Non c'è due senza tre: Quartetto di Venezia
La stagione concertistica della Società del Quartetto presenta il concerto del Quartetto di Venezia.
La stagione concertistica della Società del Quartetto presenta il concerto del Quartetto di Venezia.
Il Quartetto di Venezia “uno dei più celebri quartetti d’archi contemporanei” ritorna per la terza volta alla Società del Quartetto di Bergamo, dopo le bellissime “performances” del 27.4.2015 in questa stessa Sala; e del 13.2.2017 all’Auditorium della Libertà; e vi ritorna con il nuovo violista Mario Paladin che sostituisce il precedente Giancarlo Di Vacri.
Per i Soci che, diligentemente, abbiano conservato i programmi di sala di quei due concerti, rinviamo alla lettura di quanto scrivemmo in quelle occasioni sotto i titoli “la Serenissima tradizione continua” e “Venezia (Quartetto di …)”.
Quest’anno ricorre il 1600mo anno della fondazione di Venezia e, quindi, alla SdQ è apparso logico e opportuno aprire questa Stagione proprio con il blasonato Quartetto di Venezia.
Come noto la nostra città visse e prosperò sotto la Repubblica di Venezia per circa 370 anni, fornendo alla “Dominante” una foltissima schiera di sommi artisti, in special modo “architetti, pittori e scultori dalla Valle Brembana e ricchi commercianti e… imprenditori illuminati, dalla Valle Seriana”.
Ma musicisti veramente pochi: anzi, forse solamente uno: il clusonese Giovanni Legrenzi (nato nel 1626 e morto a Venezia nel 1690) sacerdote, organista del Duomo di Bergamo e chiamato, dopo essere stato a Ferrara quale maestro della Cappella Ducale della chiesa di Santo Spirito, approdò nel 1664 a Venezia divenendo poi direttore dell’Ospedale dei Derelitti nel 1672 e poi, dal 1685, Maestro di Cappella della Basilica di San Marco; incarichi conservati sino alla sua morte; e, molto probabilmente, maestro di Tomaso Albinoni (si, proprio il compositore del famosissimo “Adagio” !)figlio di Giovanni Antonio giunto a Venezia da Castione della Presolana.
Qui si può aprire una parentesi su Johann Simon Mayr, musicista bavarese nato a Mendorf, vicino a Ingolstadt il 14.6.1763 e – bergamasco di adozione – morto nella nostra città il 2.12.1845; uno dei maggiori operisti in Europa tra l’ultimo decennio del ‘700 e il primo dell’800; Maestro di Gaetano Donizetti quando il compositore tedesco diede vita alle famose e gratuite “lezioni caritatevoli di musica” riservate ai giovani bergamaschi meno abbienti.
Mayr si formò musicalmente a Venezia e da quella città trassero ispirazione ben 17 opere liriche scritte appositamente per i numerosi teatri che allora (circa 18) esistevano nella città lagunare.
Ma da Venezia la fama si espanse alla Scala di Milano che vide il maggior numero di prime rappresentazioni (ben 13 opere). E poi, Trieste, Piacenza, Bologna, Brescia, Torino e Napoli e Roma.
I grandi successi di Mayr si diffusero rapidamente in tutta Europa; ma egli, nonostante ricevesse numerosissime offerte di prestigiose e remunerate cariche dalle principali città italiane ed europee le rifiutò sempre, accettando unicamente, nel 1802 la “modesta” offerta di Maestro di Cappella presso la Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, dove era stato studente in gioventù. Circostanza, questa, che depone favorevolmente anche nei confronti della nostra città la quale, forse e a distanza di circa duecento anni, non ha ancora del tutto … metabolizzata la grande figura artistica di questo autentico bergamasco d’adozione.
Chiedo venia per la… divagazione sul nome di Mayr (che ricorrerà nuovamente per il concerto di domenica 4 luglio pv nella Basilica di Santa Maria Maggiore) e auguro un felice ascolto del prestigioso Quartetto di Venezia.
Precedenza verrà data a chi avrà prenotato con mail che indichi nome, cognome, telefono e loro mail.