diventi il nostro capitale. Radicalmente umano.

(Luca Barachetti)

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