Empatia astratta
Verranno esposte le opere d'arte di Linda Callioni. La pittura di Linda Callioni custodisce in sé quest’estetica dell’astrazione come empatia: l’astrazione nasce ora da una comunione empatica col mondo esterno e non più da una timorosa fuga da esso.

All’arrivo del Piccolo Principe il Cavaliere Azzurro sembrò non sorprendersi troppo di quella visita imprevista, condusse orgogliosamente il giovane ospite alla scoperta della sua vastissima collezione di opere d’arte astratta e improvvisò per l’occasione un’inattesa lezione:
«Lo storico dell’arte
tedesco Wilhelm Worringer, in una celebre dissertazione del 1908 che aprì la
strada al nascente astrattismo, individuò nel bisogno di astrazione e in quello
di empatia i due poli della sensibilità artistica umana: nell’arte di ogni
popolo assistiamo alla prevalenza dell’uno o dell’altro polo, in virtù del
volere artistico e della concezione del mondo di ciascuna cultura.
Grecia ed Egitto
rappresentano gli esponenti piĂą rigorosi di due impulsi artistici antitetici:
il naturalismo organico greco, espressione di un sereno rapporto panteistico di
fiducia tra l’uomo e il mondo esterno, in opposizione all’astrazione geometrica
egizia, inorganica e cristallina, unica possibilitĂ di emancipazione da un
mondo esterno percepito come oscuro ed ostile.
Nelle opere di Linda
Callioni impulso di astrazione e impulso di empatia raggiungono un equilibrio
simbiotico, non più una contrapposizione, bensì una riconciliazione resa
possibile da un dialogo costante tra mondo esterno e universo interiore; in
questa raffinata astrazione lirica ogni segno vibra intimamente di una
spontanea vitalità che lo anima dall’interno, collocando così la pittura di
Linda agli antipodi dell’astrazione analitica di matrice geometrica, come pure
della concezione worringeriana di astrazione inorganica.
GiĂ ai tempi del Blaue
Reiter Vasilij Kandinskij e Franz Marc teorizzarono una forma di “empatia
astratta”, individuando nell’astrazione il risultato pittorico di una relazione
empatica dell’artista con il mondo naturale, nel caso di Marc, o con il regno
spirituale, in quello di Kandinskij.
La pittura di Linda
Callioni custodisce in sé quest’estetica dell’astrazione come empatia: l’astrazione
nasce ora da una comunione empatica col mondo esterno e non piĂą da una timorosa
fuga da esso. L’arte di Linda ha dunque esiti astratti in virtù di questo
stretto legame con la vita, da cui scaturiscono un inesauribile afflato
pittorico e un incessante fermento vitale delle forme; l’astrazione abbandona
il ruolo di rassicurante rifugio attribuitole da Worringer, per assumere il dinamico
ruolo di cassa di risonanza emotiva, arena dell’animazione dell’inorganico.
Attraverso il filtro
della sensibilitĂ interiore i colori e le forme assumono un’autonoma vitalitĂ
organica, si sviluppano dinamicamente colonizzando la tela con un’elegante astrazione
lirica spesso dominata dall’horror vacui. I segni crescono, si rincorrono
e si moltiplicano trasformandosi in simboli: stelle, corone, cuori, lettere, fiori;
questa astrazione in gestazione perpetua è sorretta da un linguaggio segnico in
ebollizione, che conserva le tracce di un ancestrale universo simbolico. La
pittura diventa un dispositivo magico per astrarre la realtà naturale e creare un’autonoma
ed inedita realtĂ pittorica, dove elementi formali e cromatici si sviluppano
seguendo ritmi vitali propri».