
Giorgio Oprandi all'Accademia Tadini con la mostra «Lo sguardo del viaggiatore».
Sembra di vederlo: un viaggiatore solitario tra deserti, città e colonie d’Africa con la sua Fiat 503 modificata dotata di cucina, camera, e all’occorrenza in grado di ospitare anche una barca, contenente tutti gli strumenti del mestiere come colori, pennelli e tele. Giorgio Oprandi, pittore ed esploratore bergamasco nato a Lovere nel 1883, è stato il capofila degli artisti che, agli inizi del Novecento, hanno dipinto paesaggi e abitanti dei possedimenti italiani d’Oltremare.
A lui, l’Accademia Tadini di Lovere dedica la mostra «Lo sguardo del viaggiatore», aperta fino al 9 settembre. Un progetto dedicato alle opere e ai viaggi dell’artista: dai lavori giovanili tra Roma e Milano al ruolo di ‘pittore delle colonie’, dalla visita in Albania fino all’ultimo periodo dedicato ai paesaggi lacustri del Sebino e alle vedute di Bergamo. Ma non solo: all’Accademia la possibilità di vedere dal vivo la casa viaggiante costruita da Oprandi nel 1927 e con la quale il pittore ha viaggiato fino agli anni Cinquanta.
La mostra, promossa e organizzata dall’Accademia Tadini e dal Comune di Lovere in collaborazione con lo Studio d’Arte San Tomaso a Bergamo e della Quadreria dell’800 di Milano, è curata da Silvia Capponi e Marco Albertario. L’esposizione è visitabile da martedì a sabato dalle 15 alle 19; domenica e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Ingresso: intero 7 euro; ridotto 5 euro.
Legati alla mostra anche gli eventi della rassegna «Un’estate di sere incantate». Tutti i venerdì sera di agosto percorsi tematici legati alla mostra, il 7 settembre appuntamento con «Il mio vagabondaggio eritreo. Aneddoti di viaggio del pittore Giorgio Oprandi», un reading musicale a cura di Tiberio Ghitti e Matteo Fiorini. Due date, infine, per i più piccoli: Il 10 agosto dalle 21,15 un percorso guidato con laboratorio dal titolo «Cartoline da Faustino: in viaggio con la famiglia nell’Italia del Grand Tour», mentre il 24 agosto i bamini diventeranno dei veri e propri detective ed entreranno a Palazzo Tadini per risolvere un enigma che si cela tra le sale del museo.