Il Teatro San Giovanni Bosco di Bergamo presenta la serata concertistica «Carmina Burana».
Il Circolo musicale Mayr-Donizetti conclude la sua 44ª Stagione operistica con Carmina Burana, creazione musicale dall’originale ispirazione di Carl Orff, che ritornano sul palcoscenico del Teatro San Giovanni Bosco a distanza di poco più di vent’anni dall’unico precedente allestimento (è possibile scaricare liberamente il libretto alla pagina www.mayrdonizetti.it/file_pdf/libretti/Carmina_Burana_libretto_originale_e_it.pdf).
I Carmina Burana vengono composti da Carl Orff tra il 1935 ed il 1936, tratti da una raccolta di testi poetici di cantori girovaghi del XII e XIII secolo, provenienti dal Monastero di Benedicktbeuern in Baviera, rinvenuti nel 1803 e classificati col nome Codex Latinus Monacensis 4660 o Codex Buranus, da cui prendono il nome. Essi non sono una semplice rappresentazione musicale, ma – oltre all’elemento del canto – contengono anche il movimento, la danza e la visione dell’immagine sacra: tutto questo serve per ricreare il clima di un dramma antico che abbia anche i caratteri della classicità espressiva. In essi si può facilmente vedere l’idea programmatica di Carl Orff, secondo il quale la musica deve essere intesa come un tutt’uno con il movimento, l’immagine e la parola.
Durante l’intervallo sarà presentato il cartellone della 45ª Stagione operistica.
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Note di regia:
La mia idea registica è veicolata principalmente dal potere evocativo delle immagini che ho scelto per i fondali, aderendo alla dicitura «imaginibus magicis» assegnata all’opera dallo stesso Carl Orff. Per ricreare il contenuto magico mi sono rifatto a delle interessanti associazioni che ho colto paragonando le situazioni cantate ai celeberrimi Tarocchi dei Mazzi Visconti-Sforza, di cui alcuni bellissimi esemplari sono conservati nell’Accademia Carrara di Bergamo. Emergerà in particolare la Ruota della Fortuna, uno degli Arcani maggiori rappresentati nei Tarocchi.
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Con Carmina Burana il Circolo musicale Mayr-Donizetti intende omaggiare un genere vocale affine all’opera in cui non esistono personaggi nella classica eccezione del termine, ma solo nel potere evocativo del loro ruolo e delle loro prerogative: la Fortuna, la Primavera, l’Amore, il Gioco ed il Vino. Accanto alla semplicità melodica, il compositore mostra anche una densità sonora di forte impatto, ottenuto con un uso sapientissimo delle masse corali e degli strumenti: con questi due elementi, a cui vanno aggiunte le voci soliste, l’autore ottiene un vero e proprio effetto magico.
La grande diffusione di questa cantata scenica in spazi teatrali di proporzioni molto diverse ha dato vita, nel tempo, a numerose varianti nell’organico strumentale: nella versione proposta dal Circolo intervengono il Coro polifonico Stendhal ed il Coro Arcobaleno diretti da Massimo Fiocchi Malaspina, il pianista Samuele Pala ed il PentArs Nova Ensemble (ottoni e percussioni) con il direttore Damiano Maria Carissoni.
Ritornano sul palcoscenico del Teatro San Giovanni Bosco le voci soliste del soprano Anna Delfino e del baritono Maurizio Leoni; novità per il pubblico del Circolo è il tenore Zi-Zhao Guo.
Il regista Valerio Lopane firma le immagini e le didascalie associate ai canti, con le scene di EMFG animate da Enrico Maffi.