
Prosegue allo spazio Cento4 la mostra di Alessandro Ghidini.
Nelle opere di Ghidini l’equivalenza tra pittura ed energia, resa esplicita dalle ricorrenti forme del groviglio e del vortice, suggerisce una genealogia precisa, che ha origine negli arabeschi elettrici dello spazialista Lucio Fontana, nelle vertiginose spirali di Roberto Crippa, negli “scarabocchi” di Cy Twombly.
Le traiettorie di Ghidini però non alludono mai al “corpo a corpo” o alla gestualità eccitata dell’action painting;
al contrario indicano sempre una precisa intenzionalità progettuale che si dispiega nel movimento controllato della mano, nella fantasia costruttiva delle forme circolari, nel calcolato, quasi scientifico accostamento dei colori.
Nelle sue composizioni all-over gli orditi e gli intrecci alludono semmai alle strategie di un segno che procede per accumuli successivi, per stratificazioni e incroci, visualizzando il concetto di durata, di un tempo sedimentato nelle profondità sonore del colore. Un segno dotato di una valenza grammaticale musicale che si articola in uno spazio inteso come summa delle categorie assolute di Tempo, Suono e Luce.
Una collezione di immagini come altrettante variazioni sul tema, sorta di “improvvisazioni controllate” che rimandano alla musica jazz, una delle passioni dell’autore.