Variazioni Goldberg
Prosegue la 42^ edizione della Rassegna di Arte e Musica Antica con un un concerto a cura dei solisti di Bergamo Baroque Ensemble, con le musiche di Johann Sebastian Bach.

Di versioni delle Variazioni Goldberg di Bach, a partire dalla prima incisione di Glenn Gould del 1955 che le fece scoprire d’un sol colpo al mondo intero, ne esistono di ogni tipo e innanzitutto per strumento a tastiera. Di quest’ultime, la maggior parte di esse sono al pianoforte o al clavicembalo, strumento per il quale furono composte, ma anche esistono incisioni al fortepiano, al clavicordo oppure, ad esempio, la versione adattata all’organo da cattedrale da Jean Gillou del 1988.
Questo nuovo arrangiamento, nato sulla scia dell’esecuzione delle Goldberg all’organo positivo che ho inciso un paio di anni fa, ha avuto come criterio di partenza l’aderenza alla partitura originale e di conseguenza la trasposizione fedele della scrittura tastieristica per il quartetto d’archi, dove ogni parte suona nella tessitura più corretta per ciascuno strumento. L’uso degli archi ha di fatto anche un altro importante effetto: la possibilità di evidenziare la scrittura contrappuntistica dell’opera bachiana che nelle esecuzioni per tastiera resta, per così dire, un po’ sfocata.
Molta attenzione è stata poi data alla funzione dell’organo positivo, che viene utilizzato in primis come strumento solista (anche per una forma di rispetto e di omaggio verso il testo originale) nonché in alcuni casi come strumento concertante. In molte variazioni poi, l’organo funge da naturale strumento di accompagnamento dedito alla realizzazione del basso continuo: parte del continuo che spesso è stata realizzata pensando a una vera e propria voce aggiunta a completare il gioco contrappuntistico delle fughe e dei canoni scritti da Bach.