Mirabile visione: Inferno
In occasione del "Dantedì", una rilettura attuale e visionaria della Commedia di Dante Alighieri con le illustrazioni ottocentesche del pittore parmense Francesco Scaramuzza. Un tributo alla Divina Commedia di Alighieri.
"E uscimmo a riveder le stelle", scrive Dante. Il celebre finale del poeta e intellettuale fiorentino chiude questo film documentario lasciando al pubblico una luce da seguire, una speranza intorno a cui e per cui lottare. La Divina Commedia di Alighieri, a cui il film rende un denso tributo per i suoi settecento anni di storia, rappresenta ancora una delle opere più contemporanee che siano mai state scritte.“
Il film di Matteo Gagliardi vuole sviluppare una visione lacerante e densissima sui dolori del Novecento. Alla maniera di "Mondo Cane" (1962, Jacopetti, Cavara, Prosperi), ma più educato e senza giudizio, il documentario mette in scena spezzoni, footage, documenti che nulla lasciano in sospeso, facendo sfilare immagini che trattano episodi ed eventi accaduti e orribili, dall'olocausto al processo di Totò Riina; da papa Francesco che prega in solitudine e silenzio nella piazza san Pietro svuotata dall'allarme Covid - con quell'estetica alla Sorrentino che abbiamo per sempre immagazzinato - alle immagini di donne e uomini afghani che cercano di prendere l'ultimo aereo per scappare dalla rivoluzione mortale appena scoppiata; da O.J. Simpson in tribunale che indossa i guanti con cui uccise sua moglie, al sorriso biondo di Marylin Monroe, come simbolo stereotipato di una donna distrutta da un mondo sessista; e ancora Charles Manson in tribunale, e i tycoon della finanza che consumano il mondo; i supermercati americani durante il Black Friday, dove uomini e donne portano via elettrodomestici animati da istinti che farebbero vergognare dei leoni in gabbia; e poi le malattie, il denaro, le morti, l'ecologia frantumata, Greta Thunberg, gli allevamenti intensivi, il cibo orrendo, le armi, le guerre, le religioni, i falsi miti, il terzo mondo, le morti in Mediterraneo, Gandhi e Luther King, Mao e Mussolini....
Una carrellata necessaria che il regista rilancia con la mediazione del racconto dantesco, intervallato dalle raffinate illustrazioni - qui animate e alternate a poetiche immagini di paesaggi e natura - di Francesco Scaramuzza, pittore ottocentesco, dove Dante e Virgilio compiono la loro straordinaria avventura.
I gironi infernali, le torri di Babele, i cattivi e i danarosi, gli avidi e gli ignavi, le passioni proibite che, passo dopo passo, vengono sviscerate e narrate. Tra ostacoli e riflessioni a volte positive, attive. Qualche lume di speranza infatti ancora c'è: ci sono la vita, la nascita, l'infanzia, il fare con cura. Ci sono i bambini, i giovani, le buone madri e i bravi padri.
Gli interventi di Benedetta Buccellato e Luigi Diberti sviscerano alcune chiavi narrative parlando al pubblico senza compromessi, rilanciando messaggi e parlando di dio che, oggi, può essere interpretato nelle più diverse maniere, rientrando dalla "perduta via".