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Sabato
30
Settembre

Box Organi. Suoni e parole d'autore

Terzo e ultimo concerto dell'annuale rassegna tra classica, jazz e letteratura con l'organista Ivan Ronda e la partecipazione del jazzista Andrea Candeloro all'organo Hammond.

EVENTO CONCLUSO

Dopo il concerto straordinario che ha visto alternarsi alla tastiera e ai pedali dell’organo Bossi Urbani 1889 Stefano e Bruno Rattini, rispettivamente padre e figlio, la rassegna «Box Organi. Suoni e parole d’autore» di Lallio giunge alla tappa finale di questa nona edizione, caratterizzata dalla proposta di musiche scritte, nel corso dei secoli, da musicisti legati fra loro da stretti vincoli familiari. Sarà Ivan Ronda, diplomato in pianoforte, organo, clavicembalo, direzione di coro e d’orchestra, autentico virtuoso con un repertorio che spazia da Bach alle grandi opere di Franck, Liszt, Reger, fino ai contemporanei, di cui ha inciso le musiche in alcuni CD monografici, a tenere banco e suggellare la manifestazione il 30 settembre, sabato, con inizio alle ore 21, nella Chiesa arcipresbiterale della cittadina bergamasca, a pochi chilometri da Bergamo. Il maestro bresciano si è fatto spesso apprezzare all’estero, in tournée che lo hanno portato a esibirsi su prestigiosi organi sinfonici: Cambridge (King’s College e St. John College), Londra (St. Paul Cathedral, Westminster Abbey e Westminster Cathedral), Birmingham (Basilica di St. Chad) e Coventry Cathedral, e, nel 2005, in Argentina e Uruguay, nelle cattedrali e nelle basiliche di Buenos Aires (tra cui la Cattedrale Metropolitana davanti ad un uditorio di più di 1.000 persone) e di Montevideo. Toccherà poi al giovane e valente Andrea Candeloro interagire nel corso della serata con l’organista, proponendo all’organo Hammond una serie di improvvisazioni su temi di alcune musiche in programma, riaggiornandoli – diciamo così – secondo moduli armonici e stilistici di schietta impronta jazz. Nato nel 1995 ad Alzano Lombardo (Bg), Candeloro inizia a suonare il pianoforte all’età di nove anni. Studia privatamente col pianista bergamasco Carlo Magni e successivamente si iscrive ai Civici Corsi di Jazz di Milano, dove studia con Franco D’Andrea e più tardi con Antonio Zambrini e Oscar Del Barba, conseguendo il diploma col massimo dei voti. Ha condiviso il palco con artisti come Franco Cerri, Paolo Tomelleri, Emilio Soana, Mattia Cigalini, Sandro Gibellini, Valerio Abeni, Gianni Cazzola ed altri. Per arricchire la sua formazione, a Graz ha inoltre frequentato le lezioni di Olaf Polziehn, Renato Chicco, Robert Riegler, Luis Bonilla e Johannes Berauer. Il tradizionale spazio letterario stavolta sarà occupato dalla lettura di Nel centro del Paradiso, un racconto a sfondo organistico scritto appositamente per l’occasione da Enzo Fileno Carabba, e qui interpretato dalla brava attrice Matilde Facheris. Vincitore del Premio Calvino nel 1990 con il romanzo Jakob Pesciolini, il fantasioso autore ha scritto racconti, sceneggiature radiofoniche, libri per bambini, libretti d’opera. Collabora al Corriere Fiorentino, testata per cui ha scritto, tra l’altro, cinquecento storie d’amore. Nel febbraio 2022 ha pubblicato Il digiunatore (Ponte alle Grazie), romanzo che ha vinto il Premio Comisso. Sempre con Ponte alle Grazie, nel maggio del 2023 è uscito il romanzo Il giardino di Italo.

Ben architettato l’impianto del concerto, che prevede in apertura la Fantasia in Sol maggiore BWV 572 di papà Bach, abbinata all’Arioso con 6 Variazioni H. 351 del figliolo Carl Philipp Emanuel (1714-1788). La grandiosa «Fantasia» a cinque voci, la cui composizione Fernando Germani fa risalire all’epoca di Cothen-Leipzig, e dunque tra il 1718 e il 1744, è il biglietto da visita di Johann Sebastian, un concentrato della sua esuberante immaginazione e inarrivabile arte contrappuntistica che si contrappongono alle aggraziate invenzioni del figlio sopra un tema che si discioglie in scritture sempre garbate, quasi incipriate, nello stile cortigiano dell’epoca. A seguire, i due Scarlatti: l’Allegro, Fuga e Giga in Re maggiore di Alessandro (1660-1725) e la Sonata in Do maggiore detta “La caccia” K. 159 di Domenico (1685- 1757). Soprannominato dai suoi contemporanei “l’Orfeo italiano”, il padre divise la sua carriera tra Napoli e Roma, mentre il figlio, emigrato in Spagna, si dedicò perlopiù alla composizione di estrose sonate per clavicembalo, di cui accumulò un corpus considerevole. La Sonata K. 159 ne è un fulgido esempio, con quelle gioiose fanfare a imitazioni dei corni che investono l’ascoltatore e con cui il musicista pare evocare alla tastiera una scena venatoria, quasi si trattasse di un affresco o di un arazzo nella sala di un palazzo signorile. Del vecchio Pachelbel, all’anagrafe Johann (1653-1706), sarà proposta la Partita uber “Christus, der ist mein Leben”, affiancata alla Fantasia in Re maggiore del figlio Wilhelm Hieronymus (1686-1764), caratterizzata da articolazioni ritmiche virtuosistiche e da brevi frasi quasi sospese. Si passa poi al nuovissimo Studio sul Preludio BWV 846 di Bach di Pietro Ferrario, presentato in prima assoluta. In questo caso, si tratta del primo di una serie di Studi organistici che «indagano le latenti possibilità – come scrive l’autore – di ampliamento tecnico-musicale, tenendo conto del fatto che il genere dello Studio in ambito organistico non ha una letteratura così ricca e articolata come quella pianistica». E prosegue: «In aggiunta, ho trovato divertente ed entusiasmante provare a contrappuntare Bach con se stesso, in modo da creare un gioioso tripudio autoreferenziale. Il tema “Padri e figli” è così rappresentato: l’originale bachiano è il padre, mentre il mio Studio ne è, per diretta discendenza, il figlio». Ferrario si è formato alle eccellenti scuole di Molfino, Bettinelli, Corghi, Parodi, Rogg. Autore di varie pagine corali e strumentali, ha vinto innumerevoli premi di composizione ed è eseguito in Italia e all’estero da importanti formazioni e da affermati interpreti, nelle maggiori stagioni musicali (come Carnegie Hall, 2019) e nei principali concorsi corali europei. Nel 1997 ha fondato l’Ensemble vocale Calycanthus di Parabiago, con cui ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali. Dal 2022 insegna presso il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria. Balzo temporale di qualche secolo. Ancora Bach, stavolta Johann Bernhard (1676-1749), cugino del Kantor, qui presente con la Ciaccona in Si bemolle. Nella sua semplice linearità, sulla base di un basso ostinato fioriscono variazioni con figurazioni puntate, scale, movimenti in terze, seste, arpeggi, senza obbligo di pedale. Del figlio di questi, Johann Ernst (1722-1777), ascolteremo invece la Sonata n. 1 in Sol maggiore, che a detta di molti non sfigura accanto alle sonate di Haydn e del primo Mozart. Melodia accompagnata, stile pulito ed essenziale: siamo ormai in pieno stile galante. E per finire, Leopold e Wolfgang Amadeus, i due Mozart. Del primo (1719-1787), sarà proposta la rara Sonata in Si bemolle maggiore, suddivisa nei canonici tre tempi: Allegro - Lento Cantabile - Allegro. A causa di disaccordi personali e artistici, i rapporti con il celebre figlio si diradarono fino alla sua morte, avvenuta il 28 maggio 1787 a Salisburgo. Ma uno dei grandi meriti di Leopold è sicuramente quello di essersi subito accorto del prodigioso talento di Wolfgang e di averlo saputo coltivare con tutti i mezzi a sua disposizione. Del secondo (1756-1791), si ascolterà invece l’Ouverture KV 399, concepita dal salisburghese alla maniera di quelle che introducono i grandiosi oratori di Haendel. Dopo una solenne introduzione in ritmo puntato, che funge quasi da “sipario orchestrale”, il brano cede il passo a un radioso fugato non immemore della lezione bachiana, la cui conclusione, lasciata incompiuta, è stata completata in stile da Hans Haselböck.

La rassegna Box Organi. Suoni e parole d’autore, ideata e diretta da Alessandro Bottelli e organizzata in collaborazione con la Parrocchia di Lallio e l’Associazione Libera Musica, è resa possibile anche quest’anno grazie al contributo di Camera di Commercio, Fondazione Credito Bergamasco, Fondazione della Comunità Bergamasca, delle ditte Montello, Zanetti, Ambrosini, Gama, Co.Me.C., e si avvale del patrocinio e del sostegno della Provincia di Bergamo e del Comune di Lallio, del supporto di Eliorobica come sponsor tecnico e della media partner del quotidiano Avvenire, del settimanale Famiglia Cristiana, di BergamoNews e di santalessandro.org, settimanale online della Diocesi di Bergamo.

Informazioni

Prezzo: Ingresso gratuito

Contatti

Telefono: 388.5863106

Data e Ora

Inizio: sabato 30 settembre 2023 21:00

Fine: sabato 30 settembre 2023 23:00

Giorni di apertura
L
M
M
G
V
S
D
Luogo
Chiesa Arcipresbiterale Plebana S.S. Bartolomeo e Stefano

Lallio, Piazza Vittorio Veneto, 12