
In occasione dei 40 anni di carriera di Gigi Bresciani Gandino propone quattro venerdì con degustazioni musicali pop e concerti dialogati.
Si esibirà Francesco Benozzo "Ytiddo" interpretando David Bowie e presentando libro e cd "David Bowie, l'arborescenza della bellezza molteplice".
Reduce da un’esibizione al Club Tenco di Sanremo durante i giorni del Festival, Francesco Benozzo si esibirà venerdì 13 aprile all’Auditorium di Gandino, situato in Piazza Vittorio Veneto, all’interno della rassegna “Rock Prog e dintorni” con il suo concerto per voce e arpa dedicato a David Bowie, legato alla pubblicazione del libro David Bowie: l’arborescenza della bellezza molteplice (Pordenone, Universalia Editore), che contiene anche un CD nel quale il cantautore reinterpreta all’arpa celtica 12 brani del Duca Bianco, da Space Oddity a Lazarus, senza dimenticare Starman, Heroes, Jean Genie, The Man Who Sold The World e Moonage Daydream. Questo concerto – che ha portato e porterà Benozzo in diversi luoghi italiani (tra cui Bologna, Roma, Genova, Ferrara, Salerno) e stranieri (Canada, USA, Portogallo, Inghilterra, Danimarca) – rappresenta un dialogo tra due artisti e due forme d’arte apparentemente distanti e privi di contatti, ed è l’esatto contrario di un concerto cover. “Ho trovato molto stimolante lavorare sui testi e sulle musiche di un artista che continuo per molti versi a non comprendere, e dialogare con il suo universo malinconico e in molti casi ambiguo”. Per registrare il CD (che non ha altri strumenti accanto all’arpa e alla voce) sono state usate alcune tecniche particolari: “insieme all’ingegnere del suono, Davide Cristiani dello Studio Bombanella di Maranello, abbiamo operato in modo direi “filologico”, utilizzando un unico microfono a valvole e un pre-amplificatore a valvole in stile vintage, mixando con echi a nastro, ed emulando le tecniche di registrazione sperimentate nel 1977 dal produttore e collaboratore di Bowie, Tony Visconti, per l’album Heroes, con la dislocazione di diversi microfoni dentro la stanza attivati a seconda della dinamica della voce”. Nel libro Benozzo, con una propensione sospesa tra la biografia d’autore e una riflessione autobiografica, va in cerca degli aspetti meno appariscenti della carriera di Bowie, per rivelarne un’essenza che il clamore delle scene ha forse in parte nascosto. “Credo che l’ossessione di David Bowie, nelle sue molteplici sfaccettature e nelle sue incredibili capacità poetiche di inventare e creare mondi, sia stata la ricerca della bellezza. Ai miei occhi egli è stato un devoto dell’arte e della musica intesa come bellezza e molteplicità, un ultimo cavaliere errante dell’Utopia, proprio nel momento in cui la letteratura e l’arte viravano verso la resa postmoderna alla distopia, cioè all’anti-utopia, che è diventata oggi addirittura di moda”.
Benozzo, che insegna Filologia Romanza all’Università di Bologna, ha all’attivo 11 album (prodotti tra Italia, Danimaca e Gran Bretagna) e oltre 600 pubblicazioni. Insignito nel 2017 del titolo di “bardo honorário del Portogallo” dall’Assembleia da Tradição Lusitana, è considerato uno dei più originali interpreti contemporanei dell’arpa celtica. Dal 2015 è stabilmente candidato al Premio Nobel per la Letteratura. Il tour internazionale ha per nome Ytiddo, che è anche il titolo del CD: inversione di Oddity (cioè “stranezza”, da Space Oddity, il primo e forse più famoso brano di Bowie) ma anche una parola gallese che significa “dentro”.