Io, Medea
A 550 anni dalla sua morte prematura, la figlia prediletta del Capitano di Ventura Bartolomeo Colleoni ci racconta l’universo femminile del Quattrocento.
Il 6 marzo 1470 si spense, a soli tredici anni, Medea, la figlia prediletta di Bartolomeo Colleoni. Si narra che per la prima volta il capitano di ventura lasciasse trapelare il suo sentimento di anziano, tenero padre, versando le sue uniche lacrime e scegliendo di seppellire, insieme alla piccola, anche l’uccellino che era stato suo compagno di giochi. Il giovane scultore Giovanni Antonio Amadeo, fu subito ingaggiato per realizzare il monumento funebre di Medea, regalando a Bergamo quella che è stata definita ‘la più bella delle effigi che riposano in terra lombarda’. Nasce così la leggenda bianca del Rinascimento lombardo, che si propaga in pittura, scultura e poesia.
Dal 16 marzo al 4 giugno, nella mostra a ingresso gratuito la fanciulla rompe per la prima volta il silenzio, raccontandosi quasi in prima persona attraverso documenti e oggetti portati alla luce da una recente ricerca e allo stesso tempo proponendosi come portavoce del multiforme universo femminile di un secolo, il Quattrocento, che ancora faticava a dare spazio alle donne.
Promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, Progetto Coglia, Pro loco Due Castelli Cavernago e Malpaga e Comune di Cavernago, grazie alla disponibilità del Luogo Pio della Pietà Colleoni, il percorso espositivo si sviluppa in tre sezioni, nei luoghi colleoneschi di Città Alta. Nella Cappella Colleoni, Medea è ‘Scolpita per l’eternità’: per la prima volta, vi è l’opportunità di “scalare” il monumento funebre per ammirare da vicino la splendida statua della fanciulla che riposa.
Si prosegue sulle ‘Tracce di lei’ al Luogo Pio Colleoni (via Colleoni 11) che apre le sue stanze per raccontare Medea tra cimeli, pittura, moda, affetti e strategie matrimoniali, e una lunga serie di poeti che cantarono la fanciulla per secoli, sino a Gabriele d’Annunzio di cui si espongono i documenti autografi.
Alla Biblioteca Civica Angelo Mai, la sezione ‘Il Codice Colleoni’ esplora il legame speciale tra Medea e Bartolomeo, che affiora tra le pagine di un prezioso codice miniato, la biografia autorizzata del Capitano scritta dall’umanista Antonio Cornazzano.