I Bonduri produttori e mercanti di panni di lana tra ‘600 e ‘700
L’Archivio di Stato di Bergamo svela uno dei fondi archivistici più importanti del suo patrimonio, l’archivio Bonduri di Gandino, che è stato riordinato e inventariato ed è ora pienamente fruibile da parte della collettività.

L’archivio Bonduri è costituito da una ricca documentazione attestante l’attività imprenditoriale della famiglia, a partire dal primo quarto del XVII secolo sino alla metà del secolo successivo. Il fondo raccoglie molta parte della documentazione prodotta dall’attività di produzione e commercio di panni in lana, fondata all’inizio del Seicento da Lucrezio e affidata in seguito ai suoi eredi.
Le carte testimoniano la realtà produttiva della Val Gandino e la rete di rapporti commerciali che collegavano il territorio bergamasco all’intero continente europeo, passando per il territorio bresciano, verso l’area germanica, l’Austria e le rotte commerciali della Serenissima, fino a raggiungere l’area balcanica, attraverso i mercati di Foggia e Napoli.
Un carteggio di oltre 55.000 lettere con una fittissima rete di corrispondenti rivela i rapporti stabiliti dalla famiglia Bonduri, non solo nell’ambito dell’attività imprenditoriale, ma anche nella sfera privata attraverso rapporti familiari, committenze artistiche, impegni sociali e devozione religiosa: un vero e proprio spaccato sulla quotidianità di un’epoca. Si conserva una sezione di volumi e registri attinenti alla produzione laniera per la quale il territorio della Val Gandino è fino ad oggi centri più importanti.
La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 12 dicembre, è ideata in 5 sezioni che mettono a fuoco l’impresa, la famiglia, le materie prime e la produzione dei panni di lana, il commercio nelle fiere locali e internazionali.