La fine del sogno americano
Per il ciclo «Cinema Docet. Proiezioni sull’attualità in UniBg» verrà proiettato il film «Il Petroliere» di Paul Thomas Anderson.
Per il ciclo «Cinema Docet. Proiezioni sull’attualità in UniBg», iniziativa pubblica dell’Università degli studi di Bergamo, verrà proiettato il film «Il Petroliere» di Paul Thomas Anderson (2007).
Sull’onda dell’enorme successo dell’atipica e delicata commedia romantica con Adam Sandler, Ubriaco d’Amore (2002), Paul Thomas Anderson torna sotto i riflettori, firmando quella che è forse la sua magnum opus: «Il Petroliere» (2007). Tratto dal romanzo «Petrolio!» di Upton Sinclair, «Il Petroliere» è una profonda e stratificata riflessione che volge lo sguardo all’individualismo e al fallimento del sogno americano, per delineare la parabola discendente degli Stati Uniti tra la fine dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento. Il film narra di Daniel Plainview, un self-made man – interpretato da un Daniel Day Lewis in stato di grazia – che, da umile cercatore di metalli preziosi, si eleva a magnate del petrolio, fino a precipitare in una lenta e inesorabile decadenza psico-fisica. L’interpretazione intensamente fisica di Day-Lewis incarna, da un lato, la determinazione di un uomo ossessionato dalle proprie ambizioni e, dall’altro, l’insofferenza di chi finisce per esserne annientato. Il cammino compiuto dal protagonista rispecchia l’ascesa capitalista degli Stati Uniti che, travolta dall’onda del successo finanziario e dalla crescita delle grandi potenze industriali, finisce intrappolata nella morsa di Wall Street, preludio alla crisi economica mondiale. In quest’ottica, l’insaziabile brama di Plainview nel conquistare nuovi giacimenti petroliferi diventa metafora delle mire espansionistiche ed imperialistiche degli USA che, in pieno delirio di potenza e nel tentativo di affermare la propria egemonia globale, finiscono per segnare il proprio destino di decadenza. Fondamentale è anche la presenza di Eli – magnetico Paul Dano – che, nelle vesti di predicatore locale, incarna il ruolo della fede all’interno di un contesto di progressiva crescita finanziaria. Anche il credo, in una società ossessionata dalla competizione, diventa strumento per accrescere potere e ricchezza. Attraverso la straordinaria gestualità dell’attore statunitense, che restituisce l’immagine di un falso-profeta, viene infranto il velo superficiale di una religiosità apparente, svelando il vero culto nascosto che muove i personaggi: la devozione verso il dio denaro. Celati dietro la promessa illusoria di una salvezza istantanea – economica o spirituale che sia – i due protagonisti si nutrono dell’energia vitale altrui per consolidare il proprio status. Daniel ed Eli, pur nascondendosi in vesti di agnello, rivelano presto la loro natura luciferina. Mossi da uno spietato individualismo e da una cieca noncuranza dell’altro, appaiono come due figure demoniache che sfruttano il potere del petrolio – liquido infernale che ribolle e sgorga dalle viscere della terra – per innalzare il proprio avido impero e fondare un falso-culto nella terra del peccato. «E non c’è da meravigliarsi, perché Satana stesso si trasforma in angelo di luce».
Cinema Docet è promosso dal gruppo di ricerca CiMAv – Cinema e Media Audiovisivi in collaborazione con Fondazione Alasca – Archivi dell’audiovisivo.
